12/30/2008
12/26/2008
Rioccupazione!! Senza il blocco della didattica.
Giorno 10 dicembre si è svolta nelle Facoltà di Scienze della Comunicazione e Sociologia la festa dal titolo “Vin Brulè x tutti” per festeggiare la rioccupazione delle Facoltà.
Non posso darvi molte informazioni sulla festa e come al solito il sito del movimento non è di grande aiuto.
Va detto però che l’occupazione è stata decisa da una decina di studenti, i quali come al solito non si sentono in dovere non solo di confrontarsi con gli studenti, ma nemmeno di scrivere due righe sul loro Blog per spiegare la decisione di riprendere questa forma di protesta.
Nella puntata di Banzai dal titolo (RI)Occupazione di Sociologia e SdC si è affrontato il tema della scarsa partecipazione degli studenti alla vita politica delle due Facoltà, dando la colpa in un modo a mio avviso eccessivo, agli stessi studenti, i quali non sembrano interessati alle vicende che li circondano.
Io non sono d’accordo, i primi mesi della contestazione anti 133, portata avanti da Studenti in Movimento che è formato sia da studenti di Sociologia che di Scienze della Comunicazione, la partecipazione alle Assemblee per discutere le modalità di protesta da parte degli studenti era più che buona, tanto da riempire il cortile di via Salaria o l’aula Magna di Sociologia sempre in via Salaria. Una mobilitazione durata alcuni mesi che però ad un certo punto si è spezzata al momento della prima occupazione.
Non a caso da quel momento in poi gli studenti hanno iniziato a prendere le distanze dal Movimento, che portava avanti pensieri ed iniziative non condivise e dove gli studenti erano diventati solo degli spettatori.
In base a questo non sono assolutamente d’ accordo nello scaricare la colpa della scarsa partecipazione sulle spalle degli studenti, pensare il contrario vuol dire nascondere i propri limiti e non voler ammettere che gli studenti hanno una testa che pensa ed è forse e proprio questo il problema.
Studenti in Movimento ha scelto la strada dello scontro e non del confronto, ha diviso invece di unire ed oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti, noi di OFF-LINE lo abbiamo denunciato ed oggi siamo ignorati dal movimento, oggi l’A1 è tornato ad essere un ghetto, non per volontà degli studenti ma per una scelta degli stessi Studenti in Movimento.
Anche la bassissima affluenza alle elezioni per il rinnovo degli organi rappresentativi può essere spiegata con una campagna elettorale a dir poco Fantozziana dove si va a votare o per amicizia o perché letteralmente accompagnati davanti ai seggi da qualche amico dell’amico, i programmi sono un qualcosa di sconosciuto e da noi i risultati si sono visti.
Per tanto la colpa della scarsa partecipazione non è da imputare agli studenti, ma ha ciò che si vuole comunicare.
Che cosa sta comunicando un Movimento che in dieci persone occupa due Facoltà?
Questa domanda la pongo agli Studenti in Movimento.
Ci sono però altre due domande che voglio porre sia al preside di Scienze della Comunicazione che quello di Sociologia: come è possibile che due Facoltà vengano occupate, anche senza il blocco della didattica, da dieci studenti senza che i presidi si oppongano?
Ma sopratutto i preside sono consapevoli che oggi siamo di fronte ad una rioccupazione?
Spero di ricevere presto le risposte a questi due semplici quesiti.
P.S. mi devo scusare con la ragazza che un po’ di tempo fa in A1 mi ha suggerito di andare a zappare invece di scrivere; sfortunatamente il maltempo mi ha impedito di seguire il tuo suggerimento che comunque spero presto di poter mettere in pratica.
Antonio Nesci
Non posso darvi molte informazioni sulla festa e come al solito il sito del movimento non è di grande aiuto.
Va detto però che l’occupazione è stata decisa da una decina di studenti, i quali come al solito non si sentono in dovere non solo di confrontarsi con gli studenti, ma nemmeno di scrivere due righe sul loro Blog per spiegare la decisione di riprendere questa forma di protesta.
