1/31/2009

Pacchi alle Poste



BANZAI - Di Pietro: Napolitano mafioso







(ANSA) - ROMA, 28 GEN - Tensioni tra Antonio Di Pietro e il presidente Napolitano, accusato dal leader Idv di essere a volte 'poco arbitro' e 'poco terzo'. Lo sfogo Di Pietro dopo il sequestro a piazza Farnese di un manifesto con la scritta 'Napolitano dorme, l'Italia insorge'. Immediata la replica del Quirinale: la presidenza della Repubblica e' estranea alla vicenda dello striscione, da Di Pietro parole 'offensive'. E interviene anche il presidente della Camera Fini: 'La critica non travalichi il rispetto'.

1/28/2009

Medici senza frontiere: no alla segnalazioni dei migranti irregolari


Medici senza frontiere lancia un appello ai senatori affinché non approvino l'emendamento al pacchetto sicurezza che revoca il principio di "non denuncia" dei migranti irregolari che si rivolgono alle struttura sanitaria italiana. Duro attacco dei medici: «Non siamo spie».

Gaza dopo i bombardamenti



Una delegazione della Federazione internazionale dei giornalisti è stata a Gaza dal 22 al 24 gennaio scorsi. Due giorni e mezzo per comprendere e raccontare una realtà difficile. La missione ha consentito ai giornalisti di raccogliere moltissimi dati su una guerra che si è combattuta alla presenza di pochissimi media.

