12/30/2008
12/26/2008
Rioccupazione!! Senza il blocco della didattica.
Giorno 10 dicembre si è svolta nelle Facoltà di Scienze della Comunicazione e Sociologia la festa dal titolo “Vin Brulè x tutti” per festeggiare la rioccupazione delle Facoltà.
Non posso darvi molte informazioni sulla festa e come al solito il sito del movimento non è di grande aiuto.
Va detto però che l’occupazione è stata decisa da una decina di studenti, i quali come al solito non si sentono in dovere non solo di confrontarsi con gli studenti, ma nemmeno di scrivere due righe sul loro Blog per spiegare la decisione di riprendere questa forma di protesta.
Nella puntata di Banzai dal titolo (RI)Occupazione di Sociologia e SdC si è affrontato il tema della scarsa partecipazione degli studenti alla vita politica delle due Facoltà, dando la colpa in un modo a mio avviso eccessivo, agli stessi studenti, i quali non sembrano interessati alle vicende che li circondano.
Io non sono d’accordo, i primi mesi della contestazione anti 133, portata avanti da Studenti in Movimento che è formato sia da studenti di Sociologia che di Scienze della Comunicazione, la partecipazione alle Assemblee per discutere le modalità di protesta da parte degli studenti era più che buona, tanto da riempire il cortile di via Salaria o l’aula Magna di Sociologia sempre in via Salaria. Una mobilitazione durata alcuni mesi che però ad un certo punto si è spezzata al momento della prima occupazione.
Non a caso da quel momento in poi gli studenti hanno iniziato a prendere le distanze dal Movimento, che portava avanti pensieri ed iniziative non condivise e dove gli studenti erano diventati solo degli spettatori.
In base a questo non sono assolutamente d’ accordo nello scaricare la colpa della scarsa partecipazione sulle spalle degli studenti, pensare il contrario vuol dire nascondere i propri limiti e non voler ammettere che gli studenti hanno una testa che pensa ed è forse e proprio questo il problema.
Studenti in Movimento ha scelto la strada dello scontro e non del confronto, ha diviso invece di unire ed oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti, noi di OFF-LINE lo abbiamo denunciato ed oggi siamo ignorati dal movimento, oggi l’A1 è tornato ad essere un ghetto, non per volontà degli studenti ma per una scelta degli stessi Studenti in Movimento.
Anche la bassissima affluenza alle elezioni per il rinnovo degli organi rappresentativi può essere spiegata con una campagna elettorale a dir poco Fantozziana dove si va a votare o per amicizia o perché letteralmente accompagnati davanti ai seggi da qualche amico dell’amico, i programmi sono un qualcosa di sconosciuto e da noi i risultati si sono visti.
Per tanto la colpa della scarsa partecipazione non è da imputare agli studenti, ma ha ciò che si vuole comunicare.
Che cosa sta comunicando un Movimento che in dieci persone occupa due Facoltà?
Questa domanda la pongo agli Studenti in Movimento.
Ci sono però altre due domande che voglio porre sia al preside di Scienze della Comunicazione che quello di Sociologia: come è possibile che due Facoltà vengano occupate, anche senza il blocco della didattica, da dieci studenti senza che i presidi si oppongano?
Ma sopratutto i preside sono consapevoli che oggi siamo di fronte ad una rioccupazione?
Spero di ricevere presto le risposte a questi due semplici quesiti.
P.S. mi devo scusare con la ragazza che un po’ di tempo fa in A1 mi ha suggerito di andare a zappare invece di scrivere; sfortunatamente il maltempo mi ha impedito di seguire il tuo suggerimento che comunque spero presto di poter mettere in pratica.
Antonio Nesci
Non posso darvi molte informazioni sulla festa e come al solito il sito del movimento non è di grande aiuto.
Va detto però che l’occupazione è stata decisa da una decina di studenti, i quali come al solito non si sentono in dovere non solo di confrontarsi con gli studenti, ma nemmeno di scrivere due righe sul loro Blog per spiegare la decisione di riprendere questa forma di protesta.
Nella puntata di Banzai dal titolo (RI)Occupazione di Sociologia e SdC si è affrontato il tema della scarsa partecipazione degli studenti alla vita politica delle due Facoltà, dando la colpa in un modo a mio avviso eccessivo, agli stessi studenti, i quali non sembrano interessati alle vicende che li circondano.
Io non sono d’accordo, i primi mesi della contestazione anti 133, portata avanti da Studenti in Movimento che è formato sia da studenti di Sociologia che di Scienze della Comunicazione, la partecipazione alle Assemblee per discutere le modalità di protesta da parte degli studenti era più che buona, tanto da riempire il cortile di via Salaria o l’aula Magna di Sociologia sempre in via Salaria. Una mobilitazione durata alcuni mesi che però ad un certo punto si è spezzata al momento della prima occupazione.
Non a caso da quel momento in poi gli studenti hanno iniziato a prendere le distanze dal Movimento, che portava avanti pensieri ed iniziative non condivise e dove gli studenti erano diventati solo degli spettatori.
In base a questo non sono assolutamente d’ accordo nello scaricare la colpa della scarsa partecipazione sulle spalle degli studenti, pensare il contrario vuol dire nascondere i propri limiti e non voler ammettere che gli studenti hanno una testa che pensa ed è forse e proprio questo il problema.
Studenti in Movimento ha scelto la strada dello scontro e non del confronto, ha diviso invece di unire ed oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti, noi di OFF-LINE lo abbiamo denunciato ed oggi siamo ignorati dal movimento, oggi l’A1 è tornato ad essere un ghetto, non per volontà degli studenti ma per una scelta degli stessi Studenti in Movimento.
Anche la bassissima affluenza alle elezioni per il rinnovo degli organi rappresentativi può essere spiegata con una campagna elettorale a dir poco Fantozziana dove si va a votare o per amicizia o perché letteralmente accompagnati davanti ai seggi da qualche amico dell’amico, i programmi sono un qualcosa di sconosciuto e da noi i risultati si sono visti.
Per tanto la colpa della scarsa partecipazione non è da imputare agli studenti, ma ha ciò che si vuole comunicare.
Che cosa sta comunicando un Movimento che in dieci persone occupa due Facoltà?
Questa domanda la pongo agli Studenti in Movimento.
Ci sono però altre due domande che voglio porre sia al preside di Scienze della Comunicazione che quello di Sociologia: come è possibile che due Facoltà vengano occupate, anche senza il blocco della didattica, da dieci studenti senza che i presidi si oppongano?
Ma sopratutto i preside sono consapevoli che oggi siamo di fronte ad una rioccupazione?
Spero di ricevere presto le risposte a questi due semplici quesiti.
P.S. mi devo scusare con la ragazza che un po’ di tempo fa in A1 mi ha suggerito di andare a zappare invece di scrivere; sfortunatamente il maltempo mi ha impedito di seguire il tuo suggerimento che comunque spero presto di poter mettere in pratica.
Antonio Nesci
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12/21/2008
12/19/2008
12/18/2008
(Ri)Occupazione di Sociologie e SdC Sapienza Roma
12/17/2008
Una scelta lungimirante? Costruire un asse Roma-Pomezia!
Pomezia ha un nuovo rappresentante per Scienze della Comunicazione a Roma. La scelta è andata su di me, ma poco sarebbe importato se fosse stato eletto qualcun altro: l’importante era portare la voce del Campus Universitario fra le stanze e i corridoi di via Salaria. La notizia della vittoria mi era giunta quasi inaspettata, perché fino all’ultimo avevo temuto che i voti non potessero essere paragonabili per numero
con quelli di Roma. E invece i ragazzi di Pomezia si sono rivelati molto attenti a temi così importanti come la rappresentanza studentesca, lanciando un segnale inequivocabile: “non siamo studenti di serie B”. Ancora oggi molti ragazzi, universitari e liceali, non immaginano neanche lontanamente l’esistenza di questo Polo immerso nel verde. Esse est percipi, come avrebbe detto Berkeley: ogni entità, per esistere
deve essere percepita. Per moltissimi docenti e studenti romani noi non esistevamo. E come può una cosa che non esiste, avere proposte e problemi? Filosofia a parte, sarebbe tuttavia fuorviante affermare che via Salaria si sia completamente disinteressata ai “comunicatori-in-erba” del Campus. Gli sforzi sono stati fatti e si sta ancora lavorando duro per portare il consolidamento dell’asse Roma-Pomezia a livelli produttivi: un importante passo lo ha fatto Benedetta Cosmi, la rappresentante uscente dal nostro Consiglio di facoltà, che, approfittando dell’evento organizzato al Campus da Radio Sapienza, si è messa in contatto con me per scrivere un articolo sul numero 12 di Straparlo.
“Mettiamo su un palinsesto!”, questo il titolo con cui Benedetta ha voluto costruire un ponte fra comunicatori romani e quelli pometini, proponendo agli studenti del Campus di candidarsi alle elezioni studentesche di Novembre. Sono del parere che se si vuole ottenere qualcosa ci vuole molto tempo. Ma sono anche convinto, che insistendo con fermezza nel richiederla sia a chi di dovere, ma soprattutto a
noi stessi, si possano ottenere risultati veramente grandi. La mia fondamentale missione è sviluppare - attraverso la collaborazione di chiunque ne sia interessato - l’asse Roma - Pomezia; dimostrare a preside, docenti e colleghi, che puntare sul Campus Universitario è un atto di grande lungimiranza.
Messa in uno slogan “Servizi più efficienti attraggono più studenti”. Più studenti, più tasse convogliate in facoltà, più fondi, più servizi, più studenti. E così via: più tasse, più fondi… A Pomezia serve una biblioteca, soprattutto per reperire i libri più introvabili, che ti costringono a fare pellegrinaggi a Roma.
Di una segreteria didattica, o - se proprio non si può - comitati i accoglienza, come il CIAO. E dei laboratori di comunicazione: creare una sede ad hoc per il giornale universitario, promuovere l’organizzazione di eventi (e quindi redazione, di comunicati stampa, raccolta dei dati), creare gruppi
di lavoro o di ricerca.
Sulla falsa riga dell’articolo di Benedetta, lancio un appello agli studenti romani: abbiamo tutto lo spazio necessario per ospitare eventi, seminari ed iniziative varie. Viviamo in mezzo ad una bellissima sughereta, che se sfruttata al meglio potrebbe essere la perfetta locazione per molti eventi estivi.
Pensiamo ad esempio, alla festa universitaria, che magari potremmo tenere in una stellata sera di luglio, piena di stand e musica: e se, proprio volessimo completare questa serata con dei momenti indimenticabili, potremmo allontanarci man mano dall’atmosfera festosa del palco, per ritrovarci a passeggiare su un sentiero illuminato, e, circondati dagli aromi della sughereta, udire poco a poco il canto dei grilli.
Invito tutti gli studenti di Roma a venire al Campus per mostrare loro che non sto raccontando favolette. Se siete interessati alle cose che ho scritto in questo articolo, mettevi in
contatto con me: jeankrauts@gmail.com .
L’interesse, le critiche e le idee servono sempre, specialmente se vogliamo costruire un qualcosa non solo per la facoltà, ma anche il nostro futuro professionale.
con quelli di Roma. E invece i ragazzi di Pomezia si sono rivelati molto attenti a temi così importanti come la rappresentanza studentesca, lanciando un segnale inequivocabile: “non siamo studenti di serie B”. Ancora oggi molti ragazzi, universitari e liceali, non immaginano neanche lontanamente l’esistenza di questo Polo immerso nel verde. Esse est percipi, come avrebbe detto Berkeley: ogni entità, per esistere
deve essere percepita. Per moltissimi docenti e studenti romani noi non esistevamo. E come può una cosa che non esiste, avere proposte e problemi? Filosofia a parte, sarebbe tuttavia fuorviante affermare che via Salaria si sia completamente disinteressata ai “comunicatori-in-erba” del Campus. Gli sforzi sono stati fatti e si sta ancora lavorando duro per portare il consolidamento dell’asse Roma-Pomezia a livelli produttivi: un importante passo lo ha fatto Benedetta Cosmi, la rappresentante uscente dal nostro Consiglio di facoltà, che, approfittando dell’evento organizzato al Campus da Radio Sapienza, si è messa in contatto con me per scrivere un articolo sul numero 12 di Straparlo.
“Mettiamo su un palinsesto!”, questo il titolo con cui Benedetta ha voluto costruire un ponte fra comunicatori romani e quelli pometini, proponendo agli studenti del Campus di candidarsi alle elezioni studentesche di Novembre. Sono del parere che se si vuole ottenere qualcosa ci vuole molto tempo. Ma sono anche convinto, che insistendo con fermezza nel richiederla sia a chi di dovere, ma soprattutto a
noi stessi, si possano ottenere risultati veramente grandi. La mia fondamentale missione è sviluppare - attraverso la collaborazione di chiunque ne sia interessato - l’asse Roma - Pomezia; dimostrare a preside, docenti e colleghi, che puntare sul Campus Universitario è un atto di grande lungimiranza.
