1/31/2008
1/26/2008
In nome della laicità

E’ nella solidarietà a Papa Benedetto XVI che troviamo il vero significato della parola laicità.
La laicità è una prassi di civiltà, un insieme di procedure che offrono solide garanzie istituzionali alla libertà.
Chi si professa laico non si mostra indifferente rispetto alle scelte politiche e al dibattito culturale, cercando sempre il confronto.
Tutto ciò non vale all’interno dell’Università la Sapienza di Roma, nella quale una minoranza di docenti e studenti dei collettivi sono riusciti ad imbavagliare il Papa e cancellare uno dei pilastri fondamentali dell’Università, la laicità.
Ma tutto ciò oggi si sta trasformando in un formidabile autogol. Tutti parlano del Papa, visto anche il grandissimo successo dell’invito del cardinale Camillo Ruini ai fedeli di partecipare all’Angelus di domenica 20 gennaio 2008 che ha portato in piazza 200 mila credenti e non, per esprimere la solidarietà Benedetto XVI e che ha prodotto una nuova consapevolezza nell’essere cristiani e laici.
Non posso non rimproverare al Magnifico Rettore della Sapienza Renato Guarini una pessima gestione degli eventi, frutto anche di un buonismo dell’Università verso i collettivi i quali hanno dimostrato la loro vera natura anti liberale di queste nuove camice rosse.
Libertà, Libertà, Libertà.
Antonio Nesci
La laicità è una prassi di civiltà, un insieme di procedure che offrono solide garanzie istituzionali alla libertà.
Chi si professa laico non si mostra indifferente rispetto alle scelte politiche e al dibattito culturale, cercando sempre il confronto.
Tutto ciò non vale all’interno dell’Università la Sapienza di Roma, nella quale una minoranza di docenti e studenti dei collettivi sono riusciti ad imbavagliare il Papa e cancellare uno dei pilastri fondamentali dell’Università, la laicità.
Ma tutto ciò oggi si sta trasformando in un formidabile autogol. Tutti parlano del Papa, visto anche il grandissimo successo dell’invito del cardinale Camillo Ruini ai fedeli di partecipare all’Angelus di domenica 20 gennaio 2008 che ha portato in piazza 200 mila credenti e non, per esprimere la solidarietà Benedetto XVI e che ha prodotto una nuova consapevolezza nell’essere cristiani e laici.
Non posso non rimproverare al Magnifico Rettore della Sapienza Renato Guarini una pessima gestione degli eventi, frutto anche di un buonismo dell’Università verso i collettivi i quali hanno dimostrato la loro vera natura anti liberale di queste nuove camice rosse.
Libertà, Libertà, Libertà.
Antonio Nesci
1/24/2008
1/22/2008
Non habemus papam

