
Non habemus papam. Con queste parole su uno striscione la facoltà di fisica ha festeggiato la mancata partecipazione del papa all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università la Sapienza che si è svolta giovedì 17 gennaio 2008 e che, appunto, avrebbe dovuto avere come “ospite d’onore” joseph ratzinger. La rinuncia da parte del papa è avvenuta il 15 gennaio ,due giorni prima dell’appuntamento, dopo giorni di roventi polemiche che avevano coinvolto il mondo accademico. Polemiche che riguardavano proprio la presenza del pontefice a tale evento, giudicata inopportuna da molti professori e studenti (altro che sparuta minoranza). Alla fine, visto il clima di tensione venutosi a creare intorno all’evento, la santa sede ha deciso di declinare l’invito.
Il dettaglio non è insignificante. È stato il papa ha rinunciare. Nessuno ha impedito a chicchessia di intervenire. Che ora si parli di censura nei confronti del papa fa abbastanza ridere. Anzi, fa anche un po’ arrabbiare, detto da chi da secoli non fa altro che mettere al rogo gli eretici. Da quando esprimere dissenso significa censurare? Il processo a Galileo Galilei, quello è un esempio di censura. Questo è il papa che ha definito quel processo “ragionevole e giusto”.
Alcuni hanno addirittura affermato che quanto è successo mette in pericolo la laicità dello stato. E pensare che è stata la settimana in cui si è rimessa in discussione la legge 194 sull’aborto e Ferrara ha affermato che l’aborto è un omicidio. Ma forse sono io che vedo la realtà in modo distorto.
Alla fine comunque, nonostante qualche momento di tensione, la cerimonia si è svolta abbastanza tranquillamente. Alcuni professori hanno disertato l’avvenimento per protesta e gli studenti cattolici hanno protestato con una bandana sulla bocca per la censura ai danni di benedetto XVI. Già. Poveri cattolici. Adesso come faranno a esternare al mondo le loro opinioni? Saranno costretti ad andare sul palco all’Ambra Jovinelli?
Per finire, un consiglio. Gli studenti cattolici tengano pure le bandane sulla bocca, nessuno sentirà la mancanza delle loro parole.
Emiliano Ginn
Il dettaglio non è insignificante. È stato il papa ha rinunciare. Nessuno ha impedito a chicchessia di intervenire. Che ora si parli di censura nei confronti del papa fa abbastanza ridere. Anzi, fa anche un po’ arrabbiare, detto da chi da secoli non fa altro che mettere al rogo gli eretici. Da quando esprimere dissenso significa censurare? Il processo a Galileo Galilei, quello è un esempio di censura. Questo è il papa che ha definito quel processo “ragionevole e giusto”.
Alcuni hanno addirittura affermato che quanto è successo mette in pericolo la laicità dello stato. E pensare che è stata la settimana in cui si è rimessa in discussione la legge 194 sull’aborto e Ferrara ha affermato che l’aborto è un omicidio. Ma forse sono io che vedo la realtà in modo distorto.
Alla fine comunque, nonostante qualche momento di tensione, la cerimonia si è svolta abbastanza tranquillamente. Alcuni professori hanno disertato l’avvenimento per protesta e gli studenti cattolici hanno protestato con una bandana sulla bocca per la censura ai danni di benedetto XVI. Già. Poveri cattolici. Adesso come faranno a esternare al mondo le loro opinioni? Saranno costretti ad andare sul palco all’Ambra Jovinelli?
Per finire, un consiglio. Gli studenti cattolici tengano pure le bandane sulla bocca, nessuno sentirà la mancanza delle loro parole.
Emiliano Ginn
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