Messa in uno slogan “Servizi più efficienti attraggono più studenti”. Più studenti, più tasse convogliate in facoltà, più fondi, più servizi, più studenti. E così via: più tasse, più fondi… A Pomezia serve una biblioteca, soprattutto per reperire i libri più introvabili, che ti costringono a fare pellegrinaggi a Roma.
Di una segreteria didattica, o - se proprio non si può - comitati i accoglienza, come il CIAO. E dei laboratori di comunicazione: creare una sede ad hoc per il giornale universitario, promuovere l’organizzazione di eventi (e quindi redazione, di comunicati stampa, raccolta dei dati), creare gruppi
di lavoro o di ricerca.
Sulla falsa riga dell’articolo di Benedetta, lancio un appello agli studenti romani: abbiamo tutto lo spazio necessario per ospitare eventi, seminari ed iniziative varie. Viviamo in mezzo ad una bellissima sughereta, che se sfruttata al meglio potrebbe essere la perfetta locazione per molti eventi estivi.
Pensiamo ad esempio, alla festa universitaria, che magari potremmo tenere in una stellata sera di luglio, piena di stand e musica: e se, proprio volessimo completare questa serata con dei momenti indimenticabili, potremmo allontanarci man mano dall’atmosfera festosa del palco, per ritrovarci a passeggiare su un sentiero illuminato, e, circondati dagli aromi della sughereta, udire poco a poco il canto dei grilli.
Invito tutti gli studenti di Roma a venire al Campus per mostrare loro che non sto raccontando favolette. Se siete interessati alle cose che ho scritto in questo articolo, mettevi in
contatto con me: jeankrauts@gmail.com .
L’interesse, le critiche e le idee servono sempre, specialmente se vogliamo costruire un qualcosa non solo per la facoltà, ma anche il nostro futuro professionale.
Jean-Luc Krautsieder
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12/16/2008
Garanzia del pluralismo informativo in facoltà
All’indomani del risultato elettorale che ha sancito l’incredibile boicottaggio da parte dell’elettorato votante, non si può non affrontare un tema importante come quello della garanzia del pluralismo informativo, all’interno della nostra struttura universitaria. In concomitanza appunto con le elezioni
delle rappresentanze studentesche e con la relativa pianificazione della nostra informazione legata al giornalino “Offline”, ed alla messa in video dei nostri commenti, si sono venuti a creare purtroppo episodi di intolleranza. Già in occasione della campagna elettorale si erano manifestati questi eventi, in cui sono stati illegittimamente a mio avviso staccati dei manifesti, nei confronti di alcuni movimenti di rappresentanza. Così come ingiustificabile è risultata questa pseudo lotta e pseudo contestazione nei confronti di Antonio Nesci in occasione dell’articolo sull’occupazione. Ora mi chiedo da convinto democratico come si possa non patrocinare chi come noi perpetra campagne informative completamente
apartitiche ed apoliticizzate, e che hanno come unico scopo quello di mettersi al servizio, oltre che della libertà, dei nostri ascoltatori e lettori. Quello che ritengo completamente fuori luogo è questo accaparrarsi il diritto di polemizzare su cose irreali e che sono state il risultato, di una mancanza di informazione corretta sui contenuti. Ora perdonatemi non si possono affrontare dei dibattiti quando non si hanno reali
argomenti di proposta, oppure per sentito dire si sostengono campagne di demonizzazione dell’altro. Posso assicurare, altrimenti del resto non parteciperei, come dai due a mio avviso grandi sostenitori della libera informazione, come Antonio ed Andrea Pranovi, provenga il massimo della serietà nell’affrontare gli argomenti, con il dovuto rispetto di tutte le parti chiamate in causa, e soprattutto il massimo della garanzia del pluralismo. Andrea soprattutto, e lo posso dire apertamente, non legge mai i nostri articoli, non censura mai niente, e perdonatemi se questa non è libertà d’informazione, ce lo dovrebbe dire chi contesta, qual è la “diritta via” da seguire; lo ascolteremmo con la giusta attenzione! Ci è stato contestato nell’ultimo video messo in rete su youtube, che noi in occasione del dibattito sulle elezioni universitarie, abbiamo omesso il fatto che nel movimento “Vento di cambiamento”, ci siano potenziali votanti del vecchio partito di Berlusconi “Forza Italia”, ora “P.d.l.”. Non è assolutamente vero, come del resto possono confermare le immagini. Questo tema è stato affrontato e come dandogli la giusta importanza.
Lo abbiamo esplicitamente chiesto al rappresentante candidato ospite, Franco Noè ed è venuto fuori il fatto che pur avendo una connotazione nel centrodestra, il movimento si continua a dichiarare apartitico. Da notare come “Vento di cambiamento” sia contro la legge 133. Dunque di cosa stiamo parlando! Paradosso, colui che ha compiuto dichiarazioni non ha nemmeno visto il nostro video. Suvvia!! Non facciamo i ridicoli. La nostra filosofia è stata sempre quella di dare voce a tutti, a chi è orientato a sinistra, a chi è orientato a destra,a chi al centro. Abbiamo chiesto ai pseudo contestatori, di venire a controbattere, non si è presentato nessuno. Parla da sola la cosa. Tutto ciò mi sembra una strumentalizzazione del tutto priva di reali basi solide di argomentazione che termina in una superficialità, che non serve a nessuno e che non ci rende né veramente liberi e né soprattutto in procinto di crescita culturale, ma infinitamente schiavi del pregiudizio.
Patrizio Rosati
delle rappresentanze studentesche e con la relativa pianificazione della nostra informazione legata al giornalino “Offline”, ed alla messa in video dei nostri commenti, si sono venuti a creare purtroppo episodi di intolleranza. Già in occasione della campagna elettorale si erano manifestati questi eventi, in cui sono stati illegittimamente a mio avviso staccati dei manifesti, nei confronti di alcuni movimenti di rappresentanza. Così come ingiustificabile è risultata questa pseudo lotta e pseudo contestazione nei confronti di Antonio Nesci in occasione dell’articolo sull’occupazione. Ora mi chiedo da convinto democratico come si possa non patrocinare chi come noi perpetra campagne informative completamente
apartitiche ed apoliticizzate, e che hanno come unico scopo quello di mettersi al servizio, oltre che della libertà, dei nostri ascoltatori e lettori. Quello che ritengo completamente fuori luogo è questo accaparrarsi il diritto di polemizzare su cose irreali e che sono state il risultato, di una mancanza di informazione corretta sui contenuti. Ora perdonatemi non si possono affrontare dei dibattiti quando non si hanno reali
argomenti di proposta, oppure per sentito dire si sostengono campagne di demonizzazione dell’altro. Posso assicurare, altrimenti del resto non parteciperei, come dai due a mio avviso grandi sostenitori della libera informazione, come Antonio ed Andrea Pranovi, provenga il massimo della serietà nell’affrontare gli argomenti, con il dovuto rispetto di tutte le parti chiamate in causa, e soprattutto il massimo della garanzia del pluralismo. Andrea soprattutto, e lo posso dire apertamente, non legge mai i nostri articoli, non censura mai niente, e perdonatemi se questa non è libertà d’informazione, ce lo dovrebbe dire chi contesta, qual è la “diritta via” da seguire; lo ascolteremmo con la giusta attenzione! Ci è stato contestato nell’ultimo video messo in rete su youtube, che noi in occasione del dibattito sulle elezioni universitarie, abbiamo omesso il fatto che nel movimento “Vento di cambiamento”, ci siano potenziali votanti del vecchio partito di Berlusconi “Forza Italia”, ora “P.d.l.”. Non è assolutamente vero, come del resto possono confermare le immagini. Questo tema è stato affrontato e come dandogli la giusta importanza.
Lo abbiamo esplicitamente chiesto al rappresentante candidato ospite, Franco Noè ed è venuto fuori il fatto che pur avendo una connotazione nel centrodestra, il movimento si continua a dichiarare apartitico. Da notare come “Vento di cambiamento” sia contro la legge 133. Dunque di cosa stiamo parlando! Paradosso, colui che ha compiuto dichiarazioni non ha nemmeno visto il nostro video. Suvvia!! Non facciamo i ridicoli. La nostra filosofia è stata sempre quella di dare voce a tutti, a chi è orientato a sinistra, a chi è orientato a destra,a chi al centro. Abbiamo chiesto ai pseudo contestatori, di venire a controbattere, non si è presentato nessuno. Parla da sola la cosa. Tutto ciò mi sembra una strumentalizzazione del tutto priva di reali basi solide di argomentazione che termina in una superficialità, che non serve a nessuno e che non ci rende né veramente liberi e né soprattutto in procinto di crescita culturale, ma infinitamente schiavi del pregiudizio.
Patrizio Rosati
12/15/2008
12/12/2008
La confusione della sinistra tra Luxuria e Murdoch
“Vladimir come Obama?”. Una frase strillata dalla Ventura all’ultima puntata dell’Isola dei famosi? No. Un urlo di gioia di un fan del transgender più famoso d’Italia? Nemmeno. Allora è stato qualcuno che si è solo divertito a fare una battuta? No, neanche. Il paragone con il presidente neoeletto degli Stati Uniti è stato fatto all’indomani della vittoria di Vladimir Luxuria nel reality show di Raidue su un articolo di Liberazione,
quotidiano di Rifondazione comunista, partito per il quale è stato deputato durante la breve esperienza del governo Prodi.
A pagina 14 del giornale diretto Sansonetti, nell’articolo di Angela Azzaro, intitolato “Forza Vladimir Hai vinto tu”, si legge: «Vladimir come Obama? E' un po' esagerato, ma fatecelo dire. Con il primo presidente afroamericano che va alla Casa Bianca si rompe il pregiudizio che per più di un secolo ha tenuto un popolo lontano dalla più importante istituzione americana, con Vladimir all' Isola si rompe il tabù dell'eterosessualità a tutti i costi». Queste parole pongono innanzitutto una domanda: la vittoria ad un reality show può essere vista come la rottura di un tabù così fortemente radicato nella cultura del nostro paese? Ma indipendentemente da questo viene da chiedersi come sia possibile che un quotidiano che è
diretta espressione di un partito che si dichiara “comunista” decida di dare così grande enfasi ad un programma televisivo come l’Isola dei famosi. È vero che Luxuria è stata deputata del Prc, ma il fatto che Liberazione abbia deciso di dare tanto spazio a una trasmissione televisiva così superficiale, così
trash e così lontana dai valori della sinistra, nato per fare concorrenza al Grande Fratello delle reti berlusconiane, è l’ ennesimo indicatore della situazione di grande crisi che sta vivendo un’importante area della politica italiana. Una crisi che riguarda anche il Partito democratico, che negli ultimi giorni ha utilizzato come cavallo di battaglia contro il governo l’aumento dell’iva al 20% sull’abbonamento Sky. Per
due settimane il teatrino della politica non ha fatto altro che parlare di questo, mentre intanto si taglia sulla scuola, i precari perdono il posto di lavoro e aumenta il numero di persone che fino a ieri avevano un tenore di vita normale e oggi fanno la fila per pranzare alla mensa della caritas o aspettano che chiudano i mercati per racimolare qualcosa da mangiare. Certo, l’aumento dell’abbonamento a Sky favorirà in un modo o nell’altro le tv di Berlusconi e ancora una volta, quindi, entra il gioco l’ormai vecchia questione del conflitto d’interessi. Ma che l’opposizione decida di basare lo scontro politico sull’ aumento dell’abbonamento di una pay tv di proprietà di un ultramiliardario è incredibile, soprattutto di fronte a un governo che sta smantellando la scuola e l’università pubblica e che tra poco metterà mano anche sul sistema giudiziario.
Mai come in questo in momento il Pd, sempre più dilaniato dagli scontri tra le correnti interne, sta mostrando la sua povertà di contenuti e la sua incapacità a creare una vera e propria opposizione
al centro-destra. E questo ovviamente rafforza sempre più Berlusconi e il suo esecutivo, ormai liberi di fare e di far credere agli italiani ciò che vogliono. Se dieci anni fa qualcuno avesse detto che la sinistra italiana si sarebbe messa a fare il tifo ai reality show e a difendere le tv a pagamento in pochi gli avrebbero creduto…
Andrea Pranovi
andrea.pranovi@underpress.it
quotidiano di Rifondazione comunista, partito per il quale è stato deputato durante la breve esperienza del governo Prodi.
