10/31/2008

Appuntamenti via Salaria 113 occupata

Sabato 1 Novembre

ore 22: Sangria Party
"Danza e Militanza"
Via Salaria 113

Domenica 2 Novembre

ore 18: Proiezione Film
"La notte delle matite spezzate"
Aula Magna
ore 20: Aperitivo Sociale
con contorni musicali
Cortile interno

Lunedì 3 Novembre

ore 10: Assemblea Studentesca
Aula Magna
ore 14: Lezione del Prof. Luciano Benadusi
"Università italiana, tra riforma e decadenza"
Cortile interno

29 Ottobre 08 tra Lezioni in piazza e scontri a piazza Navona

NO all’occupazione

Ormai da settimane nelle Facoltà di Sociologia e di Scienze della Comunicazione ci si dibatte sul da farsi per far sentire la voce del dissenso non solo nel ristretto mondo accademico, ma nella società.
Si va dalle lezioni nelle piazze, caldeggiate da alcuni docenti, o per le strade, al centro degli incroci per produrre il massimo disaggio, proposta da alcuni studenti ecc…
Si potrebbe gia’ dibattere a lungo sulla legittimità di azioni del genere, ma il nodo che in ogni assemblea produce un forte attrito tra gli stessi studenti e i docenti riguarda l’ occupazioni delle Facoltà.
E’ in dubbio che la maggioranza degli studenti è consapevole della gravità dei tagli prodotti dalle legge 133, ma non è disposta ad un’ occupazione che produrrebbe solo un “danno” a loro stessi per almeno due ragioni.
La prima riguarda puramente una questione di maggiore difficoltà di mobilitazione, oggi è sufficiente tappezzare la Facoltà di manifesti o passare per le aule dove ci sono le lezioni per comunicare le iniziative. Con l’occupazione tutto ciò non sarà più possibile, visto che da esperienze passate si è visto che gli studenti in caso di blocco non vengono in Facoltà per le ragioni più disparate.
Il secondo punto riguarda ciò che noi vogliamo comunicare al di fuori.
In questi mesi i media ci hanno dipinto come dei fannulloni, noi dobbiamo dimostrare di essere migliori, ma non solo.
Se ormai è palese che la Destra e la Sinistra si sono posti un obiettivo preciso cioè di bloccare e smantellare Università e la Scuola pubblica, noi dobbiamo andare contro corrente dobbiamo essere ciò che non siamo stati negli anni passati: il vero motore del cambiamento; e l’occupazione è un frutto avvelenato che alla lunga non ci permetterà quello scambio di opinioni che è la benzina del nostro motore.
Tutti noi dobbiamo essere consapevoli che in ballo non c’è solo una questione di fondi dati o non dati, ma il problema è più profondo e riguarda il tipo di società che noi vogliamo per il nostro amato paese, oggi noi siamo soli ed è questa la nostra forza, noi oggi abbiamo la possibilità di costruire un nuovo paese scalzando questa nostra classe politica mediocre.
Non posso non fare un accenno a quel bravo venditore di fumo che guida il più grande partito di opposizione e dirgli:
TU NON SEI MEGLIO DELL’ALTRO VENDITORE DI FUMO.
di Antonio Nesci