Nella puntata di Banzai dal titolo (RI)Occupazione di Sociologia e SdC si è affrontato il tema della scarsa partecipazione degli studenti alla vita politica delle due Facoltà, dando la colpa in un modo a mio avviso eccessivo, agli stessi studenti, i quali non sembrano interessati alle vicende che li circondano.
Io non sono d’accordo, i primi mesi della contestazione anti 133, portata avanti da Studenti in Movimento che è formato sia da studenti di Sociologia che di Scienze della Comunicazione, la partecipazione alle Assemblee per discutere le modalità di protesta da parte degli studenti era più che buona, tanto da riempire il cortile di via Salaria o l’aula Magna di Sociologia sempre in via Salaria. Una mobilitazione durata alcuni mesi che però ad un certo punto si è spezzata al momento della prima occupazione.
Non a caso da quel momento in poi gli studenti hanno iniziato a prendere le distanze dal Movimento, che portava avanti pensieri ed iniziative non condivise e dove gli studenti erano diventati solo degli spettatori.
In base a questo non sono assolutamente d’ accordo nello scaricare la colpa della scarsa partecipazione sulle spalle degli studenti, pensare il contrario vuol dire nascondere i propri limiti e non voler ammettere che gli studenti hanno una testa che pensa ed è forse e proprio questo il problema.
Studenti in Movimento ha scelto la strada dello scontro e non del confronto, ha diviso invece di unire ed oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti, noi di OFF-LINE lo abbiamo denunciato ed oggi siamo ignorati dal movimento, oggi l’A1 è tornato ad essere un ghetto, non per volontà degli studenti ma per una scelta degli stessi Studenti in Movimento.
Anche la bassissima affluenza alle elezioni per il rinnovo degli organi rappresentativi può essere spiegata con una campagna elettorale a dir poco Fantozziana dove si va a votare o per amicizia o perché letteralmente accompagnati davanti ai seggi da qualche amico dell’amico, i programmi sono un qualcosa di sconosciuto e da noi i risultati si sono visti.
Per tanto la colpa della scarsa partecipazione non è da imputare agli studenti, ma ha ciò che si vuole comunicare.
Che cosa sta comunicando un Movimento che in dieci persone occupa due Facoltà?
Questa domanda la pongo agli Studenti in Movimento.
Ci sono però altre due domande che voglio porre sia al preside di Scienze della Comunicazione che quello di Sociologia: come è possibile che due Facoltà vengano occupate, anche senza il blocco della didattica, da dieci studenti senza che i presidi si oppongano?
Ma sopratutto i preside sono consapevoli che oggi siamo di fronte ad una rioccupazione?
Spero di ricevere presto le risposte a questi due semplici quesiti.
P.S. mi devo scusare con la ragazza che un po’ di tempo fa in A1 mi ha suggerito di andare a zappare invece di scrivere; sfortunatamente il maltempo mi ha impedito di seguire il tuo suggerimento che comunque spero presto di poter mettere in pratica.
Antonio Nesci
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12/21/2008
12/19/2008
12/18/2008
(Ri)Occupazione di Sociologie e SdC Sapienza Roma
12/17/2008
Una scelta lungimirante? Costruire un asse Roma-Pomezia!
Pomezia ha un nuovo rappresentante per Scienze della Comunicazione a Roma. La scelta è andata su di me, ma poco sarebbe importato se fosse stato eletto qualcun altro: l’importante era portare la voce del Campus Universitario fra le stanze e i corridoi di via Salaria. La notizia della vittoria mi era giunta quasi inaspettata, perché fino all’ultimo avevo temuto che i voti non potessero essere paragonabili per numero
con quelli di Roma. E invece i ragazzi di Pomezia si sono rivelati molto attenti a temi così importanti come la rappresentanza studentesca, lanciando un segnale inequivocabile: “non siamo studenti di serie B”. Ancora oggi molti ragazzi, universitari e liceali, non immaginano neanche lontanamente l’esistenza di questo Polo immerso nel verde. Esse est percipi, come avrebbe detto Berkeley: ogni entità, per esistere
deve essere percepita. Per moltissimi docenti e studenti romani noi non esistevamo. E come può una cosa che non esiste, avere proposte e problemi? Filosofia a parte, sarebbe tuttavia fuorviante affermare che via Salaria si sia completamente disinteressata ai “comunicatori-in-erba” del Campus. Gli sforzi sono stati fatti e si sta ancora lavorando duro per portare il consolidamento dell’asse Roma-Pomezia a livelli produttivi: un importante passo lo ha fatto Benedetta Cosmi, la rappresentante uscente dal nostro Consiglio di facoltà, che, approfittando dell’evento organizzato al Campus da Radio Sapienza, si è messa in contatto con me per scrivere un articolo sul numero 12 di Straparlo.