A pagina 14 del giornale diretto Sansonetti, nell’articolo di Angela Azzaro, intitolato “Forza Vladimir Hai vinto tu”, si legge: «Vladimir come Obama? E' un po' esagerato, ma fatecelo dire. Con il primo presidente afroamericano che va alla Casa Bianca si rompe il pregiudizio che per più di un secolo ha tenuto un popolo lontano dalla più importante istituzione americana, con Vladimir all' Isola si rompe il tabù dell'eterosessualità a tutti i costi». Queste parole pongono innanzitutto una domanda: la vittoria ad un reality show può essere vista come la rottura di un tabù così fortemente radicato nella cultura del nostro paese? Ma indipendentemente da questo viene da chiedersi come sia possibile che un quotidiano che è
diretta espressione di un partito che si dichiara “comunista” decida di dare così grande enfasi ad un programma televisivo come l’Isola dei famosi. È vero che Luxuria è stata deputata del Prc, ma il fatto che Liberazione abbia deciso di dare tanto spazio a una trasmissione televisiva così superficiale, così
trash e così lontana dai valori della sinistra, nato per fare concorrenza al Grande Fratello delle reti berlusconiane, è l’ ennesimo indicatore della situazione di grande crisi che sta vivendo un’importante area della politica italiana. Una crisi che riguarda anche il Partito democratico, che negli ultimi giorni ha utilizzato come cavallo di battaglia contro il governo l’aumento dell’iva al 20% sull’abbonamento Sky. Per
due settimane il teatrino della politica non ha fatto altro che parlare di questo, mentre intanto si taglia sulla scuola, i precari perdono il posto di lavoro e aumenta il numero di persone che fino a ieri avevano un tenore di vita normale e oggi fanno la fila per pranzare alla mensa della caritas o aspettano che chiudano i mercati per racimolare qualcosa da mangiare. Certo, l’aumento dell’abbonamento a Sky favorirà in un modo o nell’altro le tv di Berlusconi e ancora una volta, quindi, entra il gioco l’ormai vecchia questione del conflitto d’interessi. Ma che l’opposizione decida di basare lo scontro politico sull’ aumento dell’abbonamento di una pay tv di proprietà di un ultramiliardario è incredibile, soprattutto di fronte a un governo che sta smantellando la scuola e l’università pubblica e che tra poco metterà mano anche sul sistema giudiziario.
Mai come in questo in momento il Pd, sempre più dilaniato dagli scontri tra le correnti interne, sta mostrando la sua povertà di contenuti e la sua incapacità a creare una vera e propria opposizione
al centro-destra. E questo ovviamente rafforza sempre più Berlusconi e il suo esecutivo, ormai liberi di fare e di far credere agli italiani ciò che vogliono. Se dieci anni fa qualcuno avesse detto che la sinistra italiana si sarebbe messa a fare il tifo ai reality show e a difendere le tv a pagamento in pochi gli avrebbero creduto…
Andrea Pranovi
andrea.pranovi@underpress.it
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(Anti)Fascismo?
Dopo le vicende di piazza Navona credo sia doveroso domandarci che cosa c’è dietro il valore condiviso dell’anti-fascismo che una parte del movimento anti 133 fa proprio in un modo quasi ossessivo.
Io credo ci sia tanto. Innanzitutto dimostra quanto questa parte del movimento sia debole a livello di idee se oggi per poter mantenere insieme le numerose anime che ne fanno parte deve trasformare un valore in una bandiera con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
E’ sufficiente infatti vedere il video su YOUTUBE sul canale OFFICINAsdc dal titolo: Occupazione delle Facoltà di S.d.C. e Sociologia Sapienza Roma, per rendersi conte della violenza verbale che tutto ciò produce.
Forse chi legge crede che tutto ciò sia lontano dalle nostre Facoltà (Sociologia e Scienze della Comunicazione) e che alla fine sono solo parole di studenti che cercano di scaldare gli animi.
Non è così! Anche da noi si sono verificate delle azioni che possono essere interpretate come un inizio di intolleranza profonda e con sfumature violente che non vanno sottovalutate. Un esempio emblematico è avvenuto qualche settimana fa quando i manifesti elettorali dei ragazzi del movimento studentesco Vento di Cambiamento, che si presenta alle elezioni per il rinnovo della rappresentanza studentesca al Consiglio di Facoltà di Scienze della Comunicazione, sono stati staccati e gettati per terra da alcuni studenti che si fanno portatori del valore dell’anti-fascismo.
Tutto ciò non è passato inosservato ad un gruppo di studenti che hanno chiesto spiegazioni a questi sedicenti anti-fascisti i quali hanno risposta che il Movimento Vento di Cambiamento è un movimento Fascista e pertanto non può avere il diritto di “esistere”.
Io ho intervistato Francesco Noè candidato nel Movimento Vento di Cambiamento che si è rammaricato di questo incidente, ma soprattutto ha ribadito che ne’ lui ne’ la Lista che lo sostiene sono dei nostalgici Fascisti, rimanendo comunque molto colpito e turbato da questa vicenda.
Tutto ciò mi fa riflettere e mi domando e vi domando... se l’anti-fascismo oggi venisse strumentalizzato per essere trasformato in una ghigliottina dove decapitare la libertà di alcuni a favore di altri?
Tutto ciò non è nuovo, ci sono esempi nella storia che dimostrano che quando partiti, movimenti o gruppi di potere di origini diverse esauriscono i contenuti pur di non sparire o percorrere la strada dell’auto critica si scagliano contro fantasmi immaginari, ingigantendoli ed usando la strategia del terrore con conseguenze che possono essere disastrose.
Io personalmente mi aspetto che tra qualche giorno prima di poter entrare nelle Facoltà dovremmo dichiarare non solo di essere anti-fascisti ma anche di sinistra per poter ancora avere il diritto di cittadinanza.
di Antonio Nesci.
Io credo ci sia tanto. Innanzitutto dimostra quanto questa parte del movimento sia debole a livello di idee se oggi per poter mantenere insieme le numerose anime che ne fanno parte deve trasformare un valore in una bandiera con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
E’ sufficiente infatti vedere il video su YOUTUBE sul canale OFFICINAsdc dal titolo: Occupazione delle Facoltà di S.d.C. e Sociologia Sapienza Roma, per rendersi conte della violenza verbale che tutto ciò produce.
Forse chi legge crede che tutto ciò sia lontano dalle nostre Facoltà (Sociologia e Scienze della Comunicazione) e che alla fine sono solo parole di studenti che cercano di scaldare gli animi.
Non è così! Anche da noi si sono verificate delle azioni che possono essere interpretate come un inizio di intolleranza profonda e con sfumature violente che non vanno sottovalutate. Un esempio emblematico è avvenuto qualche settimana fa quando i manifesti elettorali dei ragazzi del movimento studentesco Vento di Cambiamento, che si presenta alle elezioni per il rinnovo della rappresentanza studentesca al Consiglio di Facoltà di Scienze della Comunicazione, sono stati staccati e gettati per terra da alcuni studenti che si fanno portatori del valore dell’anti-fascismo.
Tutto ciò non è passato inosservato ad un gruppo di studenti che hanno chiesto spiegazioni a questi sedicenti anti-fascisti i quali hanno risposta che il Movimento Vento di Cambiamento è un movimento Fascista e pertanto non può avere il diritto di “esistere”.
Io ho intervistato Francesco Noè candidato nel Movimento Vento di Cambiamento che si è rammaricato di questo incidente, ma soprattutto ha ribadito che ne’ lui ne’ la Lista che lo sostiene sono dei nostalgici Fascisti, rimanendo comunque molto colpito e turbato da questa vicenda.
Tutto ciò mi fa riflettere e mi domando e vi domando... se l’anti-fascismo oggi venisse strumentalizzato per essere trasformato in una ghigliottina dove decapitare la libertà di alcuni a favore di altri?
Tutto ciò non è nuovo, ci sono esempi nella storia che dimostrano che quando partiti, movimenti o gruppi di potere di origini diverse esauriscono i contenuti pur di non sparire o percorrere la strada dell’auto critica si scagliano contro fantasmi immaginari, ingigantendoli ed usando la strategia del terrore con conseguenze che possono essere disastrose.
Io personalmente mi aspetto che tra qualche giorno prima di poter entrare nelle Facoltà dovremmo dichiarare non solo di essere anti-fascisti ma anche di sinistra per poter ancora avere il diritto di cittadinanza.
di Antonio Nesci.
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11/01/2008
MODALITA’ ALTERNATIVE DI PROTESTA
In questi giorni, le scuole e le università di tutta Italia stanno manifestando il loro dissenso contro la legge 133, attuata dal Ministro Gelmini. Fino a questo momento, io, studentessa della facoltà di Sociologia, ho cercato di informarmi il più possibile: leggendo i giornali, ascoltando i tg e le varie trasmissioni, e naturalmente partecipando alle assemblee indette nella mia facoltà. La cosa che più mi ha colpito della ricerca informativa che ho sentito doveroso fare, è l’aver constatato quanto subdolo, meschino e superficiale sia l’utilizzo del potente mezzo informativo. I mass media continuano a sostenere che gli studenti non conoscono il contenuto della legge, ma soprattutto non hanno a disposizione argomentazioni razionali per ribattere, poiché sono fomentati dai professori e dai movimenti di sinistra. Arrivati a questo punto, io “non ci sto più” a rimanere in silenzio, e mi piacerebbe esprimere la mia opinione a riguardo: da quando sono piccola, mi sento dire che le generazioni di adesso non valgono neanche la metà di quelle passate, peccato però che i famosi studenti del ’68 sono, in parte, quelli che oggi in politica stanno distruggendo il nostro paese. Vorrei quindi fare appello ai miei compagni di università: cerchiamo di non cadere nella trappola delle provocazioni e rispondiamo in maniera intelligente. Noi ragazzi delle facoltà di Sociologia e Scienze della Comunicazione abbiamo forse più di altri gli strumenti per combattere con la mente e il cuore una battaglia che dall’alto viene già etichettata persa, proprio perché ogni giorno studiamo materie che ci permettono di guardare la realtà al di là dell’orizzonte, svelando i meccanismi sottostanti ai problemi sociali e alle manipolazioni delle coscienze a cui i detentori del potere ci sottopongono. Prima di tutto, credo che l’unità del gruppo sia fondamentale per raggiungere il fine, quindi la collaborazione fra gli atenei dovrà essere compatta. Questo, però, non pregiudica la possibilità di creare attività alternative che mirano a mettere in luce i valori, gli ideali, gli obiettivi racchiusi nelle anime dei giovani di adesso. Nel concreto, ritengo che organizzare le lezioni all’aperto sia un’ottima idea. Ma si potrebbe fare di più… il fine settimana sarebbe l’ideale, perché senza bloccare la didattica continuiamo a portare avanti i nostri scopi. Ad esempio si potrebbe organizzare una giornata di tutela dell’ambiente nella nostra città, scendere quindi nelle strade per una raccolta rifiuti. Si creerà disagio, ma per un obiettivo importante; oppure organizzare un pranzo sociale di aiuto ai bisognosi, che, se pur spesso invisibili, fanno parte della nostra società e hanno diritto di essere considerati e non dimenticati; o ancora si potrebbero organizzare dei concerti aperti al pubblico in cui, secondo una scaletta, chiunque si possa esibire; sarebbe utile, inoltre, creare una fiaccolata con docenti, studenti, genitori e chiunque voglia aderire… queste e tante altre possono essere le idee da concretizzare per sensibilizzare non solo il governo e la popolazione, ma anche tutti quei giovani europei che in questo momento grazie ai mass media hanno un giudizio negativo dei giovani italiani, dipinti come “fannulloni”. Inoltre, tutte queste iniziative dovranno avere un continuo legame con i media, per far saper loro che ogni attività in atto ha lo scopo preciso di eliminare la legge. La battaglia sarà lunga, però mi piacerebbe che un giorno i miei figli studiassero come i giovani studenti dell’anno 2008 fossero capaci di combattere, senza lo strumento della violenza, non solo contro una legge, ma anche contro i pregiudizi che i potenti e la società civile avevano nei confronti delle nuove generazioni. Non ho intenzione di entrare nel merito dei contenuti della 133, soprattutto perché tali argomentazioni vengono già ampiamente dibattute durante le assemblee studentesche. Ciò che mi interessa è riflettere sull’importanza, ma soprattutto sull’efficacia, di determinate modalità di protesta; in particolare mi chiedo: in un’ottica in cui il presupposto del movimento studentesco sia la lotta ad una legge che trasforma il diritto all’istruzione in un servizio a pagamento, quanto senso ha manifestare il proprio dissenso attraverso occupazioni oppure blocchi della didattica? Non vi sembra che sia contraddittorio battersi in nome di un principio, attraverso, però, forme di “auto-negazione” del principio stesso? E’ possibile, allora, che in questo modo noi alimentiamo ulteriormente il pregiudizio dei media, dando loro terreno fertile sul quale “sparare sentenze” superficiali riguardo legittime manifestazioni di dissenso? Invito soltanto ad una attenta riflessione sulle conseguenze delle nostre azioni.
di Sara Monsù
di Sara Monsù
10/31/2008
Appuntamenti via Salaria 113 occupata
Sabato 1 Novembre
ore 22: Sangria Party
"Danza e Militanza"
Via Salaria 113
Domenica 2 Novembre
ore 18: Proiezione Film
"La notte delle matite spezzate"
Aula Magna
ore 20: Aperitivo Sociale
con contorni musicali
Cortile interno
Lunedì 3 Novembre
ore 10: Assemblea Studentesca
Aula Magna
ore 14: Lezione del Prof. Luciano Benadusi
"Università italiana, tra riforma e decadenza"
Cortile interno
ore 22: Sangria Party
"Danza e Militanza"
Via Salaria 113
Domenica 2 Novembre
ore 18: Proiezione Film
"La notte delle matite spezzate"
Aula Magna
ore 20: Aperitivo Sociale
con contorni musicali
Cortile interno
Lunedì 3 Novembre
ore 10: Assemblea Studentesca
Aula Magna
ore 14: Lezione del Prof. Luciano Benadusi
"Università italiana, tra riforma e decadenza"
Cortile interno
NO all’occupazione
Ormai da settimane nelle Facoltà di Sociologia e di Scienze della Comunicazione ci si dibatte sul da farsi per far sentire la voce del dissenso non solo nel ristretto mondo accademico, ma nella società.