1/27/2009

CARLETTO IL FURBETTO

“HO 75 ANNI: LASCIO TUTTE LE PRESIDENZE DEL GRUPPO: COFIDE, CIR, M&C, ESPRESSO” - AMBROSIANO, SME, MONDADORI: LA MIA CARRIERA DANNEGGIATA DA RAGIONI POLITICHE - PRESA IN GIRO: MANTIENE IL POTERE NOMINA DEI DIRETTORI ‘REPUBBLICA E “ESPRESSO”
DE BENEDETTI STORY: L'INGEGNERE TRA FINANZA E GIORNALI
(Adnkronos) - Dalla Fiat all'Olivetti, dalla Sme al Banco Ambrosiano, da L'Espresso e Omnitel alla piu' recente 'avventura' dell'investment company Management & Capitali. Sono queste alcune delle tappe della lunga carriera dell'Ingegnere, che lega il suo nome alle piu' importanti pagine della vita economica italiana degli ultimi decenni e che oggi, in una conferenza stampa, ha annunciato, a sorpresa, di lasciare le presidenze delle societa' da lui fondate.
Carlo De Benedetti nasce a Torino il 14 novembre del 1934 e si laurea in ingeneria elettrotecnica al Politecnico nel 1958. Muove i primi passi nell'azienda paterna, la Compagnia Italiana Tubi Metallici e, successivamente, insieme al fratello Franco, acquisisce nel 1972 la Gilardini, della quale diventa presidente e amministratore delegat fino al '76. L'azienda,quotata che fino ad allora si era occupata di affari immobiliari, viene trasformata in una holding che opera nel comparto metalmeccanico. Intanto, nel 1974, viene nominato presidente dell'Unione industriali di Torino.
Nella primavera del 1976, approda alla Fiat, chiamato da Umberto Agnelli. Viene nominato amministratore delegato, carica che rivestira' per 100 giorni. In dote porta il 60% del capitale della Gilardini in cambio di una quota azionaria della Fiat (5%). L'Ingegnere comincia a tagliare drasticamente l'organico dei dirigenti, ma sembra voler fare di più. La cronaca racconta di un tentativo di scalata da parte del top manager e del fratello Franco, appoggiato da gruppi finanziari elvetici, che di certo fu scoperto dagli Agnelli. Fatto sta che, come allora si disse, De Benedetti lascio' la casa torinese per ''divergenze strategiche. Subito dopo con il denaro ottenuto dalla cessione delle azioni Fiat, De Benedetti rileva le Compagnie industriali riunite, Cir, e trasforma una piccola conceria in una delle piu' importanti holding private. La Cir, con piu' di 10 mila dipendenti, viene quotata alla Borsa di Milano. Per quasi 20 anni, De Benedetti ne' sara' vicepresidente e amministratore delegato. Nel 1995 ne assumera' anche la carica di presidente. Sempre nello stesso anno, De Benedetti da' vita a Cofide, Compagnia Finanziaria De Benedetti. Si prepara il terreno per il grande salto nell'editoria.
Tra le attivita' piu' importanti del gruppo Cir-Cofide vi e', infatti, il gruppo editoriale L'Espresso; la capogruppo (gruppo editoriale L'Espresso spa) pubblica il quotidiano nazionale La Repubblica e il settimanale L'Espresso. Proprio nelle scorse settimane, in occasione della scomparsa di Carlo Caracciolo, De Benedetti ha ripercorso la storia di un'amicizia lunga 50 anni, cominciata nel 1958. ''Carlo e' stato un compagno della mia vita, l'unico vero editorie che abbia mai incontrato in vita mia'', ha detto. E la scelta, compiuta a meta' degli anni '80, di sottoscrivere un aumento di capitale dell'Espresso, che attraversava un momento di difficolta', ''fu una scelta del tutto irrazionale, fatto un po' per amicizia nei confronti di Eugenio Scalfari e un po' per il fascino di Carlo che negli affari perdeva una buona parte del suo spirito romantico''.
Nel 1978, De Benedetti entra in Olivetti, di cui diviene presidente. L'azienda di Ivrea ha si' un nome glorioso ma e' molto indebitata e vicina al fallimento. L'Ingegnere pone le basi per un nuovo periodo di sviluppo: inizia una fase di ristrutturazione con la produzione di personale computer, stampanti, telefax, fotocopiatrici. Nel 1983 e' nominato Cavaliere del lavoro. Insieme ad altri nomi di spicco, fonda la European Round table of industry, di cui e' vicepresidente fino al 2004. Nel 1985 diviene membro dell'European Advisory Committee della New York Stock Exchange. Nello stesso anno diventa azionista di maggioranza della Sme, azienda dell'Italia proprietaria dewi marchi Motta, Alemagna, Bertolli, supermercati Gs e Autogrill. L'investimento e' di 497 miliardi di lire per il 64% delle azioni. Un'operazione controversa e al centro di aspre polemiche visto che la capitalizzazione era pari a 1.300 miliardi di lire.