“Mettiamo su un palinsesto!”, questo il titolo con cui Benedetta ha voluto costruire un ponte fra comunicatori romani e quelli pometini, proponendo agli studenti del Campus di candidarsi alle elezioni studentesche di Novembre. Sono del parere che se si vuole ottenere qualcosa ci vuole molto tempo. Ma sono anche convinto, che insistendo con fermezza nel richiederla sia a chi di dovere, ma soprattutto a
noi stessi, si possano ottenere risultati veramente grandi. La mia fondamentale missione è sviluppare - attraverso la collaborazione di chiunque ne sia interessato - l’asse Roma - Pomezia; dimostrare a preside, docenti e colleghi, che puntare sul Campus Universitario è un atto di grande lungimiranza.
Messa in uno slogan “Servizi più efficienti attraggono più studenti”. Più studenti, più tasse convogliate in facoltà, più fondi, più servizi, più studenti. E così via: più tasse, più fondi… A Pomezia serve una biblioteca, soprattutto per reperire i libri più introvabili, che ti costringono a fare pellegrinaggi a Roma.
Di una segreteria didattica, o - se proprio non si può - comitati i accoglienza, come il CIAO. E dei laboratori di comunicazione: creare una sede ad hoc per il giornale universitario, promuovere l’organizzazione di eventi (e quindi redazione, di comunicati stampa, raccolta dei dati), creare gruppi
di lavoro o di ricerca.
Sulla falsa riga dell’articolo di Benedetta, lancio un appello agli studenti romani: abbiamo tutto lo spazio necessario per ospitare eventi, seminari ed iniziative varie. Viviamo in mezzo ad una bellissima sughereta, che se sfruttata al meglio potrebbe essere la perfetta locazione per molti eventi estivi.
Pensiamo ad esempio, alla festa universitaria, che magari potremmo tenere in una stellata sera di luglio, piena di stand e musica: e se, proprio volessimo completare questa serata con dei momenti indimenticabili, potremmo allontanarci man mano dall’atmosfera festosa del palco, per ritrovarci a passeggiare su un sentiero illuminato, e, circondati dagli aromi della sughereta, udire poco a poco il canto dei grilli.
Invito tutti gli studenti di Roma a venire al Campus per mostrare loro che non sto raccontando favolette. Se siete interessati alle cose che ho scritto in questo articolo, mettevi in
contatto con me: jeankrauts@gmail.com .
L’interesse, le critiche e le idee servono sempre, specialmente se vogliamo costruire un qualcosa non solo per la facoltà, ma anche il nostro futuro professionale.
con quelli di Roma. E invece i ragazzi di Pomezia si sono rivelati molto attenti a temi così importanti come la rappresentanza studentesca, lanciando un segnale inequivocabile: “non siamo studenti di serie B”. Ancora oggi molti ragazzi, universitari e liceali, non immaginano neanche lontanamente l’esistenza di questo Polo immerso nel verde. Esse est percipi, come avrebbe detto Berkeley: ogni entità, per esistere
deve essere percepita. Per moltissimi docenti e studenti romani noi non esistevamo. E come può una cosa che non esiste, avere proposte e problemi? Filosofia a parte, sarebbe tuttavia fuorviante affermare che via Salaria si sia completamente disinteressata ai “comunicatori-in-erba” del Campus. Gli sforzi sono stati fatti e si sta ancora lavorando duro per portare il consolidamento dell’asse Roma-Pomezia a livelli produttivi: un importante passo lo ha fatto Benedetta Cosmi, la rappresentante uscente dal nostro Consiglio di facoltà, che, approfittando dell’evento organizzato al Campus da Radio Sapienza, si è messa in contatto con me per scrivere un articolo sul numero 12 di Straparlo.