Si va dalle lezioni nelle piazze, caldeggiate da alcuni docenti, o per le strade, al centro degli incroci per produrre il massimo disaggio, proposta da alcuni studenti ecc…
Si potrebbe gia’ dibattere a lungo sulla legittimità di azioni del genere, ma il nodo che in ogni assemblea produce un forte attrito tra gli stessi studenti e i docenti riguarda l’ occupazioni delle Facoltà.
E’ in dubbio che la maggioranza degli studenti è consapevole della gravità dei tagli prodotti dalle legge 133, ma non è disposta ad un’ occupazione che produrrebbe solo un “danno” a loro stessi per almeno due ragioni.
La prima riguarda puramente una questione di maggiore difficoltà di mobilitazione, oggi è sufficiente tappezzare la Facoltà di manifesti o passare per le aule dove ci sono le lezioni per comunicare le iniziative. Con l’occupazione tutto ciò non sarà più possibile, visto che da esperienze passate si è visto che gli studenti in caso di blocco non vengono in Facoltà per le ragioni più disparate.
Il secondo punto riguarda ciò che noi vogliamo comunicare al di fuori.
In questi mesi i media ci hanno dipinto come dei fannulloni, noi dobbiamo dimostrare di essere migliori, ma non solo.
Se ormai è palese che la Destra e la Sinistra si sono posti un obiettivo preciso cioè di bloccare e smantellare Università e la Scuola pubblica, noi dobbiamo andare contro corrente dobbiamo essere ciò che non siamo stati negli anni passati: il vero motore del cambiamento; e l’occupazione è un frutto avvelenato che alla lunga non ci permetterà quello scambio di opinioni che è la benzina del nostro motore.
Tutti noi dobbiamo essere consapevoli che in ballo non c’è solo una questione di fondi dati o non dati, ma il problema è più profondo e riguarda il tipo di società che noi vogliamo per il nostro amato paese, oggi noi siamo soli ed è questa la nostra forza, noi oggi abbiamo la possibilità di costruire un nuovo paese scalzando questa nostra classe politica mediocre.
Non posso non fare un accenno a quel bravo venditore di fumo che guida il più grande partito di opposizione e dirgli:
TU NON SEI MEGLIO DELL’ALTRO VENDITORE DI FUMO.
di Antonio Nesci
Si va dalle lezioni nelle piazze, caldeggiate da alcuni docenti, o per le strade, al centro degli incroci per produrre il massimo disaggio, proposta da alcuni studenti ecc…
Si potrebbe gia’ dibattere a lungo sulla legittimità di azioni del genere, ma il nodo che in ogni assemblea produce un forte attrito tra gli stessi studenti e i docenti riguarda l’ occupazioni delle Facoltà.
E’ in dubbio che la maggioranza degli studenti è consapevole della gravità dei tagli prodotti dalle legge 133, ma non è disposta ad un’ occupazione che produrrebbe solo un “danno” a loro stessi per almeno due ragioni.
La prima riguarda puramente una questione di maggiore difficoltà di mobilitazione, oggi è sufficiente tappezzare la Facoltà di manifesti o passare per le aule dove ci sono le lezioni per comunicare le iniziative. Con l’occupazione tutto ciò non sarà più possibile, visto che da esperienze passate si è visto che gli studenti in caso di blocco non vengono in Facoltà per le ragioni più disparate.
Il secondo punto riguarda ciò che noi vogliamo comunicare al di fuori.
In questi mesi i media ci hanno dipinto come dei fannulloni, noi dobbiamo dimostrare di essere migliori, ma non solo.
Se ormai è palese che la Destra e la Sinistra si sono posti un obiettivo preciso cioè di bloccare e smantellare Università e la Scuola pubblica, noi dobbiamo andare contro corrente dobbiamo essere ciò che non siamo stati negli anni passati: il vero motore del cambiamento; e l’occupazione è un frutto avvelenato che alla lunga non ci permetterà quello scambio di opinioni che è la benzina del nostro motore.
Tutti noi dobbiamo essere consapevoli che in ballo non c’è solo una questione di fondi dati o non dati, ma il problema è più profondo e riguarda il tipo di società che noi vogliamo per il nostro amato paese, oggi noi siamo soli ed è questa la nostra forza, noi oggi abbiamo la possibilità di costruire un nuovo paese scalzando questa nostra classe politica mediocre.
Non posso non fare un accenno a quel bravo venditore di fumo che guida il più grande partito di opposizione e dirgli:
TU NON SEI MEGLIO DELL’ALTRO VENDITORE DI FUMO.
di Antonio Nesci
10/27/2008
10/26/2008
Un'azione unita contro la legge 133/08: secondo atto

Che sia un giovedì diverso rispetto agli altri si capisce già dalla mattina. Sono circa le 11. Arrivo a piazzale Aldo Moro ed incontro un cordone di studenti che sta per entrare nell'università. Davanti ad esso ci sono le forze dell'ordine. Seguo il flusso di gente che procede
fino alla statua della Minerva. L'assemblea è stata programmata per le 12, in Aula Magna, ma la gente è già tanta. Le scale che portano al rettorato sono occupate, così come la piazza dove
sorge la statua. C'è chi è soltanto incuriosito dai cori e non capisce cosa stia succedendo, chi, invece, è lì per far valerei propri diritti. Poco prima di mezzogiorno, gli scherni lasciano il posto
alle riflessioni. Il dibattito inizia e si tiene fuori, perché si è in troppi per poter entrare in Aula Magna.
Tante sono le facoltà che fanno sentire la propria voce. La prima a parlare è una ragazza di psicologia, che racconta di alcune assemblee, tenute nella sua facoltà, dove ha partecipato pure il Preside. Subito dopo interviene uno studente di fisica, che racconta di una settimana di incontri nei quali si è discussa la legge 133/08 per intero. Nella sua facoltà, dice, si vuole
costituire un “laboratorio permanente” di analisi della situazione. Gli studenti di fisica propongono il blocco della didattica che dovrà essere spiegato in tutte le motivazioni. Opinione condivisa anche da una ragazza di giurisprudenza, che non sopporta il fatto che sia l'università a dover pagare i buchi del governo. Ci sono anche ingegneria, economia, sociologia, scienze della comunicazione, scienze politiche. Anche medicina è presente, ed una studentessa racconta di come per la prima volta, in questa facoltà, ci sia stata una mobilitazione.
Dunque tante voci, che sono seguite da un intervento molto importante: quello di Luigi Frati. Il nuovo rettore della Sapienza esprime tutto il proprio dissenso per la privatizzazione dell'università, definita “una cretinata” e “al di fuori di ciò che detta la costituzione”. Tuttavia,
afferma che il problema è già insito da tempo nell'ambito accademico: la legge Berlinguer è più una legge per i professori che per gli studenti. Questo rende i corsi di laurea incapaci a “formare”. Inoltre, le strutture sono quelle che sono. Tutto ciò fa decadere il valore della cultura, non solo la legge 133. Frati parla, poi, del blocco della didattica definendolo “una soluzione immatura” perché c'è bisogno di una riflessione comune. Conclude il suo intervento rimandando alle decisioni del Senato Accademico. Dopo il discorso del rettore, qualche persona inizia ad andare via. Non tutti. Centinaia di studenti decidono di organizzare un corteo. La destinazione è via XX settembre 97, il Ministero dell'Economia. Mentre marciamo con loro, l'atmosfera che si sente è amichevole. Si crea quasi un senso di comunità, testimoniato dai tentativi di coinvolgimento ma anche dai saluti che provengono dalle macchine e dalle finestre
aperte.
Si respira un'aria che sa di un passato sentito ormai come troppo lontano.
di Marco Pennacchia
10/24/2008
Continuano le occupazioni, nonostante le minacce di Berlusconi
Le forze dell’ordine impediranno le occupazioni nelle scuole e nelle università italiane. È questo il messaggio lanciato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dopo l’esplosione delle proteste in tutta Italia contro il decreto Gelmini e la legge 133. Alla Sapienza di Roma attualmente le facoltà occupate sono quattro: Fisica, Scienze politiche, Lettere e Filosofia e Chimica.
Le agitazioni nel primo ateneo romano hanno avuto inizio la scorsa settimana con assemblee in tutte le facoltà. Giovedì 16 ottobre si è tenuta invece un’assemblea
d’ateneo, a cui è seguito un corteo spontaneo che è arrivato sotto il ministero dell’economia.
Anche lo sciopero generale di venerdì 17 è stato segnato dalle proteste degli universitari, che si sono staccati dal resto dei manifestanti per recarsi sotto al
ministero dell’istruzione. Con la nuova settimana la mobilitazione dell’università contro la legge 133 si è tutt’altro che affievolita. Lunedì studenti e docenti
della facoltà di Fisica hanno svolto le lezioni sotto alla Camera dei deputati a Montecitorio, mentre martedì si è svolto un sit-in in concomitanza dello svolgimento
della seduta del Senato accademico.
Già nel primo pomeriggio circa due migliaia di studenti hanno invaso il piazzale della Minerva e le scalinate dell’edifico del rettorato, chiedendo, con cori e
striscioni, il blocco della didattica. Nelle ore successive, con l’inizio della seduta, che nell’ordine del giorno prevedeva una discussione sulla legge 133, sono iniziate a trapelare notizie: le richieste dei presidi di alcune facoltà di bloccare la didattica per alcuni giorni è stata accolta dagli studenti con gli applausi. Ma subito dopo gli applausi si sono tramutati in fischi, poiché all’esterno del Rettorato è arrivata la decisione del Senato accademico: nessun blocco della didattica ma una giornata di mobilitazione (il 24 ottobre).
Gli studenti, che per alcuni minuti hanno assediato uno degli ingressi del palazzo del Rettorato, al grido di “Blocco subito” hanno così optato per occupare le
facoltà di Fisica, Scienze politiche e Lettere e Filosofia, a cui nelle ore successive si è aggiunta anche quella di chimica. In un comunicato emesso dagli studenti si legge che «l'occupazione non solo rappresenta un forte segno di protesta contro le decisioni prese dagli organi accademici della Sapienza, ma anche il mezzo per costruire momenti laboratoriali ed occasioni per estendere la mobilitazione. Parallelamente saranno portate avanti iniziative volte a sensibilizzare l'opinione pubblica da svolgersi all'interno e all'esterno dell'università».
Nella giornata di mercoledì, nonostante le minacce di Berlusconi, l’assemblea d’ateneo ha deciso di proseguire l’occupazione, mentre per giovedì pomeriggio è
stato indetto un sit-in di protesta sotto Palazzo Madama.
di Andrea Pranovi
Le agitazioni nel primo ateneo romano hanno avuto inizio la scorsa settimana con assemblee in tutte le facoltà. Giovedì 16 ottobre si è tenuta invece un’assemblea
d’ateneo, a cui è seguito un corteo spontaneo che è arrivato sotto il ministero dell’economia.
Anche lo sciopero generale di venerdì 17 è stato segnato dalle proteste degli universitari, che si sono staccati dal resto dei manifestanti per recarsi sotto al
ministero dell’istruzione. Con la nuova settimana la mobilitazione dell’università contro la legge 133 si è tutt’altro che affievolita. Lunedì studenti e docenti
della facoltà di Fisica hanno svolto le lezioni sotto alla Camera dei deputati a Montecitorio, mentre martedì si è svolto un sit-in in concomitanza dello svolgimento
della seduta del Senato accademico.
