Nel numero speciale di Ateneo di Gennaio, due articoli hanno catturato la mia attenzione, il primo dal titolo “Se la didattica è un cantiere sempre aperto” in cui l’autore, che è il prof Mario Morcellini preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza, fa una rivisitazione delle contraddizioni della 3+2.
Il secondo dal titolo “Il nostro tempo”, autrice Benedetta Cosmi Rappresentante degli Studenti di Scienze della Comunicazione della Sapienza , denuncia una contraddizione in essere nell’Ateneo dove se da una parte si parla sempre con grande enfasi di promuovere l’eccellenza, dall’altra si fanno dei bandi che di fatto sono di segno opposto.
L’articolo denuncia che “le borse di tesi all’estero che, indette a giugno, si rivolgono solo a chi nell’anno accademico 2006/07 era iscritto al secondo anno, e quindi solo a quanti, al momento in cui risultano vincitori, giacciono almeno al primo fuori corso (vedi l’iscrizione tassa di novembre) è un paradosso denunciato in questi giorni.
In poche parole, tu studente sei in corso non puoi partecipare al bando, sei fuori corso si.
Fermo restando che io personalmente non credo che discriminando gli studenti fra coloro che sono in corso o fuori corso si promuova l’eccellenza nell’Università, rimane il fatto che questa borsa di studio ha del grottesco e per tanto mi appello al prof Mario Morcellini preside di Scienze della Comunicazione della Sapienza per un’ ulteriore rivisitazione di tale contraddizione.
Antonio Nesci
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