2/03/2008

Venti mesi

È durato venti mesi. Se me lo avessero detto venti mesi fa, non ci avrei creduto. Alla fine Prodi II è caduto sotto i colpi di Mastella & co. Che sarebbero stati loro, i centristi, invece che la Sinistra, a creare problemi a Prodi, si era capito fin dall’inizio; precisamente dal giorno della votazione per eleggere il Presidente del Senato. Durante quella votazione infatti tre distratti senatori dell’Unione (si proprio tre, quanti i senatori dell’Udeur) avevano confuso Franco Marini con un tale di nome Francesco. Si capì fin da quel messaggio, neanche troppo velato, che l’intera coalizione sarebbe stata ostaggio di quel trio neocentrista capeggiato dal prode Mastella. Ovviamente lo sparuto gruppetto non agiva in nome di interessi particolari, ma si faceva portatore degli interessi di una parte consistente dell’elettorato, circa l’uno per cento.
La responsabilità della fine prematura del governo non può essere imputata semplicisticamente nè a Mastella e Dini, né alla eccessiva eterogeneità della coalizione, né alla (destabilizzante) nascita del Pd. Per governare con più tranquillità e stabilità sarebbe bastata una sola, semplicissima cosa: vincere le elezioni. Ebbene sì, bisogna finalmente ammetterlo: questa coalizione di centro-sinistra è riuscita a non stravincere le elezioni dopo cinque anni di disastri berlusconiani. Questa coalizione, dopo la schiacciante vittoria alle regionali, è riuscita a dilapidare un enorme vantaggio nel giro di pochi mesi. Questa coalizione è riuscita a perdere in Italia, e vincere solo grazie ai voti degli italiani all’estero (diritto, quello del voto degli italiani all’estero, da togliere al più presto).
Si è provato a dare la colpa alla legge elettorale, scordandosi di ricordare che la coalizione di centro-destra ha preso più voti al senato. Oggi, col senno di poi, è fin troppo facile ammettere che il governo di unità nazionale, invocato adesso con tanta veemenza dalla maggioranza del centro-sinistra, sarebbe stato venti mesi fa la soluzione più logica e più responsabile di fronte a un sostanziale pareggio. Ma chi può biasimare i vari Prodi, D’Alema, Fassino, Bertinotti e Rutelli? Quella notte del 10 aprile 2006 io ero in piazza Piazza Santi Apostoli e ricordo benissimo il mio stato d’animo; non avrei accettato mai e poi mai di condividere quella risicatissima vittoria, tanto meno di condividerla con Berlusconi. Questo devono avere pensato i leader dell’Unione, questo è quello che pensava tutto unito il “popolo” del centro-sinistra. Nessuno probabilmente avrebbe accettato, dopo una campagna elettorale piena d’odio con non mai, l’idea di scendere a patti con il “nemico” e forse per questo allora i leader del centro-sinistra non se lo sono potuti permettere.
E invece eccoci qui oggi, con Prodi ormai a casa a fare il nonno e nuove elezioni, che vedranno come vincitore certo Berlusconi, come unica via d’uscita all’orizzonte. La colpa di tutto ciò è di Mastella? Di Dini? Della “porcata” elettorale? No. La colpa è di chi venti mesi fa, non ha saputo nell’interesse del paese, scegliere con lungimiranza. Un’altra prova, l’ennesima, che questa classe politica incompetente va resettata.

Emiliano Dictor


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