Già nel primo pomeriggio circa due migliaia di studenti hanno invaso il piazzale della Minerva e le scalinate dell’edifico del rettorato, chiedendo, con cori e
striscioni, il blocco della didattica. Nelle ore successive, con l’inizio della seduta, che nell’ordine del giorno prevedeva una discussione sulla legge 133, sono iniziate a trapelare notizie: le richieste dei presidi di alcune facoltà di bloccare la didattica per alcuni giorni è stata accolta dagli studenti con gli applausi. Ma subito dopo gli applausi si sono tramutati in fischi, poiché all’esterno del Rettorato è arrivata la decisione del Senato accademico: nessun blocco della didattica ma una giornata di mobilitazione (il 24 ottobre).
Gli studenti, che per alcuni minuti hanno assediato uno degli ingressi del palazzo del Rettorato, al grido di “Blocco subito” hanno così optato per occupare le
facoltà di Fisica, Scienze politiche e Lettere e Filosofia, a cui nelle ore successive si è aggiunta anche quella di chimica. In un comunicato emesso dagli studenti si legge che «l'occupazione non solo rappresenta un forte segno di protesta contro le decisioni prese dagli organi accademici della Sapienza, ma anche il mezzo per costruire momenti laboratoriali ed occasioni per estendere la mobilitazione. Parallelamente saranno portate avanti iniziative volte a sensibilizzare l'opinione pubblica da svolgersi all'interno e all'esterno dell'università».
Nella giornata di mercoledì, nonostante le minacce di Berlusconi, l’assemblea d’ateneo ha deciso di proseguire l’occupazione, mentre per giovedì pomeriggio è
stato indetto un sit-in di protesta sotto Palazzo Madama.
di Andrea Pranovi
10/22/2008
SIT-IN al Rettorato della SAPIENZA
Ecco i video del SIT-IN al Rettorato della Sapienza del 21 ottobre 2008 per chiede al Senato il blocco dell'anno accademico.
Intervosta al Rappresentante degli studenti nel Senato Accademico della Sapienza
Intervosta al Rappresentante degli studenti nel Senato Accademico della Sapienza
10/17/2008
Assemblea organizzata dall UDU per discutere della legge 133/08
La facoltà è deserta, sono appena le 9. Apprendo da alcuni fogli attaccati ai muri che verso le 12 ci sarà un'assemblea per protestare contro la legge 133/08, in Aula Magna. Ne avevo sentito parlare poco di questa legge. Forse perché – penso – ai media fa più comodo così. Forse perché l'informazione è nelle mani di chi ci governa.
Decido allora di prendere il mio portatile e di andare su internet per trovare il testo di questa legge. Tante sono le cose che i medi non dicono. Facile parlare di tagli al finanziamento, delle solite proteste (dipinte come isolate) di varie facoltà. Non si tratta di un solo definanziamento. Parliamo di una riduzione del turn-over dei docenti che, in cinque anni, porterà ad un'assunzione ogni 5 pensionamenti. Insomma, un buon modo per accusare gli accademici di pesare alle casse dello stato.
La cosa più grave è però un'altra: trasformare l'istruzione da un diritto per tutti ad un bene individuale. Le università potrebbero diventare fondazioni in grado di ricevere finanziamenti privati.
Alle 12, in Aula Magna, si respira un'aria rabbiosa. Questo governo di pura immagine sta distruggendo la sostanza di ogni cosa. E parliamo dell'Italia, popolo di santi, navigatori ma anche di artisti. La cultura non può essere un bene da erogare da qualche azienda con interessi capitalistici.
Il primo a parlare è uno studente che racconta della riunione avvenuta in A1 il giorno precedente. Ci saranno state – dice – circa 30 persone. Da questa prima assemblea sono emerse delle richieste: sospensione della didattica e forme di sensibilizzazione, da parte dei docenti nelle ore di lezione. Quest'ultimo è un punto molto importante: se i mass-media non informano gli studenti di ciò che sta accadendo, ci penseranno i professori.
Ciò che conforta è che, nello scrutare l'aula, ci sono non solo tanti studenti ma anche molti docenti e rappresentanti del personale tecnico-amministrativo.
Interviene, ad esempio, il prof. Luciano Zani, Preside di Sociologia, che si dichiara sostenitore del “collettivismo d'azione” e fa notare come nel 2009, molto probabilmente, non sarà assunto nessun ricercatore per la prima volta nella storia. Subito dopo di lui, interviene il prof. Mario Morcellini, Preside di Scienze della Comunicazione, che auspica un fronte di protesta organizzato piuttosto che violento. Egli fa capire che, per catturare l'attenzione dei mass-media, è necessario un fronte compatto e deciso.
Tanti sono i docenti che fanno sentire la propria voce. Una tra queste è Maria Stella Agnoli, di Sociologia. Da lei apprendiamo che la questione relativa alla legge 133/08 è già stata discussa al CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane). La professoressa afferma che è necessario realizzare un tavolo tecnico per analizzare più nello specifico la legge. Senza un'approfondita conoscenza di essa, non si può scendere in campo a combattere.
Si tratta di un'opinione condivisa da molti studenti. Bisogna sapere cosa si ha di fronte, capire che cosa veramente si vuole. Solo allora si potrà agire. Molti studenti fanno notare, il progressivo smantellamento dell'istruzione.
Che la cultura sia il nemico di questo governo lo si era capito da tempo. Lo fa notare anche Giulia Rodano, assessore alla cultura della Regione Lazio, intervenuta anch'essa in assemblea. Ella sostiene che si deve ridare dignità all'ambito accademico. I professori appaiono sempre più come perditempo e fannulloni.
Ecco, quindi le proposte emerse in assemblea: costituire un gruppo tecnico di analisi della legge in questione, dedicare un quarto d'ora delle prossime lezioni alla discussione su questo tema, proporre il blocco didattico.
Sono quasi le 14. La gente inizia ad abbandonare i propri posti. Per la prima volta, però, noto un certo attivismo, una voglia di agire, un desiderio di cambiare le cose. Professori, studenti, personale amministrativo: tutti uniti assieme per dire no. Per la prima volta noto che la propaganda di distrazione e rammollimento di massa sta mostrando i suoi cardini.
di Marco Pennacchia
10/04/2008
Erasmus Warm-Up Night 3 ROMA
OFFICINAsdc presenta: la terza e ultima serata di Warm-Up Night organizzata da ESN Roma
10/03/2008
Officina sdc Nuovissimo Ordinamento Didattico
Officina sdc intervista gli studenti di Scienze della Comunicazione Sapienza Roma sul tema del Nuovissimo Ordinamento Didattico.
9/15/2008
8/05/2008
Consiglio di Facoltà a Scienze della Comunicazione Sapienza Roma 25 Luglio 2008
Il Consiglio del 25 Luglio poteva essere estremamente critico per via della vicenda Canevacci, che ha aperto una falla nella leadership del pres. prof Mario Morcellini.
Ciò non è avvenuto, visto il gran lavoro del vicepres. prof. Bruno Mazzara che nelle
settimane precedenti ha svolto un' azione di mediazione per trovare un accordo accettabile dalle due parti.
Questo intervento è risultato a tal punto positivo che nel CdF è stata presentata una modifica al Manifesto degli studi condivisa dalle due parti frutto della mediazione.
-Video intervento di Mazzara a Modifica del Manifesto-.
Tutto risolto allora? Io credo di no, e non solo perché la Presidenza ha dimostrato che è sufficiente fare un po' di rumore per farla tornare sui suoi passi, e ciò apre un precedente che potrebbe rappresentare uno stimolo per altri docenti a contrastare le scelte della Presidenza.
Ma questa arrendevolezza del preside mi suona strana e mi fa pensare ad un possibile scenario alternativo nella scelta di non andare allo scontro con un docente estremamente popolare ma aspettare che vada in pensione, visto che ha dichiarato che ci andrà questo anno, lasciando poi mano libera alla Presidenza di tornare sui suoi passi nel primo consiglio utile... Fantasie... Forse, sarà il tempo a dircelo.
Altro punto estremamente importante per gli studenti riguardava il pagamento delle tasse per i laureandi di Febbraio vista la decisione dell' Ateneo di anticipare il tempo utile per il non pagamento, laureandosi non più entro il 28 febbraio ma il 15 gennaio.
Il vice preside prof Bruno Mazzara ha chiarito questa situazione affermando che solo per questo anno non cambierà nulla rimanendo ferma la data ultima per il non pagare le tasse il 28 febbraio.
Il 9 Luglio si è riunita una Commissione mista Senato e Consiglio di Amministrazione per proporre un progetto alternativo.
La Commissione ha presentato al Senato e al Consiglio di Amministrazione una proposta i cui punti sono stati illustrati dal vice preside Bruno Mazzara al CdF che segue:
I laureandi triennalisti avranno come tempo utile il 15 gennaio.
I laureandi della specialistica avranno una riduzione del 50% purché si laureino nella prima sessione utile oltre il 15 gennaio.
-Video intervento vicepreside prof Bruno Mazzara pagamento tasse-
Questa scelta dell'Ateneo come anche la proposta della commissione aprirà a settembre fra tutti gli studenti della Sapienza una seria riflessione e che credo dovrà portare alla presentazione di proposte alternative a questo tipo di scelte a dir poco discutibili.
di Nesci Antonio
Ciò non è avvenuto, visto il gran lavoro del vicepres. prof. Bruno Mazzara che nelle
settimane precedenti ha svolto un' azione di mediazione per trovare un accordo accettabile dalle due parti.
Questo intervento è risultato a tal punto positivo che nel CdF è stata presentata una modifica al Manifesto degli studi condivisa dalle due parti frutto della mediazione.
-Video intervento di Mazzara a Modifica del Manifesto-.
Tutto risolto allora? Io credo di no, e non solo perché la Presidenza ha dimostrato che è sufficiente fare un po' di rumore per farla tornare sui suoi passi, e ciò apre un precedente che potrebbe rappresentare uno stimolo per altri docenti a contrastare le scelte della Presidenza.
Ma questa arrendevolezza del preside mi suona strana e mi fa pensare ad un possibile scenario alternativo nella scelta di non andare allo scontro con un docente estremamente popolare ma aspettare che vada in pensione, visto che ha dichiarato che ci andrà questo anno, lasciando poi mano libera alla Presidenza di tornare sui suoi passi nel primo consiglio utile... Fantasie... Forse, sarà il tempo a dircelo.
Altro punto estremamente importante per gli studenti riguardava il pagamento delle tasse per i laureandi di Febbraio vista la decisione dell' Ateneo di anticipare il tempo utile per il non pagamento, laureandosi non più entro il 28 febbraio ma il 15 gennaio.
Il vice preside prof Bruno Mazzara ha chiarito questa situazione affermando che solo per questo anno non cambierà nulla rimanendo ferma la data ultima per il non pagare le tasse il 28 febbraio.
Il 9 Luglio si è riunita una Commissione mista Senato e Consiglio di Amministrazione per proporre un progetto alternativo.
La Commissione ha presentato al Senato e al Consiglio di Amministrazione una proposta i cui punti sono stati illustrati dal vice preside Bruno Mazzara al CdF che segue:
I laureandi triennalisti avranno come tempo utile il 15 gennaio.
I laureandi della specialistica avranno una riduzione del 50% purché si laureino nella prima sessione utile oltre il 15 gennaio.