“Mettiamo su un palinsesto!”, questo il titolo con cui Benedetta ha voluto costruire un ponte fra comunicatori romani e quelli pometini, proponendo agli studenti del Campus di candidarsi alle elezioni studentesche di Novembre. Sono del parere che se si vuole ottenere qualcosa ci vuole molto tempo. Ma sono anche convinto, che insistendo con fermezza nel richiederla sia a chi di dovere, ma soprattutto a
noi stessi, si possano ottenere risultati veramente grandi. La mia fondamentale missione è sviluppare - attraverso la collaborazione di chiunque ne sia interessato - l’asse Roma - Pomezia; dimostrare a preside, docenti e colleghi, che puntare sul Campus Universitario è un atto di grande lungimiranza.
Messa in uno slogan “Servizi più efficienti attraggono più studenti”. Più studenti, più tasse convogliate in facoltà, più fondi, più servizi, più studenti. E così via: più tasse, più fondi… A Pomezia serve una biblioteca, soprattutto per reperire i libri più introvabili, che ti costringono a fare pellegrinaggi a Roma.
Di una segreteria didattica, o - se proprio non si può - comitati i accoglienza, come il CIAO. E dei laboratori di comunicazione: creare una sede ad hoc per il giornale universitario, promuovere l’organizzazione di eventi (e quindi redazione, di comunicati stampa, raccolta dei dati), creare gruppi
di lavoro o di ricerca.
Sulla falsa riga dell’articolo di Benedetta, lancio un appello agli studenti romani: abbiamo tutto lo spazio necessario per ospitare eventi, seminari ed iniziative varie. Viviamo in mezzo ad una bellissima sughereta, che se sfruttata al meglio potrebbe essere la perfetta locazione per molti eventi estivi.
Pensiamo ad esempio, alla festa universitaria, che magari potremmo tenere in una stellata sera di luglio, piena di stand e musica: e se, proprio volessimo completare questa serata con dei momenti indimenticabili, potremmo allontanarci man mano dall’atmosfera festosa del palco, per ritrovarci a passeggiare su un sentiero illuminato, e, circondati dagli aromi della sughereta, udire poco a poco il canto dei grilli.
Invito tutti gli studenti di Roma a venire al Campus per mostrare loro che non sto raccontando favolette. Se siete interessati alle cose che ho scritto in questo articolo, mettevi in
contatto con me: jeankrauts@gmail.com .
L’interesse, le critiche e le idee servono sempre, specialmente se vogliamo costruire un qualcosa non solo per la facoltà, ma anche il nostro futuro professionale.
Jean-Luc Krautsieder
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12/16/2008
Garanzia del pluralismo informativo in facoltà
All’indomani del risultato elettorale che ha sancito l’incredibile boicottaggio da parte dell’elettorato votante, non si può non affrontare un tema importante come quello della garanzia del pluralismo informativo, all’interno della nostra struttura universitaria. In concomitanza appunto con le elezioni
delle rappresentanze studentesche e con la relativa pianificazione della nostra informazione legata al giornalino “Offline”, ed alla messa in video dei nostri commenti, si sono venuti a creare purtroppo episodi di intolleranza. Già in occasione della campagna elettorale si erano manifestati questi eventi, in cui sono stati illegittimamente a mio avviso staccati dei manifesti, nei confronti di alcuni movimenti di rappresentanza. Così come ingiustificabile è risultata questa pseudo lotta e pseudo contestazione nei confronti di Antonio Nesci in occasione dell’articolo sull’occupazione. Ora mi chiedo da convinto democratico come si possa non patrocinare chi come noi perpetra campagne informative completamente
apartitiche ed apoliticizzate, e che hanno come unico scopo quello di mettersi al servizio, oltre che della libertà, dei nostri ascoltatori e lettori. Quello che ritengo completamente fuori luogo è questo accaparrarsi il diritto di polemizzare su cose irreali e che sono state il risultato, di una mancanza di informazione corretta sui contenuti. Ora perdonatemi non si possono affrontare dei dibattiti quando non si hanno reali