All'inizio degli anni '80, De Benedetti diviene azioniste dal Banco Ambrosiano, acquistando il 2% del capitale. Riceve l'incarico di vicepresidente, una carica onoraria alla quale non era legata alcuna attivita' di gestione, che lascia dopo appena due mesi cedendo la sua quota. Il 2 giugno del 1987 e' nominato Ufficiale della Legion d'Honneur.
Il 1988 e' l'anno dell'opa non riuscita per la 'conquista' della Societe' Generale de Belgique. ''Persi per colpa mia. Peccai di troppa arroganza perche' dichiarai di aver vinto prima del tempo, e di troppa prudenza perche' lanciai l'opa, alla quale non ero obbligato, quando avevo il 15%: sarebbe bastato rastrellare fino al 30% in silenzio e sarebbe stata fatta'', spiego' in un'intervista. Nel 1995 fonda Omnitel, la seconda societa' europea di telefonia mobile, e Infostrada. L'anno dopo,a causa di una grave crisi dell'Olivetti, decide di lasciare l'azienda, di cui rimane presidente onorario fino al 1999. In memoria del padre, il 10 luglio del '97, fonda la Fondazione Rodolfo Debenedetti, di cui e' presidente e nel '99 nasce Sorgenia da una joint venture fra Cir e l'austriaca Verbund, entrando nel mercato dell'elettricita' e del gas in Italia. Nel 2000 fonda la CDB Web Tech, societa' specializzata in investimenti nel campo del nanotech e internet. Altro progetto in cui e' coinvolto il gruppo Cir e' la nascita di Hss Holding nel 2002. Target della societa', controllata al 67%, e' quella di diventare un operatore sanitario privato.Nel 2005, fonda la societa' finanziaria Jupiter France e sempre nello stesso anno Management & Capitali. Nel 2006 ritorna alla guida delle sue attivita' editoriali con la presidenza del Gruppo editoriale L'Espresso. Nel 2007, acquisisce con Merrill Lynch il gruppo Oakwood.
Molto si e' parlato dei rapporti di De Benedetti con la politica, fino a ventilare una sua possibile discesa in campo. Un'ipotesi che lo stesso De Benedetti definisce un 'tormentone'. ''Sono convinto- ha detto in un'intervista- che esista un'incompatibilità sostanziale e profonda tra la natura autocratica che contraddistingue le decisioni di un imprenditore e la natura democratica che deve contraddistinguere quelle del politico. E poi in Italia abbiamo già chi ha un ingombrante conflitto di interessi. Non vorrà che se ne aggiunga un altro?
PER CIR E COFIDE PRESIDENTI NON OPERATIVI SARANNO DECISI DAI CDA DI GIOVEDI' PROSSIMO...(Adnkronos) - ''Per Cir e Cofide ci saranno presidenti istituzionali e non operativi, che non interferiranno con le attivita' delle aziende''. Lo ha detto Carlo De Benedetti, annunciando a Milano l'abbandono della carica di presidente di tutte le societa' fino ad oggi presiedute. I presidenti delle due societa' saranno decisi dai rispettivi cda giovedi' prossimo.
PER LA PRESIDENZA DELL'ESPRESSO UNA FIGURA ISTITUZIONALE(Apcom) - "Per l'Espresso ho invece concordato con mio figlio Rodolfo che il nuovo presidente sia una figura istituzionale da me indicata". De Benedetti ha anche sottolineato che "non ci sarà nessun riassetto azionario", che il gruppo rimarrà così com'è e che le partecipazioni rimarranno quelle attuali.
PER LA PRESIDENZA DELL'ESPRESSO UNA FIGURA ISTITUZIONALE(Apcom) - "Per l'Espresso ho invece concordato con mio figlio Rodolfo che il nuovo presidente sia una figura istituzionale da me indicata". De Benedetti ha anche sottolineato che "non ci sarà nessun riassetto azionario", che il gruppo rimarrà così com'è e che le partecipazioni rimarranno quelle attuali.
L'INGEGNERE, INTRODURRE IN STATUTI SOCIETA' LIMITE DI ETA' (Adnkronos) - ''Dovrebbe essere introdotto nello Statuto delle Societa' un limite di eta'. Penso che noi lo faremo''. Lo ha detto Carlo De Benedetti, nel corso della conferenza stampa, tenutasi oggi a Milano, per annunciare le dimissioni dalle cariche di presidenza dei Gruppi fino ad oggi presieduti. De Benedetti ha motivato le sue decisioni con il raggiungimento dei 50 anni di vita lavorativa e i 75 anni di eta'.