Non habemus papam. Con queste parole su uno striscione la facoltà di fisica ha festeggiato la mancata partecipazione del papa all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università la Sapienza che si è svolta giovedì 17 gennaio 2008 e che, appunto, avrebbe dovuto avere come “ospite d’onore” joseph ratzinger. La rinuncia da parte del papa è avvenuta il 15 gennaio ,due giorni prima dell’appuntamento, dopo giorni di roventi polemiche che avevano coinvolto il mondo accademico. Polemiche che riguardavano proprio la presenza del pontefice a tale evento, giudicata inopportuna da molti professori e studenti (altro che sparuta minoranza). Alla fine, visto il clima di tensione venutosi a creare intorno all’evento, la santa sede ha deciso di declinare l’invito.
Il dettaglio non è insignificante. È stato il papa ha rinunciare. Nessuno ha impedito a chicchessia di intervenire. Che ora si parli di censura nei confronti del papa fa abbastanza ridere. Anzi, fa anche un po’ arrabbiare, detto da chi da secoli non fa altro che mettere al rogo gli eretici. Da quando esprimere dissenso significa censurare? Il processo a Galileo Galilei, quello è un esempio di censura. Questo è il papa che ha definito quel processo “ragionevole e giusto”.
Alcuni hanno addirittura affermato che quanto è successo mette in pericolo la laicità dello stato. E pensare che è stata la settimana in cui si è rimessa in discussione la legge 194 sull’aborto e Ferrara ha affermato che l’aborto è un omicidio. Ma forse sono io che vedo la realtà in modo distorto.
Alla fine comunque, nonostante qualche momento di tensione, la cerimonia si è svolta abbastanza tranquillamente. Alcuni professori hanno disertato l’avvenimento per protesta e gli studenti cattolici hanno protestato con una bandana sulla bocca per la censura ai danni di benedetto XVI. Già. Poveri cattolici. Adesso come faranno a esternare al mondo le loro opinioni? Saranno costretti ad andare sul palco all’Ambra Jovinelli?
Per finire, un consiglio. Gli studenti cattolici tengano pure le bandane sulla bocca, nessuno sentirà la mancanza delle loro parole.
Emiliano Ginn
Il dettaglio non è insignificante. È stato il papa ha rinunciare. Nessuno ha impedito a chicchessia di intervenire. Che ora si parli di censura nei confronti del papa fa abbastanza ridere. Anzi, fa anche un po’ arrabbiare, detto da chi da secoli non fa altro che mettere al rogo gli eretici. Da quando esprimere dissenso significa censurare? Il processo a Galileo Galilei, quello è un esempio di censura. Questo è il papa che ha definito quel processo “ragionevole e giusto”.
Alcuni hanno addirittura affermato che quanto è successo mette in pericolo la laicità dello stato. E pensare che è stata la settimana in cui si è rimessa in discussione la legge 194 sull’aborto e Ferrara ha affermato che l’aborto è un omicidio. Ma forse sono io che vedo la realtà in modo distorto.
Alla fine comunque, nonostante qualche momento di tensione, la cerimonia si è svolta abbastanza tranquillamente. Alcuni professori hanno disertato l’avvenimento per protesta e gli studenti cattolici hanno protestato con una bandana sulla bocca per la censura ai danni di benedetto XVI. Già. Poveri cattolici. Adesso come faranno a esternare al mondo le loro opinioni? Saranno costretti ad andare sul palco all’Ambra Jovinelli?
Per finire, un consiglio. Gli studenti cattolici tengano pure le bandane sulla bocca, nessuno sentirà la mancanza delle loro parole.
Emiliano Ginn
1/20/2008
La politica cambia i nomi,
Milioni di persone a votare per le primarie. Era iniziata così, nell’entusiasmo generale, l’avventura del Partito Democratico, la nuova formazione di centro-sinistra figlia della fusione tra Ds e Margherita. Tuttavia, nel giro di qualche mese ecco che si scoprono gli altarini: il partito, che doveva essere un grande esempio di rinnovamento della politica italiana, diventa teatrino dei battibecchi tra i soliti personaggi rimasti ancora legati alle fazioni d’origine e preoccupati di vedere scalfito il loro potere. Per non parlare del programma: su molti aspetti c’è ancora tanta confusione, come dimostrano i continui contrasti sulle questioni etiche. Il Partito Democratico è nuovo solo nel nome. Invece che rappresentare l’inizio della trasformazione di una politica che ha ormai stufato gli elettori, il nuovo partito non fa altro che accelerare quel processo di “americanizzazione” della politica, per cui l’ideologia viene rimpiazzata dal marketing. Insomma, la sinistra italiana cerca di far sua la strategia che ha portato Berlusconi a dominare il paese: pochi contenuti e tanta apparenza.
E il Cavaliere? Dopo la spallata non riuscita in occasione del voto sulla finanziaria al senato e il conseguente calo di consensi ha deciso un “restyling” del suo partito. Forza Italia diventa infatti il partito del Popolo delle Libertà, così come hanno scelto milioni di italiani (almeno così dice Berlusconi) che hanno fatto file ai gazebo per scegliere non i contenuti o i personaggi del nuovo partito (che restano gli stessi identici di prima), ma il nome. Una gran bella prova di democrazia…
E il Cavaliere? Dopo la spallata non riuscita in occasione del voto sulla finanziaria al senato e il conseguente calo di consensi ha deciso un “restyling” del suo partito. Forza Italia diventa infatti il partito del Popolo delle Libertà, così come hanno scelto milioni di italiani (almeno così dice Berlusconi) che hanno fatto file ai gazebo per scegliere non i contenuti o i personaggi del nuovo partito (che restano gli stessi identici di prima), ma il nome. Una gran bella prova di democrazia…
di Andrea Pranovi
andrea.pranovi@underpress.it
andrea.pranovi@underpress.it
1/07/2008
Pillole dal CdF di Scienze della Comunicazione

La novità più importante, passata a maggioranza, è il via dato dal Consiglio alla presidenza per verificare se ci sono le condizioni per rivedere la modalità della verifica finale della triennale e di conseguenza anche della specialistica (magistrale) e la possibile eliminazione sia dalla triennale che dalla specialistica (magistrale) del numero chiuso.
La volontà della presidenza, espressa molto chiaramente dal preside Mario Morcellini, è di modificare l’attuale Tesi della triennale con una verifica fatta da una commissione, mentre alla specialistica verrà richiesta una Tesi molto più corposa nei contenuti.
Anche il numero chiuso sia alla triennale che alla specialistica (magistrale) non è più visto come una necessità per la nostra presidenza e l’obiettivo è la sua graduale eliminazione.
Approfondiremo, sicuramente, questi temi nei prossimi numeri nel frattempo vi invito a scrivere alla nostra e-mail: officina_sdc@yahoo.it per farci sapere che ne pensate e a visitare il nostro sito: www.officinasdc.altervista.org dove troverete le registrazioni audio del Consiglio di Facoltà.
Di Antonio Nesci
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