argomenti di proposta, oppure per sentito dire si sostengono campagne di demonizzazione dell’altro. Posso assicurare, altrimenti del resto non parteciperei, come dai due a mio avviso grandi sostenitori della libera informazione, come Antonio ed Andrea Pranovi, provenga il massimo della serietà nell’affrontare gli argomenti, con il dovuto rispetto di tutte le parti chiamate in causa, e soprattutto il massimo della garanzia del pluralismo. Andrea soprattutto, e lo posso dire apertamente, non legge mai i nostri articoli, non censura mai niente, e perdonatemi se questa non è libertà d’informazione, ce lo dovrebbe dire chi contesta, qual è la “diritta via” da seguire; lo ascolteremmo con la giusta attenzione! Ci è stato contestato nell’ultimo video messo in rete su youtube, che noi in occasione del dibattito sulle elezioni universitarie, abbiamo omesso il fatto che nel movimento “Vento di cambiamento”, ci siano potenziali votanti del vecchio partito di Berlusconi “Forza Italia”, ora “P.d.l.”. Non è assolutamente vero, come del resto possono confermare le immagini. Questo tema è stato affrontato e come dandogli la giusta importanza.
Lo abbiamo esplicitamente chiesto al rappresentante candidato ospite, Franco Noè ed è venuto fuori il fatto che pur avendo una connotazione nel centrodestra, il movimento si continua a dichiarare apartitico. Da notare come “Vento di cambiamento” sia contro la legge 133. Dunque di cosa stiamo parlando! Paradosso, colui che ha compiuto dichiarazioni non ha nemmeno visto il nostro video. Suvvia!! Non facciamo i ridicoli. La nostra filosofia è stata sempre quella di dare voce a tutti, a chi è orientato a sinistra, a chi è orientato a destra,a chi al centro. Abbiamo chiesto ai pseudo contestatori, di venire a controbattere, non si è presentato nessuno. Parla da sola la cosa. Tutto ciò mi sembra una strumentalizzazione del tutto priva di reali basi solide di argomentazione che termina in una superficialità, che non serve a nessuno e che non ci rende né veramente liberi e né soprattutto in procinto di crescita culturale, ma infinitamente schiavi del pregiudizio.
Patrizio Rosati
delle rappresentanze studentesche e con la relativa pianificazione della nostra informazione legata al giornalino “Offline”, ed alla messa in video dei nostri commenti, si sono venuti a creare purtroppo episodi di intolleranza. Già in occasione della campagna elettorale si erano manifestati questi eventi, in cui sono stati illegittimamente a mio avviso staccati dei manifesti, nei confronti di alcuni movimenti di rappresentanza. Così come ingiustificabile è risultata questa pseudo lotta e pseudo contestazione nei confronti di Antonio Nesci in occasione dell’articolo sull’occupazione. Ora mi chiedo da convinto democratico come si possa non patrocinare chi come noi perpetra campagne informative completamente
apartitiche ed apoliticizzate, e che hanno come unico scopo quello di mettersi al servizio, oltre che della libertà, dei nostri ascoltatori e lettori. Quello che ritengo completamente fuori luogo è questo accaparrarsi il diritto di polemizzare su cose irreali e che sono state il risultato, di una mancanza di informazione corretta sui contenuti. Ora perdonatemi non si possono affrontare dei dibattiti quando non si hanno reali
argomenti di proposta, oppure per sentito dire si sostengono campagne di demonizzazione dell’altro. Posso assicurare, altrimenti del resto non parteciperei, come dai due a mio avviso grandi sostenitori della libera informazione, come Antonio ed Andrea Pranovi, provenga il massimo della serietà nell’affrontare gli argomenti, con il dovuto rispetto di tutte le parti chiamate in causa, e soprattutto il massimo della garanzia del pluralismo. Andrea soprattutto, e lo posso dire apertamente, non legge mai i nostri articoli, non censura mai niente, e perdonatemi se questa non è libertà d’informazione, ce lo dovrebbe dire chi contesta, qual è la “diritta via” da seguire; lo ascolteremmo con la giusta attenzione! Ci è stato contestato nell’ultimo video messo in rete su youtube, che noi in occasione del dibattito sulle elezioni universitarie, abbiamo omesso il fatto che nel movimento “Vento di cambiamento”, ci siano potenziali votanti del vecchio partito di Berlusconi “Forza Italia”, ora “P.d.l.”. Non è assolutamente vero, come del resto possono confermare le immagini. Questo tema è stato affrontato e come dandogli la giusta importanza.