da www.dagospia.com

1/26/2009

NON DITELO A TREMONTI

Lionello Mancini per il Sole 24 Ore

Da lunedì 2 febbraio, un gruppo di cinque esperti della Banca d'Italia si installerà a Milano per collaborare stabilmente con la Procura della Repubblica nelle indagini su reati economico-finanziari. Un gruppetto di consulenti che il Governatore Mario Draghi ha dislocato nella capitale economica del Paese, aderendo a una richiesta ufficiale avanzata poco dopo l'estate dal Procuratore capo Manlio Minale. Poche settimane per definire i dettagli tecnicooperativi e, poco dopo la metà di dicembre, il Governatore ha impartito le sue disposizioni.
Così, in nome dell'efficacia della collaborazione tra Istituzioni dello Stato, si è costituita la pattuglia di segugi guidata da Renato Righetti, storico punto di riferimento dell'antiriciclaggio dell'Uic e oggi della Banca d'Italia. Un gruppetto di esperti con notevoli poteri di indagine e una inedita indipendenza funzionale: i loro interfaccia saranno di fatto i soli magistrati e lo stesso Governatore.
Il gruppo di specialisti sarà «esclusivamente dedicato» alla lotta alla criminalità economica e finanzaria - dunque non al solo contrasto del reato di riciclaggio - e, su autorizzazione del Pm, potrà chiedere agli uffici preposti (banche, finanziarie, professionisti, alla stessa Banca d'Italia) ogni sorta di dati e documenti di interesse dell'inchiesta. Con, è il caso di aggiungere, una capacità di analisi e una velocità di utilizzo dei dati, finora impedita (e lamentata) dalle procedure che impongono defatiganti triangolazioni tra magistrati, polizia giudiziaria e consulenti. Data la delicatezza dei compiti assegnati alla nuova unità milanese, questa potrà richiedere - quando ritenuto necessario - la consegna di dati e documenti brevi manu, per limitare al massimo il pericolo di propalazione di notizie riservate. I membri della task force milanese saranno a tutti gli effetti ausiliari di Polizia giudiziaria a supporto del magistrato, così da semplificare le procedure e agevolare il contrasto a bancarottieri, evasori fiscali, corruttori, in genere abili e determinati nell'occultare i gruzzoli sottratti e magari nascosti in paradisi fiscali.
Se, com'è probabile, la collaborazione tra Banca d'Italia e Procura di Milano funzionerà, l'esperimento verrà esteso ad altri distretti giudiziari dell'intero territorio nazionale. L'iniziativa di un pool di specialisti finanziari che collabori con l'omologo pool di inquirenti, porta la firma del Governatore e del Procuratore di Milano, ma è verosimile che l'idea sia maturata nel collaudato tandem formato dai leader delle due pattuglie: Francesco Greco, Procuratore aggiunto di Milano e Renato Righetti, al momento numero due dell'Ufficio informazioni finanziarie della Banca d'Italia.
Un'accoppiata che ha lavorato a tutti i casi più importanti (Parmalat, Antonveneta, "furbetti", Siemens/Enelpower) recuperando alle casse statali e alle tasche dei risparmiatori, centinaia di milioni di provenienza illecita.

da www.dagospia.com

1/25/2009

Mario Morcellini tra politica, media e movimenti

Il preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione Mario Morcellini critica, nel suo intervento conclusivo alla presentazione del libro Manifesto dell' Università pubblica del 16 gennaio 09, l' atteggiamento negativo dei media e della politica nei riguardi dell' Università pubblica.







1/23/2009

UNIVERSITA' PUBBLICA E SAPERE CRITICO

Giuseppe Ugo Rescigno (docente della Facoltà di Giurisprudenza Sapienza Università di Roma),interviene su la valutazione dei professori.

Bit Generation - Lorenzo Ait 24 novembre 08

Bit Generation INIZIATIVA CULTURALE E SOCIALE DEGLI STUDENTI Lorenzo Ait Ex Alunno sdc, autore provocatorio di 30 e lode senza studiare Facoltà di Scienze della Comunicazione Sapienza Roma









1/22/2009

Il potere logora chi non ce l’ha

“Il potere logora chi non ce l’ha” una delle affermazioni più famose di un personaggio alquanto controverso della nostra repubblica cioè il Senatore GIULIO ANDREOTTI che il 14 gennaio ha compiuto 90 anni.
Raccontare in breve la sua storia è estremamente difficile visto che del privato si sa ben poco, tranne alcune curiosità, come una passione per i cannoli siciliani e le corse dei cavalli, ma ciò che impressiona è la sua capacità di riuscire a stare ben saldo al centro della vita politica italiana.