-Video intervento vicepreside prof Bruno Mazzara pagamento tasse-
Questa scelta dell'Ateneo come anche la proposta della commissione aprirà a settembre fra tutti gli studenti della Sapienza una seria riflessione e che credo dovrà portare alla presentazione di proposte alternative a questo tipo di scelte a dir poco discutibili.
di Nesci Antonio
7/13/2008
Intervista al Prof.Bruno Mazzara
Intervista al Prof.Bruno Mazzara Part.1
Intervista al Prof.Bruno Mazzara Part.2
Intervista al Prof.Bruno Mazzara Part.3
Intervista al Prof.Bruno Mazzara Part.2
Intervista al Prof.Bruno Mazzara Part.3
7/06/2008
Il primo social network di Sdc off-line n22
Venerdì scorso, in aula Wolf, si è svolto il primo incontro tra gli studenti iscritti ad Oncommunity, il primo social network di Scienze della Comunicazione. Un progetto che nasce da Think Comunication, ovvero un laboratorio sulla comunicazione d’impresa diretto dalla dott.ssa Eugenia Cutini e promosso dalle cattedre di Sociologia Industriale e Post – Industriale del Prof. Renato Fontana e Sociologia dell’Organizzazione del Prof. Patrizio Di Nicola. Erano le 15. Io, Antonio e Benedetta abbiamo sfidato il caldo torrido romano perché eravamo spinti dalla curiosità di conoscere chi facesse parte di questa comunità on line. Non eravamo tantissimi all’incontro ma è periodo d’esami e si può capire. Erano presenti anche i Prof. Di Nicola e Fontana. Oncommunity è stata presentata come qualcosa di più del solito spazio riservato agli studenti. Viene visto, infatti, come un punto d’incontro tra questi ed i docenti. Un luogo dove si possono condividere esperienze, video, musica, foto. Nel forum di Scienze della Comunicazione, per esempio, www.comunicatori.net, capita spesso che ci si scambi soltanto qualche opinione utile sugli esami da sostenere. C’è chi si collega soltanto per avere dritte o per ricevere riassunti e poi chi si è visto si è visto. Manca però l’elemento fondamentale che è proprio la comunicazione. Ogni comunità che si rispetti è fatta da una comunanza di interessi. Questa però si rafforza ancor di più se c’è interazione, attivismo, conoscenza tra le persone che la compongono. Ed è quello che è successo venerdì scorso. I membri di Oncommunity hanno potuto vedersi negli occhi e forse ci sarà anche occasione di creare legami al di fuori del contesto accademico.Nel sito http://oncommunity.ning.org, ogni membro ha una sua pagina personale. Può arricchirla con delle foto, con dei video, con dei brani musicali. Ognuno ha i propri amici e può lasciare dei commenti nella pagina degli altri iscritti. Non solo, ogni membro può creare dei gruppi e tanti ne sono già nati. Uno è sul marketing, un altro è stato creato per condividere dubbi, problemi ansie sulla scrittura della tesi. C’è poi il gruppo creato dal Prof. Di Nicola, primo docente iscritto alla comunità, che vuole essere un’area di scambio di pensieri tra studenti e professori. C’è anche il gruppo creato dalla rappresentante degli studenti Benedetta Cosmi, inteso come un contenitore della comunicazione. Insomma, a più di dieci anni dalla nascita di Scienze della Comunicazione, questo può essere un primo passo per cercare di aggregare non solo gli interessi e le problematiche che ci accomunano, ma anche le persone stesse. Oncommunity può rappresentare uno spazio di confronto con i docenti, un punto di partenza per risolvere problemi interni alla facoltà, un primo gradino di attivismo. Sta alla persone stesse trasformare questo progetto da virtuale a reale.
Marco Pennacchia
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7/03/2008
INTERVISTA CANEVACCI integrale
intervista di Mattia Gangi al prof. Canevacci
riguardo l'eliminazione dell'antropologia culturale da SDC
intervista canevacci 1
intervista canevacci 2
intervista canevacci 3
DISCORSO CANEVACCI INGLESE
riguardo l'eliminazione dell'antropologia culturale da SDC
intervista canevacci 1
intervista canevacci 2
intervista canevacci 3
DISCORSO CANEVACCI INGLESE
7/01/2008
Consiglio di Facoltà del 27/6/08 n1
Consiglio di Facoltà del 27/6/08 il Vice Preside Bruno Mazzara di Scienze della Comunicazione della Sapienza Roma illustra la Modifica del Calendario Didattico - Pagamento delle tasse per i Laureandi
6/25/2008
OFF-LINE N21 del 25/6/2008
IN QUESTO NUMERO:
Intervista a Caparezza: "Nulla peggiora il Paese più del disimpegno" di Daniele Ferro
Europei di OFF-LENE di Andrea Pronovi
6/20/2008
Consiglio di Facoltà di Scienze della Comunicazione.
Roma, 20 giugno 2008 Ai professori di ruolo e fuori ruolo
Prot. n. 850/A.5 di I e II fascia
Ai ricercatori
Ai rappresentanti degli studenti
Ai professori a contratto
Ai docenti esterni titolari di affidamento
Ai rappresentanti dei collaboratori didattici
della Facoltà di Scienze della Comunicazione
e, p.c. Agli studenti della Facoltà eletti negli Organi Collegiali
Ai componenti dell’Osservatorio Studentesco
LORO SEDI
OGGETTO: Convocazione del Consiglio di Facoltà di Scienze della Comunicazione.
Seduta allargata a tutte le componenti – venerdì 27 giugno 2008 - ore 9.30 – Centro Congressi.
Caro collega,
il Consiglio di Facoltà è convocato, in seduta allargata a tutte le componenti, il giorno 27 giugno 2008 alle ore 9.30 presso il Centro Congressi di Via Salaria, 113, con il seguente o.d.g.:
Attività istituzionale di programmazione
1)Comunicazioni del Preside.
2)Offerta formativa e modalità di accesso per gli aa.aa. 2008/2009 e 2009/2010.
3)Organizzazione della didattica:
· calendario didattico
· tesi di laurea
· sito di Facoltà
· verbalizzazione elettronica
4)Risorse della Facoltà: personale, dotazioni e spazi.
5)Proposte di collaborazione e iniziative varie.
· Accordo di collaborazione tra Sapienza, RAI e Politecnico di Torino
· Scuole di Alta Formazione riconosciute dall’AIS
· Partecipazione al bando pubblico Innovascuola
· Partecipazione al progetto europeo ContentPlus 2008
6)Eventi ed iniziative culturali.
· Convegno in ricordo di Michele Pallottino
· Biblioteca Marotta
· Associazione culturale "Il Grillo": richiesta patrocinio
Attività istituzionale di amministrazione
7)Approvazione verbale seduta precedente.
8)Varie ed eventuali
Sei vivamente pregato di non mancare o di giustificare la tua eventuale assenza.
Il Preside
prof. Mario Morcellini
Prot. n. 850/A.5 di I e II fascia
Ai ricercatori
Ai rappresentanti degli studenti
Ai professori a contratto
Ai docenti esterni titolari di affidamento
Ai rappresentanti dei collaboratori didattici
della Facoltà di Scienze della Comunicazione
e, p.c. Agli studenti della Facoltà eletti negli Organi Collegiali
Ai componenti dell’Osservatorio Studentesco
LORO SEDI
OGGETTO: Convocazione del Consiglio di Facoltà di Scienze della Comunicazione.
Seduta allargata a tutte le componenti – venerdì 27 giugno 2008 - ore 9.30 – Centro Congressi.
Caro collega,
il Consiglio di Facoltà è convocato, in seduta allargata a tutte le componenti, il giorno 27 giugno 2008 alle ore 9.30 presso il Centro Congressi di Via Salaria, 113, con il seguente o.d.g.:
Attività istituzionale di programmazione
1)Comunicazioni del Preside.
2)Offerta formativa e modalità di accesso per gli aa.aa. 2008/2009 e 2009/2010.
3)Organizzazione della didattica:
· calendario didattico
· tesi di laurea
· sito di Facoltà
· verbalizzazione elettronica
4)Risorse della Facoltà: personale, dotazioni e spazi.
5)Proposte di collaborazione e iniziative varie.
· Accordo di collaborazione tra Sapienza, RAI e Politecnico di Torino
· Scuole di Alta Formazione riconosciute dall’AIS
· Partecipazione al bando pubblico Innovascuola
· Partecipazione al progetto europeo ContentPlus 2008
6)Eventi ed iniziative culturali.
· Convegno in ricordo di Michele Pallottino
· Biblioteca Marotta
· Associazione culturale "Il Grillo": richiesta patrocinio
Attività istituzionale di amministrazione
7)Approvazione verbale seduta precedente.
8)Varie ed eventuali
Sei vivamente pregato di non mancare o di giustificare la tua eventuale assenza.
Il Preside
prof. Mario Morcellini
6/19/2008
OFF-LINE N'20 del 19/6/2008
IN QUESTO NUMERO:
Goodbye Guarini-Antonio Nesci
Il "no" dell’Irlanda alla U.E., l’esultanza della Lega - Marco Pinchera
E' possibile vietare il fumo lungo il pergolato dellaSani?????? - Simone Muzly – www.oncommunity.ning.com
GLI EUROPEI DI OFF-LINERubrica di Andrea Pranovi-Brava Italia, stavolta ci sei piaciuta-
LA LINGUACCIARubrica satirica di Taco-Democrazia dittatoriale-
Pubblichiamo di seguito una lettera inviata dauna studentessa ai rappresentanti degli studentidi Scienze della Comunicazione.
Il "no" dell’Irlanda alla U.E., l’esultanza della Lega - Marco Pinchera
E' possibile vietare il fumo lungo il pergolato dellaSani?????? - Simone Muzly – www.oncommunity.ning.com
GLI EUROPEI DI OFF-LINERubrica di Andrea Pranovi-Brava Italia, stavolta ci sei piaciuta-
LA LINGUACCIARubrica satirica di Taco-Democrazia dittatoriale-
Pubblichiamo di seguito una lettera inviata dauna studentessa ai rappresentanti degli studentidi Scienze della Comunicazione.
6/15/2008
Io speriamo che me la cavo.
Facoltà di Scienze della Comunicazione - Calendario didattico a.a. 2008-2009
Sessioni d'esame
- 1 settembre - 27 settembre 2008 (1 appello di tutte le materie dell’A.A. 2007/2008)
- 24 – 29 novembre (1 appello di tutte le materie dell'A.A.2007-2008 per i soli laureandi della sessione di febbraio, a seguito di - prenotazione presso il SOrT e per un massimo di 12 cfu per il Nuovo ordinamento o 2 esami per il Vecchio ordinamento)
- 8 gennaio – 28 febbraio 2009 (2 appelli di tutte le materie di cui si sono tenuti i corsi nel primo semestre e di tutte le materie dell’A.A. 2007/2008)
- 23 – 29 aprile 2009 (1 appello di tutte le materie per i soli laureandi della sessione di luglio, a seguito di prenotazione presso il SOrT e per un massimo di 12 cfu per il Nuovo ordinamento o 2 esami per il Vecchio ordinamento)
- 28 maggio – 4 giugno 2009 (1 appello di tutte le materie dell'a.a.2007/2008 per i soli laureandi della sessione di luglio, a seguito di prenotazione presso la segreteria didattica e per un massimo di 8 cfu per il Nuovo ordinamento o 1 esame per il Vecchio ordinamento)
- 8 giugno - 31 luglio 2009 (3 appelli di tutte le materie dell'A.A. 2008/2009)
- 2 settembre – 26 settembre 2009 (1 appello di tutte le materie dell’A.A. 2008/2009)
Sessioni di laurea (utilizzabili da tutti gli studenti)
- 20 ottobre - 10 novembre 2008 (seduta autunnale A.A. 2007-2008)
- 5 febbraio -28 febbraio 2009 (seduta invernale A.A. 2007-2008)
- 6 - 25 luglio 2009 (seduta estiva A.A. 2008-2009)
In relazione a tale scansione delle sedute di laurea, i termini per la consegna della domanda in segreteria (e dunque per il conseguimento del 96% dei crediti) e quelli per la consegna in segreteria degli ultimi cedolini d'esame per i restanti 8 crediti restano così fissati:
- per la seduta autunnale, rispettivamente il 31 luglio 2008 e 29 settembre 2008
- per la seduta invernale, rispettivamente il 1 dicembre 2008 e 15 gennaio 2009)
- per la seduta estiva, rispettivamente il 30 aprile 2009 e 5 giugno 2009)
- 1 settembre - 27 settembre 2008 (1 appello di tutte le materie dell’A.A. 2007/2008)
- 24 – 29 novembre (1 appello di tutte le materie dell'A.A.2007-2008 per i soli laureandi della sessione di febbraio, a seguito di - prenotazione presso il SOrT e per un massimo di 12 cfu per il Nuovo ordinamento o 2 esami per il Vecchio ordinamento)
- 8 gennaio – 28 febbraio 2009 (2 appelli di tutte le materie di cui si sono tenuti i corsi nel primo semestre e di tutte le materie dell’A.A. 2007/2008)
- 23 – 29 aprile 2009 (1 appello di tutte le materie per i soli laureandi della sessione di luglio, a seguito di prenotazione presso il SOrT e per un massimo di 12 cfu per il Nuovo ordinamento o 2 esami per il Vecchio ordinamento)
- 28 maggio – 4 giugno 2009 (1 appello di tutte le materie dell'a.a.2007/2008 per i soli laureandi della sessione di luglio, a seguito di prenotazione presso la segreteria didattica e per un massimo di 8 cfu per il Nuovo ordinamento o 1 esame per il Vecchio ordinamento)
- 8 giugno - 31 luglio 2009 (3 appelli di tutte le materie dell'A.A. 2008/2009)
- 2 settembre – 26 settembre 2009 (1 appello di tutte le materie dell’A.A. 2008/2009)
Sessioni di laurea (utilizzabili da tutti gli studenti)
- 20 ottobre - 10 novembre 2008 (seduta autunnale A.A. 2007-2008)
- 5 febbraio -28 febbraio 2009 (seduta invernale A.A. 2007-2008)
- 6 - 25 luglio 2009 (seduta estiva A.A. 2008-2009)
In relazione a tale scansione delle sedute di laurea, i termini per la consegna della domanda in segreteria (e dunque per il conseguimento del 96% dei crediti) e quelli per la consegna in segreteria degli ultimi cedolini d'esame per i restanti 8 crediti restano così fissati:
- per la seduta autunnale, rispettivamente il 31 luglio 2008 e 29 settembre 2008
- per la seduta invernale, rispettivamente il 1 dicembre 2008 e 15 gennaio 2009)
- per la seduta estiva, rispettivamente il 30 aprile 2009 e 5 giugno 2009)
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Il titolo dell' articolo rispecchia appieno il mio stato d' animo dopo che ho letto, con grande attenzione, l'e-mail che riportava l'illustrazione del nuovo calendario didattico.Voglio partire dalla parte positiva e mi riferisco alla grande attenzione rivolta ai laureandi, gli unici che anche nel prossimo anno potranno beneficiare degli appelli intermedi, ma allo stesso tempo rimango estremamente diffidente visto che mi sarei aspettato qualcosa di più.