10/26/2008

Un'azione unita contro la legge 133/08: secondo atto


Che sia un giovedì diverso rispetto agli altri si capisce già dalla mattina. Sono circa le 11. Arrivo a piazzale Aldo Moro ed incontro un cordone di studenti che sta per entrare nell'università. Davanti ad esso ci sono le forze dell'ordine. Seguo il flusso di gente che procede
fino alla statua della Minerva. L'assemblea è stata programmata per le 12, in Aula Magna, ma la gente è già tanta. Le scale che portano al rettorato sono occupate, così come la piazza dove
sorge la statua. C'è chi è soltanto incuriosito dai cori e non capisce cosa stia succedendo, chi, invece, è lì per far valerei propri diritti. Poco prima di mezzogiorno, gli scherni lasciano il posto
alle riflessioni. Il dibattito inizia e si tiene fuori, perché si è in troppi per poter entrare in Aula Magna.
Tante sono le facoltà che fanno sentire la propria voce. La prima a parlare è una ragazza di psicologia, che racconta di alcune assemblee, tenute nella sua facoltà, dove ha partecipato pure il Preside. Subito dopo interviene uno studente di fisica, che racconta di una settimana di incontri nei quali si è discussa la legge 133/08 per intero. Nella sua facoltà, dice, si vuole
costituire un “laboratorio permanente” di analisi della situazione. Gli studenti di fisica propongono il blocco della didattica che dovrà essere spiegato in tutte le motivazioni. Opinione condivisa anche da una ragazza di giurisprudenza, che non sopporta il fatto che sia l'università a dover pagare i buchi del governo. Ci sono anche ingegneria, economia, sociologia, scienze della comunicazione, scienze politiche. Anche medicina è presente, ed una studentessa racconta di come per la prima volta, in questa facoltà, ci sia stata una mobilitazione.
Dunque tante voci, che sono seguite da un intervento molto importante: quello di Luigi Frati. Il nuovo rettore della Sapienza esprime tutto il proprio dissenso per la privatizzazione dell'università, definita “una cretinata” e “al di fuori di ciò che detta la costituzione”. Tuttavia,
afferma che il problema è già insito da tempo nell'ambito accademico: la legge Berlinguer è più una legge per i professori che per gli studenti. Questo rende i corsi di laurea incapaci a “formare”. Inoltre, le strutture sono quelle che sono. Tutto ciò fa decadere il valore della cultura, non solo la legge 133. Frati parla, poi, del blocco della didattica definendolo “una soluzione immatura” perché c'è bisogno di una riflessione comune. Conclude il suo intervento rimandando alle decisioni del Senato Accademico. Dopo il discorso del rettore, qualche persona inizia ad andare via. Non tutti. Centinaia di studenti decidono di organizzare un corteo. La destinazione è via XX settembre 97, il Ministero dell'Economia. Mentre marciamo con loro, l'atmosfera che si sente è amichevole. Si crea quasi un senso di comunità, testimoniato dai tentativi di coinvolgimento ma anche dai saluti che provengono dalle macchine e dalle finestre
aperte.
Si respira un'aria che sa di un passato sentito ormai come troppo lontano.
di Marco Pennacchia

10/24/2008

Continuano le occupazioni, nonostante le minacce di Berlusconi

Le forze dell’ordine impediranno le occupazioni nelle scuole e nelle università italiane. È questo il messaggio lanciato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dopo l’esplosione delle proteste in tutta Italia contro il decreto Gelmini e la legge 133. Alla Sapienza di Roma attualmente le facoltà occupate sono quattro: Fisica, Scienze politiche, Lettere e Filosofia e Chimica.
Le agitazioni nel primo ateneo romano hanno avuto inizio la scorsa settimana con assemblee in tutte le facoltà. Giovedì 16 ottobre si è tenuta invece un’assemblea
d’ateneo, a cui è seguito un corteo spontaneo che è arrivato sotto il ministero dell’economia.
Anche lo sciopero generale di venerdì 17 è stato segnato dalle proteste degli universitari, che si sono staccati dal resto dei manifestanti per recarsi sotto al
ministero dell’istruzione. Con la nuova settimana la mobilitazione dell’università contro la legge 133 si è tutt’altro che affievolita. Lunedì studenti e docenti
della facoltà di Fisica hanno svolto le lezioni sotto alla Camera dei deputati a Montecitorio, mentre martedì si è svolto un sit-in in concomitanza dello svolgimento
della seduta del Senato accademico.
Già nel primo pomeriggio circa due migliaia di studenti hanno invaso il piazzale della Minerva e le scalinate dell’edifico del rettorato, chiedendo, con cori e
striscioni, il blocco della didattica. Nelle ore successive, con l’inizio della seduta, che nell’ordine del giorno prevedeva una discussione sulla legge 133, sono iniziate a trapelare notizie: le richieste dei presidi di alcune facoltà di bloccare la didattica per alcuni giorni è stata accolta dagli studenti con gli applausi. Ma subito dopo gli applausi si sono tramutati in fischi, poiché all’esterno del Rettorato è arrivata la decisione del Senato accademico: nessun blocco della didattica ma una giornata di mobilitazione (il 24 ottobre).
Gli studenti, che per alcuni minuti hanno assediato uno degli ingressi del palazzo del Rettorato, al grido di “Blocco subito” hanno così optato per occupare le
facoltà di Fisica, Scienze politiche e Lettere e Filosofia, a cui nelle ore successive si è aggiunta anche quella di chimica. In un comunicato emesso dagli studenti si legge che «l'occupazione non solo rappresenta un forte segno di protesta contro le decisioni prese dagli organi accademici della Sapienza, ma anche il mezzo per costruire momenti laboratoriali ed occasioni per estendere la mobilitazione. Parallelamente saranno portate avanti iniziative volte a sensibilizzare l'opinione pubblica da svolgersi all'interno e all'esterno dell'università».
Nella giornata di mercoledì, nonostante le minacce di Berlusconi, l’assemblea d’ateneo ha deciso di proseguire l’occupazione, mentre per giovedì pomeriggio è
stato indetto un sit-in di protesta sotto Palazzo Madama.
di Andrea Pranovi

10/22/2008

SIT-IN al Rettorato della SAPIENZA

Ecco i video del SIT-IN al Rettorato della Sapienza del 21 ottobre 2008 per chiede al Senato il blocco dell'anno accademico.