Lo abbiamo esplicitamente chiesto al rappresentante candidato ospite, Franco Noè ed è venuto fuori il fatto che pur avendo una connotazione nel centrodestra, il movimento si continua a dichiarare apartitico. Da notare come “Vento di cambiamento” sia contro la legge 133. Dunque di cosa stiamo parlando! Paradosso, colui che ha compiuto dichiarazioni non ha nemmeno visto il nostro video. Suvvia!! Non facciamo i ridicoli. La nostra filosofia è stata sempre quella di dare voce a tutti, a chi è orientato a sinistra, a chi è orientato a destra,a chi al centro. Abbiamo chiesto ai pseudo contestatori, di venire a controbattere, non si è presentato nessuno. Parla da sola la cosa. Tutto ciò mi sembra una strumentalizzazione del tutto priva di reali basi solide di argomentazione che termina in una superficialità, che non serve a nessuno e che non ci rende né veramente liberi e né soprattutto in procinto di crescita culturale, ma infinitamente schiavi del pregiudizio.
Patrizio Rosati
12/15/2008
12/12/2008
La confusione della sinistra tra Luxuria e Murdoch
“Vladimir come Obama?”. Una frase strillata dalla Ventura all’ultima puntata dell’Isola dei famosi? No. Un urlo di gioia di un fan del transgender più famoso d’Italia? Nemmeno. Allora è stato qualcuno che si è solo divertito a fare una battuta? No, neanche. Il paragone con il presidente neoeletto degli Stati Uniti è stato fatto all’indomani della vittoria di Vladimir Luxuria nel reality show di Raidue su un articolo di Liberazione,
quotidiano di Rifondazione comunista, partito per il quale è stato deputato durante la breve esperienza del governo Prodi.
A pagina 14 del giornale diretto Sansonetti, nell’articolo di Angela Azzaro, intitolato “Forza Vladimir Hai vinto tu”, si legge: «Vladimir come Obama? E' un po' esagerato, ma fatecelo dire. Con il primo presidente afroamericano che va alla Casa Bianca si rompe il pregiudizio che per più di un secolo ha tenuto un popolo lontano dalla più importante istituzione americana, con Vladimir all' Isola si rompe il tabù dell'eterosessualità a tutti i costi». Queste parole pongono innanzitutto una domanda: la vittoria ad un reality show può essere vista come la rottura di un tabù così fortemente radicato nella cultura del nostro paese? Ma indipendentemente da questo viene da chiedersi come sia possibile che un quotidiano che è
diretta espressione di un partito che si dichiara “comunista” decida di dare così grande enfasi ad un programma televisivo come l’Isola dei famosi. È vero che Luxuria è stata deputata del Prc, ma il fatto che Liberazione abbia deciso di dare tanto spazio a una trasmissione televisiva così superficiale, così
trash e così lontana dai valori della sinistra, nato per fare concorrenza al Grande Fratello delle reti berlusconiane, è l’ ennesimo indicatore della situazione di grande crisi che sta vivendo un’importante area della politica italiana. Una crisi che riguarda anche il Partito democratico, che negli ultimi giorni ha utilizzato come cavallo di battaglia contro il governo l’aumento dell’iva al 20% sull’abbonamento Sky. Per
due settimane il teatrino della politica non ha fatto altro che parlare di questo, mentre intanto si taglia sulla scuola, i precari perdono il posto di lavoro e aumenta il numero di persone che fino a ieri avevano un tenore di vita normale e oggi fanno la fila per pranzare alla mensa della caritas o aspettano che chiudano i mercati per racimolare qualcosa da mangiare. Certo, l’aumento dell’abbonamento a Sky favorirà in un modo o nell’altro le tv di Berlusconi e ancora una volta, quindi, entra il gioco l’ormai vecchia questione del conflitto d’interessi. Ma che l’opposizione decida di basare lo scontro politico sull’ aumento dell’abbonamento di una pay tv di proprietà di un ultramiliardario è incredibile, soprattutto di fronte a un governo che sta smantellando la scuola e l’università pubblica e che tra poco metterà mano anche sul sistema giudiziario.