Mi riferisco alla mancata presentazione del nuovo calendario dei percorsi di laurea nel quale si dovrebbe verificare una sensibile diminuzione dei moduli grazie ad un percorso di accorporo.
Già in un precedente articolo ho anticipato che dal prossimo anno accademico vi sarà una rimodulazione dei crediti passando dagli attuali 2-4-8 a 6-9-12 con una sensibile azione di accorporo delle diverse discipline, ed è proprio in questo nuovo percorso che si va ad inserire la nuova progettazione degli appelli.
Ciò che io noto è che fino a questo momento gli studenti non sono stati informati su come si effettuerà questo percorso di accorporo, ma dal documento della presidenza che illustra la nuova rimodulazione degli appelli possiamo giungere a due conclusioni:
1) gli appelli intermedi sono stati eliminati (tranne per i laureandi)
2) i moduli da 30 ore che equivalgono a 4 crediti non spariranno.
Io avrei preferito per un fatto di serietà e trasparenza presentare tutto il "pacchetto" nella sua interezza, visto che qualche mente malata potrebbe anche pensare che è stato fatto ad arte sia per testare gli umori degli studenti che per rimandare la parte più spinosa, cioè l'accorporo, ad un momento più favorevole.
Naturalmente queste sono solamente mie congetture, pertanto mi permetto di invitare sia i docenti che gli studenti a partecipare a questo dibattito su OFF-LINE e alla presidenza, nelle persone del pres. Mario Morcellini e del vice preside Bruno Mazzara, colmare questa lacuna.
Antonio Nesci
Mega truffa nell’ambiente sanitario milanese
San Raffaele, San Carlo, San Donato, Sant'Ambrogio, San Giuseppe, Santa Rita e San Pio X: la crème della sanità privata lombardaè nel mirino dell'autorità giudiziaria. Sembra essere dunque questa l’ultima "bomba" scoppiata negli ambienti sanitari nazionali. Milano ed i suoi più illustri ospedali è al centro di questa incredibile nonché deleteria inchiesta, condotta dalla procura del capoluogo lombardo. La truffa è stata smascherata dall’Espresso che sembra tornare alla ribalta dopo la precedente indagine, sulle condizioni igieniche ospedaliere a Roma.
I "pirati della Sanità" come li chiama la rivista, avrebbero ottenuto rimborsi illeciti per l’ammontare di diciotto milioni di euro; il tutto partendo da cartelle cliniche, falsificate, truccate e gonfiate. Dunque torna lo spettro della mala sanità, che se prima aveva toccato le parti più propriamente tecniche della medicina ed il degrado strutturale nonché igienico, ora si allarga anche all’ambito manageriale. Ci si chiede dove sia finita la moralità, dove, i tanto osannati giuramenti di Ippocrate, nel momento in cui si ha a che fare con la vita umana.
Sembra ormai che il business possa legittimare qualsiasi azione di disumana emarginazione, che la macchina indistruttibile del denaro sia giunta alla sua massima rappresentazione. Il materialistico aspetto dell’essenza umana sta allargando i suoi orizzonti al cospetto di una sopraffazione spirituale nonché civica. La corruzione è ormai all’apice, i sistemi sociali tutti sono
ormai in balìa della cupidigia. Dunque non ci scandalizziamo più; la Sanità è come la giurisprudenza, come la comunicazione, come la politica, come l’economia, come lo sport. Non ci sorprendiamo se il potere gerarchico sistemico non tiene più conto di chi è obbligatoriamente subordinato. Vige un cosmico arrivismo che domina il mondo odierno, in un continuo avanzamento delle alte sfere su tutti i campi e che aumenta la ormai indissolubile frattura con il resto della società, cioè il noi, l’uomo comune.
Non ci accusate di qualunquismo, di conformismo oppure di benpensantismo, ormai è nella confusione che si vive, nella resa incondizionata, nel fallimento della
società tutta che ha plasmato costoro. Come si dice spesso però per ogni azione malvagia ce n’è sempre una buona. Speriamo!!!Mi viene di dire. Il tutto è riferito a tanta buona Sanità che ci attorna. Pensiamo agli operatori di pace sul suolo di guerra, alla Croce Rossa, ad Emergency ed a tanti professionisti che ogni giorno nei nostri ospedali si battono alla ricerca di anche un solo appiglio nella lotta alle malattie. Il nostro mondo è, al cospetto di questa lotta continua tra bene e male, tra giusti ed ingiusti tra malfattori e magnanimi, il limite dell’uomo che c’era c’è e
sempre ci sarà.
Patrizio Rosati
I "pirati della Sanità" come li chiama la rivista, avrebbero ottenuto rimborsi illeciti per l’ammontare di diciotto milioni di euro; il tutto partendo da cartelle cliniche, falsificate, truccate e gonfiate. Dunque torna lo spettro della mala sanità, che se prima aveva toccato le parti più propriamente tecniche della medicina ed il degrado strutturale nonché igienico, ora si allarga anche all’ambito manageriale. Ci si chiede dove sia finita la moralità, dove, i tanto osannati giuramenti di Ippocrate, nel momento in cui si ha a che fare con la vita umana.
Sembra ormai che il business possa legittimare qualsiasi azione di disumana emarginazione, che la macchina indistruttibile del denaro sia giunta alla sua massima rappresentazione. Il materialistico aspetto dell’essenza umana sta allargando i suoi orizzonti al cospetto di una sopraffazione spirituale nonché civica. La corruzione è ormai all’apice, i sistemi sociali tutti sono
ormai in balìa della cupidigia. Dunque non ci scandalizziamo più; la Sanità è come la giurisprudenza, come la comunicazione, come la politica, come l’economia, come lo sport. Non ci sorprendiamo se il potere gerarchico sistemico non tiene più conto di chi è obbligatoriamente subordinato. Vige un cosmico arrivismo che domina il mondo odierno, in un continuo avanzamento delle alte sfere su tutti i campi e che aumenta la ormai indissolubile frattura con il resto della società, cioè il noi, l’uomo comune.
Non ci accusate di qualunquismo, di conformismo oppure di benpensantismo, ormai è nella confusione che si vive, nella resa incondizionata, nel fallimento della
società tutta che ha plasmato costoro. Come si dice spesso però per ogni azione malvagia ce n’è sempre una buona. Speriamo!!!Mi viene di dire. Il tutto è riferito a tanta buona Sanità che ci attorna. Pensiamo agli operatori di pace sul suolo di guerra, alla Croce Rossa, ad Emergency ed a tanti professionisti che ogni giorno nei nostri ospedali si battono alla ricerca di anche un solo appiglio nella lotta alle malattie. Il nostro mondo è, al cospetto di questa lotta continua tra bene e male, tra giusti ed ingiusti tra malfattori e magnanimi, il limite dell’uomo che c’era c’è e
sempre ci sarà.
Patrizio Rosati
6/11/2008
Io sono antifascista
Notizia dell’ultima ora: il nostro duce Gianni Augusto Alemanno è stato portato d’urgenza al pronto soccorso. Il dottor Gregorio Fascio, medico dell’ospedale Littorio di Roma, ha diffuso prontamente a diagnosi: dux nostra lux è affetto dalla sindrome di Andreotti.
La medaglia con la croce celtica che Alemanno porta al collo ha iniziato a pesare troppo, e al sindaco della sacra urbe eterna s’è incrinata la schiena. Tutto era iniziato una decida di giorni fa, quando la showgirl Mara Carfagna - Ministra delle Ìmpari Opportunità - ha negato il patrocinio al Gay Pride. Il nostro condottiero ha colto la palla al balzo aggiungendo:
”Anche il Comune di Roma negherà il patrocinio al Gay Pride, perché l’abbiamo già dato al Nazi Raid”. Una squadra di camerati ha infatti operato nella giornata di martedì scorso. Alcuni vili rossi universitari, occupando la presidenza, avevano impedito che l’organizzazione di partecipazione democratica Forza Nuova tenesse un convegno alla Facoltà di Lettere de La Sapienza sul tema delle Foibe: il preside della Facoltà Guido Pescosolido aveva dato l’autorizzazione a Forza Nuova, e per questo viene definito da alcuni sovversivi un perfetto imbecille.
I giovani camerati avevano invitato per l’occasione persino l’ill.mo europarlamentare Roberto Fiore, ma la propaganda comunista ostacolava l’evento adducendo questioni di merito: la giornata in ricordo delle Foibe è il 10 febbraio, perché trattare un simile tema a fine maggio? È evidente - continuano i sovversivi - che quelli di Forza Nuova sono dei
ritardati. Gli studenti rossi meritavano pena esemplare, e così alcuni squadristi hanno creduto, obbedito e combattuto, sprangando tenacemente alcuni studenti che attacchinavano manifesti sovversivi in via De Lollis e spedendoli all’ospedale.
Tra gli arditi picchiatori fascisti c’era Martin Avaro, responsabile della sezione piazza Vescovio, coordinatore provinciale di Forza Nuova e tra i protagonisti del documentario di stampo bolscevico "Nazirock”. Sembra che il duce Alemanno voglia gratificarlo assegnandoli l’Assessorato alla Rettitudine, la cui funzione sarà piegare la schiena ai sovverisivi. Tra questi segnaliamo Giorgio Bocca, che dopo Indro Montanelli ed Enzo Biagi è l’unico giornalista della vecchia guardia rimasto a romperci le imperiali palle. Il lurido ex partigiano ha affermato di essere “uno di quelli che si è battuto per il ritorno dell’Italia alla democrazia e per la sconfitta della dittatura fascista; difendo la memoria della stagione partigiana che riscattò questo Paese. Ma oggi sono uno sconfitto, hanno vinto loro”. È con gioia che riportiamo le frasi di Bocca: finalmente torniamo a tracciare il corso della Storia, ed anche i sovversivi riconoscono la nostra nera vittoria.
Tuttavia il lavoro è lontano dal ritenersi concluso: in giro ci sono ancora dei banditi che osano affermare di essere antifascisti.
TACO
Non sono un animale
L’altra sera in un quartiere periferico di Roma si è svolta una caccia al Trans, da parte delle forze dell’ordine e della gente che esasperata è scesa in strada per farsi giustizia da sola, visto che le proprie istanze in questi anni non sono state ascoltate da nessuno.
Questo stato di esasperazione ha prodotto una caccia all’uomo che ci riporta alla mente altri tempi.
Una scena raccapricciante, dove uomini inseguivano altri uomini (i trans che in quel momento si trovavano su la strada a prostituirsi), con grida e insulti di vario tipo.
Alla fine la caccia è stata avara, solo due prede. Mentre la prima rassegnata al suo destino veniva caricata su un’auto delle forze dell’ordine, la seconda non voleva arrendersi al suo stato di “bestia”,gridava e si dimenava per il suo diritto ad esistere, gridando con tutto il fiato in corpo: non sono un animale, nell’indifferenza generale.
Queste parole hanno riecheggiato nella mia mente come un atto di accusa alla mia impotenza. Mi domando e vi domando, ricordando anche la vicenda della caccia al Rom a Napoli, è possibile che il nostro Paese ha scelto la strada dell’intolleranza più ceca, come siamo arrivati a tutto ciò e soprattutto di chi è la colpa di questa esasperazione sociale?
E’ bene ho la risposta a questa domanda, ecco i nomi dei colpevoli: Berlusconi, Veltroni, Prodi, Fini, Casini, Di Pietro, Giordano, Dilliberto e tutta la Casta.
Ma questa risposta non mi convince, non sono stato sincero fino in fondo la mia coscienza si ribella, non sono loro i veri colpevoli, al massimo sono dei macabri attori in un teatro ormai vuoto e con le scene decadenti.
Allora di chi è la colpa?
Semplice, ma difficile da accettare, è mia, perché in questi anni mi sono fatto strumentalizzare da un sistema di odio, o con Berlusconi o contro Berlusconi che ha impoverito di contenuti ed ideali la grande arte della politica. E’ mia perché ho legittimato questo sistema con il mio voto (il cosiddetto voto utile) e ho fatto salire sul palco dei mezzi attori che hanno reso mediocre una grande opera.
