
Ma facciamo un passo indietro, è da più di un anno che i conti economici sono in rosso, pertanto si è fatta molto credibile la cessione del quotidiano ad un nuovo editore, in particolare al gruppo Angelucci.
Tutto ciò ha prodotto un senso di inquietudine nella redazione del quotidiano, non solo per via della vendita, ma soprattutto perché il gruppo Angelucci è editore di Libero, quotidiano vicino al centro destra.
Visti l’incertezza della vendita e i mancati nuovi investimenti vista la campagna elettorale, l’assemblea di redazione ha deciso di mettere in atto un pacchetto di sei giorni di sciopero dal 26 febbraio.
A. N.
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