Notizia dell’ultima ora: il nostro duce Gianni Augusto Alemanno è stato portato d’urgenza al pronto soccorso. Il dottor Gregorio Fascio, medico dell’ospedale Littorio di Roma, ha diffuso prontamente a diagnosi: dux nostra lux è affetto dalla sindrome di Andreotti.
La medaglia con la croce celtica che Alemanno porta al collo ha iniziato a pesare troppo, e al sindaco della sacra urbe eterna s’è incrinata la schiena. Tutto era iniziato una decida di giorni fa, quando la showgirl Mara Carfagna - Ministra delle Ìmpari Opportunità - ha negato il patrocinio al Gay Pride. Il nostro condottiero ha colto la palla al balzo aggiungendo:
”Anche il Comune di Roma negherà il patrocinio al Gay Pride, perché l’abbiamo già dato al Nazi Raid”. Una squadra di camerati ha infatti operato nella giornata di martedì scorso. Alcuni vili rossi universitari, occupando la presidenza, avevano impedito che l’organizzazione di partecipazione democratica Forza Nuova tenesse un convegno alla Facoltà di Lettere de La Sapienza sul tema delle Foibe: il preside della Facoltà Guido Pescosolido aveva dato l’autorizzazione a Forza Nuova, e per questo viene definito da alcuni sovversivi un perfetto imbecille.
I giovani camerati avevano invitato per l’occasione persino l’ill.mo europarlamentare Roberto Fiore, ma la propaganda comunista ostacolava l’evento adducendo questioni di merito: la giornata in ricordo delle Foibe è il 10 febbraio, perché trattare un simile tema a fine maggio? È evidente - continuano i sovversivi - che quelli di Forza Nuova sono dei
ritardati. Gli studenti rossi meritavano pena esemplare, e così alcuni squadristi hanno creduto, obbedito e combattuto, sprangando tenacemente alcuni studenti che attacchinavano manifesti sovversivi in via De Lollis e spedendoli all’ospedale.
Tra gli arditi picchiatori fascisti c’era Martin Avaro, responsabile della sezione piazza Vescovio, coordinatore provinciale di Forza Nuova e tra i protagonisti del documentario di stampo bolscevico "Nazirock”. Sembra che il duce Alemanno voglia gratificarlo assegnandoli l’Assessorato alla Rettitudine, la cui funzione sarà piegare la schiena ai sovverisivi. Tra questi segnaliamo Giorgio Bocca, che dopo Indro Montanelli ed Enzo Biagi è l’unico giornalista della vecchia guardia rimasto a romperci le imperiali palle. Il lurido ex partigiano ha affermato di essere “uno di quelli che si è battuto per il ritorno dell’Italia alla democrazia e per la sconfitta della dittatura fascista; difendo la memoria della stagione partigiana che riscattò questo Paese. Ma oggi sono uno sconfitto, hanno vinto loro”. È con gioia che riportiamo le frasi di Bocca: finalmente torniamo a tracciare il corso della Storia, ed anche i sovversivi riconoscono la nostra nera vittoria.
Tuttavia il lavoro è lontano dal ritenersi concluso: in giro ci sono ancora dei banditi che osano affermare di essere antifascisti.
TACO
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