Intervosta al Rappresentante degli studenti nel Senato Accademico della Sapienza

10/17/2008

Assemblea organizzata dall UDU per discutere della legge 133/08





La facoltà è deserta, sono appena le 9. Apprendo da alcuni fogli attaccati ai muri che verso le 12 ci sarà un'assemblea per protestare contro la legge 133/08, in Aula Magna. Ne avevo sentito parlare poco di questa legge. Forse perché – penso – ai media fa più comodo così. Forse perché l'informazione è nelle mani di chi ci governa.
Decido allora di prendere il mio portatile e di andare su internet per trovare il testo di questa legge. Tante sono le cose che i medi non dicono. Facile parlare di tagli al finanziamento, delle solite proteste (dipinte come isolate) di varie facoltà. Non si tratta di un solo definanziamento. Parliamo di una riduzione del turn-over dei docenti che, in cinque anni, porterà ad un'assunzione ogni 5 pensionamenti. Insomma, un buon modo per accusare gli accademici di pesare alle casse dello stato.
La cosa più grave è però un'altra: trasformare l'istruzione da un diritto per tutti ad un bene individuale. Le università potrebbero diventare fondazioni in grado di ricevere finanziamenti privati.
Alle 12, in Aula Magna, si respira un'aria rabbiosa. Questo governo di pura immagine sta distruggendo la sostanza di ogni cosa. E parliamo dell'Italia, popolo di santi, navigatori ma anche di artisti. La cultura non può essere un bene da erogare da qualche azienda con interessi capitalistici.
Il primo a parlare è uno studente che racconta della riunione avvenuta in A1 il giorno precedente. Ci saranno state – dice – circa 30 persone. Da questa prima assemblea sono emerse delle richieste: sospensione della didattica e forme di sensibilizzazione, da parte dei docenti nelle ore di lezione. Quest'ultimo è un punto molto importante: se i mass-media non informano gli studenti di ciò che sta accadendo, ci penseranno i professori.
Ciò che conforta è che, nello scrutare l'aula, ci sono non solo tanti studenti ma anche molti docenti e rappresentanti del personale tecnico-amministrativo.
Interviene, ad esempio, il prof. Luciano Zani, Preside di Sociologia, che si dichiara sostenitore del “collettivismo d'azione” e fa notare come nel 2009, molto probabilmente, non sarà assunto nessun ricercatore per la prima volta nella storia. Subito dopo di lui, interviene il prof. Mario Morcellini, Preside di Scienze della Comunicazione, che auspica un fronte di protesta organizzato piuttosto che violento. Egli fa capire che, per catturare l'attenzione dei mass-media, è necessario un fronte compatto e deciso.
Tanti sono i docenti che fanno sentire la propria voce. Una tra queste è Maria Stella Agnoli, di Sociologia. Da lei apprendiamo che la questione relativa alla legge 133/08 è già stata discussa al CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane). La professoressa afferma che è necessario realizzare un tavolo tecnico per analizzare più nello specifico la legge. Senza un'approfondita conoscenza di essa, non si può scendere in campo a combattere.
Si tratta di un'opinione condivisa da molti studenti. Bisogna sapere cosa si ha di fronte, capire che cosa veramente si vuole. Solo allora si potrà agire. Molti studenti fanno notare, il progressivo smantellamento dell'istruzione.
Che la cultura sia il nemico di questo governo lo si era capito da tempo. Lo fa notare anche Giulia Rodano, assessore alla cultura della Regione Lazio, intervenuta anch'essa in assemblea. Ella sostiene che si deve ridare dignità all'ambito accademico. I professori appaiono sempre più come perditempo e fannulloni.
Ecco, quindi le proposte emerse in assemblea: costituire un gruppo tecnico di analisi della legge in questione, dedicare un quarto d'ora delle prossime lezioni alla discussione su questo tema, proporre il blocco didattico.
Sono quasi le 14. La gente inizia ad abbandonare i propri posti. Per la prima volta, però, noto un certo attivismo, una voglia di agire, un desiderio di cambiare le cose. Professori, studenti, personale amministrativo: tutti uniti assieme per dire no. Per la prima volta noto che la propaganda di distrazione e rammollimento di massa sta mostrando i suoi cardini.
di Marco Pennacchia

OFFICINAsdc: ASSEMBLEA ALLA SAPIENZA 16/10/08

OFFICINAsdc: Benedetta Cosmi Sapienza

10/04/2008

Erasmus Warm-Up Night 3 ROMA



OFFICINAsdc presenta: la terza e ultima serata di Warm-Up Night organizzata da ESN Roma

10/03/2008

Officina sdc Nuovissimo Ordinamento Didattico



Officina sdc intervista gli studenti di Scienze della Comunicazione Sapienza Roma sul tema del Nuovissimo Ordinamento Didattico.