Mai come in questo in momento il Pd, sempre più dilaniato dagli scontri tra le correnti interne, sta mostrando la sua povertà di contenuti e la sua incapacità a creare una vera e propria opposizione
al centro-destra. E questo ovviamente rafforza sempre più Berlusconi e il suo esecutivo, ormai liberi di fare e di far credere agli italiani ciò che vogliono. Se dieci anni fa qualcuno avesse detto che la sinistra italiana si sarebbe messa a fare il tifo ai reality show e a difendere le tv a pagamento in pochi gli avrebbero creduto…
Andrea Pranovi
andrea.pranovi@underpress.it
quotidiano di Rifondazione comunista, partito per il quale è stato deputato durante la breve esperienza del governo Prodi.
A pagina 14 del giornale diretto Sansonetti, nell’articolo di Angela Azzaro, intitolato “Forza Vladimir Hai vinto tu”, si legge: «Vladimir come Obama? E' un po' esagerato, ma fatecelo dire. Con il primo presidente afroamericano che va alla Casa Bianca si rompe il pregiudizio che per più di un secolo ha tenuto un popolo lontano dalla più importante istituzione americana, con Vladimir all' Isola si rompe il tabù dell'eterosessualità a tutti i costi». Queste parole pongono innanzitutto una domanda: la vittoria ad un reality show può essere vista come la rottura di un tabù così fortemente radicato nella cultura del nostro paese? Ma indipendentemente da questo viene da chiedersi come sia possibile che un quotidiano che è
diretta espressione di un partito che si dichiara “comunista” decida di dare così grande enfasi ad un programma televisivo come l’Isola dei famosi. È vero che Luxuria è stata deputata del Prc, ma il fatto che Liberazione abbia deciso di dare tanto spazio a una trasmissione televisiva così superficiale, così
trash e così lontana dai valori della sinistra, nato per fare concorrenza al Grande Fratello delle reti berlusconiane, è l’ ennesimo indicatore della situazione di grande crisi che sta vivendo un’importante area della politica italiana. Una crisi che riguarda anche il Partito democratico, che negli ultimi giorni ha utilizzato come cavallo di battaglia contro il governo l’aumento dell’iva al 20% sull’abbonamento Sky. Per
due settimane il teatrino della politica non ha fatto altro che parlare di questo, mentre intanto si taglia sulla scuola, i precari perdono il posto di lavoro e aumenta il numero di persone che fino a ieri avevano un tenore di vita normale e oggi fanno la fila per pranzare alla mensa della caritas o aspettano che chiudano i mercati per racimolare qualcosa da mangiare. Certo, l’aumento dell’abbonamento a Sky favorirà in un modo o nell’altro le tv di Berlusconi e ancora una volta, quindi, entra il gioco l’ormai vecchia questione del conflitto d’interessi. Ma che l’opposizione decida di basare lo scontro politico sull’ aumento dell’abbonamento di una pay tv di proprietà di un ultramiliardario è incredibile, soprattutto di fronte a un governo che sta smantellando la scuola e l’università pubblica e che tra poco metterà mano anche sul sistema giudiziario.
Mai come in questo in momento il Pd, sempre più dilaniato dagli scontri tra le correnti interne, sta mostrando la sua povertà di contenuti e la sua incapacità a creare una vera e propria opposizione
al centro-destra. E questo ovviamente rafforza sempre più Berlusconi e il suo esecutivo, ormai liberi di fare e di far credere agli italiani ciò che vogliono. Se dieci anni fa qualcuno avesse detto che la sinistra italiana si sarebbe messa a fare il tifo ai reality show e a difendere le tv a pagamento in pochi gli avrebbero creduto…
Andrea Pranovi
andrea.pranovi@underpress.it
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