“Vladimir come Obama?”. Una frase strillata dalla Ventura all’ultima puntata dell’Isola dei famosi? No. Un urlo di gioia di un fan del transgender più famoso d’Italia? Nemmeno. Allora è stato qualcuno che si è solo divertito a fare una battuta? No, neanche. Il paragone con il presidente neoeletto degli Stati Uniti è stato fatto all’indomani della vittoria di Vladimir Luxuria nel reality show di Raidue su un articolo di Liberazione,
quotidiano di Rifondazione comunista, partito per il quale è stato deputato durante la breve esperienza del governo Prodi.
A pagina 14 del giornale diretto Sansonetti, nell’articolo di Angela Azzaro, intitolato “Forza Vladimir Hai vinto tu”, si legge: «Vladimir come Obama? E' un po' esagerato, ma fatecelo dire. Con il primo presidente afroamericano che va alla Casa Bianca si rompe il pregiudizio che per più di un secolo ha tenuto un popolo lontano dalla più importante istituzione americana, con Vladimir all' Isola si rompe il tabù dell'eterosessualità a tutti i costi». Queste parole pongono innanzitutto una domanda: la vittoria ad un reality show può essere vista come la rottura di un tabù così fortemente radicato nella cultura del nostro paese? Ma indipendentemente da questo viene da chiedersi come sia possibile che un quotidiano che è
diretta espressione di un partito che si dichiara “comunista” decida di dare così grande enfasi ad un programma televisivo come l’Isola dei famosi. È vero che Luxuria è stata deputata del Prc, ma il fatto che Liberazione abbia deciso di dare tanto spazio a una trasmissione televisiva così superficiale, così
trash e così lontana dai valori della sinistra, nato per fare concorrenza al Grande Fratello delle reti berlusconiane, è l’ ennesimo indicatore della situazione di grande crisi che sta vivendo un’importante area della politica italiana. Una crisi che riguarda anche il Partito democratico, che negli ultimi giorni ha utilizzato come cavallo di battaglia contro il governo l’aumento dell’iva al 20% sull’abbonamento Sky. Per
due settimane il teatrino della politica non ha fatto altro che parlare di questo, mentre intanto si taglia sulla scuola, i precari perdono il posto di lavoro e aumenta il numero di persone che fino a ieri avevano un tenore di vita normale e oggi fanno la fila per pranzare alla mensa della caritas o aspettano che chiudano i mercati per racimolare qualcosa da mangiare. Certo, l’aumento dell’abbonamento a Sky favorirà in un modo o nell’altro le tv di Berlusconi e ancora una volta, quindi, entra il gioco l’ormai vecchia questione del conflitto d’interessi. Ma che l’opposizione decida di basare lo scontro politico sull’ aumento dell’abbonamento di una pay tv di proprietà di un ultramiliardario è incredibile, soprattutto di fronte a un governo che sta smantellando la scuola e l’università pubblica e che tra poco metterà mano anche sul sistema giudiziario.
Mai come in questo in momento il Pd, sempre più dilaniato dagli scontri tra le correnti interne, sta mostrando la sua povertà di contenuti e la sua incapacità a creare una vera e propria opposizione
al centro-destra. E questo ovviamente rafforza sempre più Berlusconi e il suo esecutivo, ormai liberi di fare e di far credere agli italiani ciò che vogliono. Se dieci anni fa qualcuno avesse detto che la sinistra italiana si sarebbe messa a fare il tifo ai reality show e a difendere le tv a pagamento in pochi gli avrebbero creduto…
Andrea Pranovi
andrea.pranovi@underpress.it
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