4/21/2008

Il crollo della sinistra

Berlusconi ha stravinto. Schiacciante il divario tra Pdl e Pd. Impressionante il successo della Lega. Buono il risultato dell’Italia dei Valori. Ma il dato più eclatante che è uscito dalle urne è la sconfitta della Sinistra-Arcobaleno. 3% alla Camera e 3,2% al Senato: lontano dalla soglia di sbarramento del 4% a Montecitorio, lontanissimo da quella dell’8% a Palazzo Madama. In Parlamento non siederanno nemmeno un deputato o un senatore comunista. Non era mai successo nella storia dell’Italia repubblicana. Sulla disfatta della Sinistra-Arcobaleno hanno pesato senza dubbio i continui richiamo in campagna elettorale al “voto utile”, oltre all’anticomunismo dilagante nel paese. Ma attribuire la causa di 3 milioni di voti in meno rispetto al 2006 a fattori esterni e pensare che la sinistra radicale sia vittima indifesa del processo di “semplificazione del quadro politico” sarebbe un errore. La sinistra ha bisogno di fare autocritica, perché non sono pochi gli sbagli commessi negli ultimi anni. Nei mesi del governo Prodi i partiti della sinistra hanno deluso le aspettative votando il rifinanziamento della missione in Afghanistan, nonostante la manifestazione di Vicenza, e il protocollo sul welfare, che invece era stato bocciato nelle fabbriche. Caduto il governo il processo unitario di Rifondazione, Comunisti italiani, Verdi e Sd ha portato alla creazione di un cartello elettorale il cui programma ha preferito porre l’accento su temi come le unioni civili, mettendo i secondo piano argomenti cari ai lavoratori e alle lavoratrici come la lotta alla precarietà e la sicurezza sul lavoro. Anche Bertinotti e compagni hanno inoltre deciso di puntare sul marketing politico, sull’immagine: via la falce e martello, rimpiazzata dall’arcobaleno. Ma la sinistra non è arcobaleno: è rossa. Forse l’hanno dimenticato, sicuramente l’hanno pagato. Molti astenuti e i voti ai partiti minori
che hanno mantenuto il simbolo storico (oltre a quelli forse andati alla Lega) provengono dall’area di rifondazione e degli altri partiti che oggi compongono la Sinistra-Arcobaleno. Se nell’Unione la sinistra si era sottomessa a riformisti, moderati e centristi, con la scelta del Partito Democratico di correre da solo si è persa l’occasione per costruire un progetto veramente alternativo.
Ora a sinistra si apre un periodo di riflessione nel quale sarà importante capire i perché della debacle. E’ necessario rimboccarsi le maniche, ripartendo dalle piazze, riconquistando la fiducia soprattutto nelle fabbriche. E’ difficile. Ma si può fare. Anzi, si deve fare.
di Andrea Pranovi
andrea.pranovi@undeprress.it

1 commento:

Anonimo ha detto...
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