2/09/2008

Emergenza rifiuti

La situazione dei rifiuti in Campania è uno stato di emergenza che riguarda lo smaltimento della spazzatura a Napoli e nella Regione di cui è capoluogo.
Si considera in stato di emergenza dal 1994, quando venne nominato Umberto Impronta come primo commissario di Governo per risolvere la situazione.
Un’ emergenza che va avanti da quattordici anni. Tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 si è registrata l’ennesima, grave, crisi dei rifiuti che ha indotto il Governo Centrale ad intervenire in modo diretto per orientare la soluzione del problema verso la gestione dei rifuti. E’ stata autorizzata la costruzione di tre termovalorizzatori superando in questo modo il vincolo imposto dalla gestione Bassolino che ruotava tutto sulla costruzione di un inceneritore ad Acerra. I sette impianti che avrebbero dovuto produrre il combustibile da rifiuto hanno prodotto invece milioni di ecoballe che non hanno le
caratteristiche necessarie e non possono essere bruciate rispettando la normativa ambientale vigente sui fumi, giacendo oggi in aeree apposite, prive delle misure di sicurezza per l’ambiente.
Anche la frazione umida prodotta dagli impianti non è nelle specifiche: non subisce un trattamento sufficiente a renderla biologicamente non pericolosa, tant’è vero che preso atto di ciò, adesso il commissario straordinario De Gennaro ne dispone comunque all’uscita dall’impianto, l’invio a discarica. Il processo è iniziato a metà gennaio 2008, nel pieno dell’ennesima crisi.
Questo è probabilmente il momento più acuto del problema visto che gran parte della popolazione campana è in piena rivolta. Costretti a bruciare rifiuti per non soccombere, i cittadini non hanno più intenzione di vivere in questo degrado dove topi e scarafaggi sono all’ordine del giorno nei casi meno gravi. Infatti nel corso di questi quattordici anni di crisi si sono registrati malati di tumori e leucemia e questa tendenza è in netto aumento anche tra i bambini.
Tutto ciò a causa dei danni provocati dalle discariche a cielo aperto.
Una crisi che diventa tragedia, un popolo esausto.

Paolo Tessitore


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