Giulio Andreotti nasce a Roma il 14 gennai 1919, laureatosi in giurisprudenza nel 1941 si specializzo’ successivamente in diritto canonico.
Intraprese la carriera politica nel corso degli studi, divenne presidente nazionale della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) dal 1942 al 44 succedendo ad Aldo Moro.
Negli anni della guerra conobbe Alcide De Gasperi divenendo un suo stretto collaboratore.
Indro Montanelli disse che quando andavano in chiesa insieme, De Gasperi parlava con Dio, Andreotti col prete.
Ecco in sintesi l’elenco degli incarichi di Governo che ci da’ l’idea piena del suo peso nella vita politica Italiana:
Segretario del Consiglio dei Ministri sei volte.
Ministro dell’Interno una volta.
Ministro delle Finanze due volte.
Ministro del Tesoro una volta.
Ministro della Difesa otto volte.
Ministro dell’industria, Commercio e Artigianato due volte.
Ministro del Bilancio e Programmazione Economica due volte.
Ministro degli Affari Esteri quattro volte
Ministro degli Affari Esteri e Ministro delle Politiche Comunitarie una volta
Presidente del Consiglio sette volte

I momenti più difficile che il senatore Giulio Andreotti ha affrontato nella sua lunga carriera sono due: il primo e’ stato il rapimento del On. Aldo Moro e la sua successiva morte per mano della formazione terroristica delle Brigate Rosse.
Negli anni successivi Andreotti fu accusato di aver abbandonato l’ On. Moro al suo destino avendo scelta la politica della Fermezza.
Accuse che lui ha sempre respinto con fermezza.
La secondo vicenda è quella giudiziaria che lo ha visto coinvolto nel 1993 a Palermo per rapporti con la Mafia e a Perugia come mandante dell’uccisione del giornalista Pecorella.
Assolto in tutti e due i procedimenti, anche se nella vicenda Palermitana rimangono ancora alcuni strascichi a causa di una non assoluzione piena,dal momento che è subentrata la prescrizione per i possibili reati commessi prima degli anni ottanta.
Ripercorrendo questa vicenda nel programma Porta a Porta di Vespa afferma che dietro i suoi guai giudiziari c’è la mano politica del Partito Comunista, tanto da affermare che tutto ciò non sarebbe accaduto se ci fosse stato Enrico Bellinguer.

Oggi a 90 anni il senatore non sembra voler andare in pensione e come ebbe modo di dire Bettino Craxi “questo ci sotterra a tutti” !!!!
Non mi resta che fare gli
Auguri al Senatore Giulio Andreotti

Di Antonio Nesci

1/09/2009

Università pubblica e sapere critico

Presentazione della ricerca:
L’Università tra crisi e futuro. Il ruolo dei media e della politica
di fronte all’alta formazione ed ai movimenti
Intervengono Rosanna Consolo e Elena Valentini
(Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza, Università di Roma)

Incontro in occasione dell’uscita del libro:
Manifesto per l'università pubblica
di G. Azzariti, A. Burgio, A. Lucarelli, A. Mastropaolo
Ne discutono Francesco Merloni (Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Perugia) e
Giuseppe Ugo Rescigno (Facoltà di Giurisprudenza della Sapienza, Università di Roma)
Coordina Paola Marsocci (Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza, Università di Roma)
Saranno presenti gli autori
venerdì 16 gennaio 2009, ore 10Aula Wolf – via Salaria, 113

1/08/2009

Università tra crisi e futuro 9/12/08

Cristiano Violani, Presidente del Nucleo di Valutazione d’Ateneo





Gruppo: analisi della Riforma Gelmini
Elena Valentini





Gruppo: sfera pubblica e analisi dei movimenti sociali
Gianni Ciofalo



Gruppo: giovani, politica, università
Laura Iannelli





Gruppo: internet: facebook e i social network nella protesta studentesca
Andrea Cerase



Gruppo: analisi contenuti della Riforma nei blog
Claudia Polo



MATERIALE SCARICABILE

L'UNIVERSITA' TRA CRISI E FUTURO - il ruolo dei media e della politica di fronte all'alta formazione e ai movimenti.

Cristiano Violan: 3+2 o Bologna Process? UNA PROSPETTIVA EUROPEA.