6/11/2008

Non sono un animale

L’altra sera in un quartiere periferico di Roma si è svolta una caccia al Trans, da parte delle forze dell’ordine e della gente che esasperata è scesa in strada per farsi giustizia da sola, visto che le proprie istanze in questi anni non sono state ascoltate da nessuno.
Questo stato di esasperazione ha prodotto una caccia all’uomo che ci riporta alla mente altri tempi.
Una scena raccapricciante, dove uomini inseguivano altri uomini (i trans che in quel momento si trovavano su la strada a prostituirsi), con grida e insulti di vario tipo.
Alla fine la caccia è stata avara, solo due prede. Mentre la prima rassegnata al suo destino veniva caricata su un’auto delle forze dell’ordine, la seconda non voleva arrendersi al suo stato di “bestia”,gridava e si dimenava per il suo diritto ad esistere, gridando con tutto il fiato in corpo: non sono un animale, nell’indifferenza generale.
Queste parole hanno riecheggiato nella mia mente come un atto di accusa alla mia impotenza. Mi domando e vi domando, ricordando anche la vicenda della caccia al Rom a Napoli, è possibile che il nostro Paese ha scelto la strada dell’intolleranza più ceca, come siamo arrivati a tutto ciò e soprattutto di chi è la colpa di questa esasperazione sociale?
E’ bene ho la risposta a questa domanda, ecco i nomi dei colpevoli: Berlusconi, Veltroni, Prodi, Fini, Casini, Di Pietro, Giordano, Dilliberto e tutta la Casta.
Ma questa risposta non mi convince, non sono stato sincero fino in fondo la mia coscienza si ribella, non sono loro i veri colpevoli, al massimo sono dei macabri attori in un teatro ormai vuoto e con le scene decadenti.
Allora di chi è la colpa?
Semplice, ma difficile da accettare, è mia, perché in questi anni mi sono fatto strumentalizzare da un sistema di odio, o con Berlusconi o contro Berlusconi che ha impoverito di contenuti ed ideali la grande arte della politica. E’ mia perché ho legittimato questo sistema con il mio voto (il cosiddetto voto utile) e ho fatto salire sul palco dei mezzi attori che hanno reso mediocre una grande opera.
E’ mia perché anche io ho scelto di essere spettatore critico, forse, ma comunque spettatore e non aver avuto la forza e il coraggio di salire sul palco e cercare di scardinare il sistema.
E ora non mi resta che attendere il mio turno ad essere preda e dover anche io un giorno
gridare non sono un animale.
Antonio Nesci

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