E’ mia perché anche io ho scelto di essere spettatore critico, forse, ma comunque spettatore e non aver avuto la forza e il coraggio di salire sul palco e cercare di scardinare il sistema.
E ora non mi resta che attendere il mio turno ad essere preda e dover anche io un giorno
gridare non sono un animale .
Antonio Nesci
Questo stato di esasperazione ha prodotto una caccia all’uomo che ci riporta alla mente altri tempi.
Una scena raccapricciante, dove uomini inseguivano altri uomini (i trans che in quel momento si trovavano su la strada a prostituirsi), con grida e insulti di vario tipo.
Alla fine la caccia è stata avara, solo due prede. Mentre la prima rassegnata al suo destino veniva caricata su un’auto delle forze dell’ordine, la seconda non voleva arrendersi al suo stato di “bestia”,gridava e si dimenava per il suo diritto ad esistere, gridando con tutto il fiato in corpo: non sono un animale
Queste parole hanno riecheggiato nella mia mente come un atto di accusa alla mia impotenza. Mi domando e vi domando, ricordando anche la vicenda della caccia al Rom a Napoli, è possibile che il nostro Paese ha scelto la strada dell’intolleranza più ceca, come siamo arrivati a tutto ciò e soprattutto di chi è la colpa di questa esasperazione sociale?
E’ bene ho la risposta a questa domanda, ecco i nomi dei colpevoli: Berlusconi, Veltroni, Prodi, Fini, Casini, Di Pietro, Giordano, Dilliberto e tutta la Casta.
Ma questa risposta non mi convince, non sono stato sincero fino in fondo la mia coscienza si ribella, non sono loro i veri colpevoli, al massimo sono dei macabri attori in un teatro ormai vuoto e con le scene decadenti.
Allora di chi è la colpa?
Semplice, ma difficile da accettare, è mia, perché in questi anni mi sono fatto strumentalizzare da un sistema di odio, o con Berlusconi o contro Berlusconi che ha impoverito di contenuti ed ideali la grande arte della politica. E’ mia perché ho legittimato questo sistema con il mio voto (il cosiddetto voto utile) e ho fatto salire sul palco dei mezzi attori che hanno reso mediocre una grande opera.
E’ mia perché anche io ho scelto di essere spettatore critico, forse, ma comunque spettatore e non aver avuto la forza e il coraggio di salire sul palco e cercare di scardinare il sistema.
E ora non mi resta che attendere il mio turno ad essere preda e dover anche io un giorno
gridare non sono un animale
Antonio Nesci
6/10/2008
Media razzisti?

I più attenti avranno notato, qualche settimana fa, lo scarso rilievo dato alla notizia di uno stupro di una donna rumena commesso da un italiano. I giornali le hanno dedicato poco spazio, molto meno di quello che tutte le testate avevano riservato allo stupro commesso a Roma da un uomo di nazionalità rumena.
Perché due stupri vengono trattati in modo differente? Entrambi sono avvenuti in Italia ed entrambi hanno visto come vittima una donna straniera. L’unica risposta possibile sembra essere che a differenziare le due notizie sia la nazionalità dell’aggressore: quando lo stupratore è rumeno prime pagine, interviste, inchieste, ecc., quando lo stupratore è italiano ci si può fermare ad un trafiletto. La discriminazione tra due persone, anche se si tratta di due stupratori, sulla base della propria etnia ha un nome ben preciso: razzismo. Oggi fa notizia la violenza di un extracomunitario, quella di un italiano no: nella gente si alimenta così una
percezione di insicurezza che porta ad atteggiamenti e a comportamenti xenofobi. Se il giornalismo ha l’obiettivo di far conoscere la verità al pubblico, i mezzi di comunicazione non possono continuare a distorcere
la realtà cavalcando l’odio verso lo straniero che sta caratterizzando la società italiana in questo periodo, un odio a cui ha ben contribuito uno schieramento politico, da cui i media, almeno quelli che non ne sono direttamente controllati, dovrebbero cercare di non farsi sottomettere.
A questo proposito Roberto Natale, presidente della Fnsi (Federazione Stampa Nazionale Italiana) ha dichiarato all’Ansa che "la fine della campagna elettorale e la differente attenzione della politica sono un problema che riguarda i partiti e la frequente strumentalità dei loro interventi. Ma l’informazione dovrebbe avere un metro di misura
delle notizie più omogeneo, più autonomo, e non subalterno alle logiche della lotta politica. E’ bene ricordarlo, nel momento in cui le questioni della sicurezza hanno assunto una rilevanza centrale nel dibattito pubblico.
E’ importante che chi fa informazione senta per intero la responsabilità di scelte professionali che, con il silenzio o con l’enfatizzazione, possono avere un impatto assai pesante sulla convivenza fra italiani e stranieri.
Una notizia è una notizia sempre". Ma a quanto pare le parole di Natale non sembrano state accolte da molti giornalisti. Uno di questi giorni infatti il Tg2 ha trasmesso un servizio che racconta di una ragazza musulmana, residente con la famiglia in Italia, vittima di violenze a casa per i suoi comportamenti ritenuti troppo "occidentali" dal padre. La vicenda è triste, ma nei mezzi di comunicazione è chiaro l’intento di voler costruire lo stereotipo dell’islam come religione intransigente e violenta. Se si pensa
che i dati indicano che la maggior parte delle violenze sulle donne avviene nelle mura domestiche, come mai fa notizia la violenza che avviene in una casa abitata da musulmani e non quei tanti episodi che avvengono in famiglie italiane? Anche questoè razzismo.
Andrea Pranovi
andrea.pranovi@underpress.it
“Prima vennero per i comunisti, e non alzai la voce perchè non ero
comunista.
Quindi vennero per gli ebrei, e non alzai la voce perchè non ero ebreo.
Quindi vennero per i cattolici, e non alzai la voce perchè ero protestante.
Poi vennero per me, e a quel punto non vi era rimasto nessuno che
potesse alzare la voce”
- Bertold Brecht, da uno scritto del pastore luterano Martin Niemoller
-
SHAME
Signore e Signora Zingari
padre e madre miei:
io vi onoro
Fanciulla Sinta, ragazzo Rom
fratelli miei:
sono basso e mezzo terrone
per un fascista padano
ipoteticamente inferiore
ma sulla mia pelle si colora
secolare vanto
la superiorità del bianco
Bambino Sinto, bimba Rom
figli miei:
vorrei esser fiaba
per cullarvi
in una notte di silenzio
vorrei esser pioggia
per proteggervi
dall’odio delle molotov
Da dove veniamo
Chi siamo
Dove andiamo?
Sono italiano e
ne provo vergogna
diDaniele Ferro
comunista.
Quindi vennero per gli ebrei, e non alzai la voce perchè non ero ebreo.
Quindi vennero per i cattolici, e non alzai la voce perchè ero protestante.
Poi vennero per me, e a quel punto non vi era rimasto nessuno che
potesse alzare la voce”
- Bertold Brecht, da uno scritto del pastore luterano Martin Niemoller
-
SHAME
Signore e Signora Zingari
padre e madre miei:
io vi onoro
Fanciulla Sinta, ragazzo Rom
fratelli miei:
sono basso e mezzo terrone
per un fascista padano
ipoteticamente inferiore
ma sulla mia pelle si colora
secolare vanto
la superiorità del bianco
Bambino Sinto, bimba Rom
figli miei:
vorrei esser fiaba
per cullarvi
in una notte di silenzio
vorrei esser pioggia
per proteggervi
dall’odio delle molotov
Da dove veniamo
Chi siamo
Dove andiamo?
Sono italiano e
ne provo vergogna
diDaniele Ferro
6/06/2008
Cristo scendi dalla croce
Papa Nazinger continua a scassare le palle, ma soprattutto le ovaie. La settimana scorsa ha affermato che la legge 194 “in trent’anni non ha risolto il problema dell’aborto: ha svilito il valore della vita e ha aperto nuove ferite nella società”. È peggio dei comunisti mangia-bambini, ha sempre in bocca gli embrioni.Potrebbe parlare di cose un po’ più concrete. Gesù disse: “Ciò che viene fatto ai poveri è a me che viene fatto”. Allora perchè papa Nazinger non dice qualcosa sui Rom? Niente di niente, silenzio vaticano. Ci pensa allora Di Pietro a parlare: riguardo l’ipotesi sul reato di immigrazione clandestina (genialata partita dall’ “emergenza rom”) ha detto di essere d’accordo sull’istituzione di tale reato per “evitare che l’Italia diventi il vespasiano d’Europa”. L’ex magistrato di Mani Pulite ha evidentemente manie igieniche, ma paragonare gli immigrati disperati al piscio ci pare brutta cosa: per protesta, invitiamo chi si
trovi a passare davanti a casa sua a pisciargli sul portone. Dalla questione rom, dicevamo, è partita una proposta legislativa, il “pacchetto sicurezza” approntato dal leghista Maroni. Peccato che il pacchetto, oltre ad essere molto probabilmente incostituzionale sotto certi aspetti, non piaccia per nulla anche all’Unione Europea perchè violerebbe alcune normative comunitarie. Insomma, non è che sto decreto legge sia stato pensato molto bene: forse che il Ministro degli Interni al posto della testa c’ha i maroni? Comunque tra lui e La Russa è una bella sfida. Riguardo la supposta emergenza sicurezza – visto che i reati, in realtà, negli ultimi anni sono sempre diminuiti - Il Ministro della Difesa ha detto che si sta studiando “un disegno di legge per un pattugliamento dalle 18 alle 2 di notte, partendo da 6-7 città: si tratterebbe di prevedere in ognimcittà 100 gruppi composti da 5 persone, ad esempio poliziotto, carabiniere,
soldato, vigile urbano". Ma sì dai, chi più ne ha più ne metta: aggiungiamoci puttane, saltimbanchi, mangiafuochi, scimmie, deputati e senatori e facciamo delle allegre combriccole sfilanti per le città, almeno ci divertiamo pure un po’.
Di allegria ne avrebbero bisogno gli amici campani, che vivono immersi nella munnezza. Ma ci penserà il Consiglio dei Ministri, fissato a Napoli, a portare un po’ di allegria. Odino Silvio alloggerà in una suite di 350 metri quadri, con piscina in camera, palestra privata, giardino pensile e due bagni, di cui uno con vasca idromassaggio extralusso e marmi pregiati. Il tutto per la modica cifra di 4200 euro a notte. Stesso discorso per i componenti della squadra di governo, che tuttavia dovranno accontentarsi delle rimanenti suite, con un prezzo oscillante fra i 750 e i 4000 euro a notte. Non siete contenti? Non vi mette allegria? Chissà chi paga...
Comunque il problema munnezza sarà risolto: partiranno verso la Germania 3.500 tonnellate di rifiuti. Dal letame nasceranno pure i fiori, ma grazie agli italiani i tedeschi (visto che lo smaltimento dei rifiuti in terra crucca non è affatto gratis) hanno capito come far nascere euro dall’immondizia. Per quanto riguarda la quantità sempre maggiore di topi che scorrazzano nelle vie cittadine, invece, si sta pensando di radunare a Napoli tutti i cinesi presenti nel nostro Paese. Boccone dopo boccone, ci penseranno loro a farli fuori. A proposito di Cina, la fiaccola olimpica porta una sfiga della madonna: a causa del terremoto siamo a quota 71 mila tra morti e dispersi. Intanto nella vicina Birmania, devastata dal ciclone, il regime militare
continua a negare l’accesso alle organizzazioni straniere di aiuto. Appelliamoci a Bush: lui, che porta la democrazia in giro per il mondo, sicuramente libererà il popolo birmano dal regime. Spostandoci ad ovest del pianeta arriviamo in Sudafrica, dove i cittadini neri sudafricani, organizzati in ronde, stanno picchiando ed ammazzando gli immigrati neri che fuggono dai Paesi vicini, in particolare dallo Zimbabwe guidato da un feroce regime dittatoriale. Oooh, i leghisti di casa nostra saranno contenti: se si ammazzano tra di loro, sti negri, non verranno a importunarci nella nostra terra. Ma torniamo in Italia. Il 16 maggio Domenico Noviello, che aveva denunciato sette anni fa cinque affiliati camorristi per tentata estorsione,
è stato ammazzato con venti colpi in generale, e poi uno preciso alla nuca: un’esecuzione. Se gli studenti avessero la memoria delle varie mafie sarebbero tutti 30 e lode. Nel civile Nord Italia, invece, le persone si ammazzano da sole. A Torino Riccardo La Mantia, 20 anni, si è dato fuoco per paura di perdere il lavoro. Ora è in coma, gravissimo. E insomma, per morire ustionati mica c’è bisogno dei roghi della ThyssenKrupp. In tutto ciò, ci chiediamo cosa stia succedendo alla vita di questo mondo. Da un sondaggio pubblicato su Famigghia Cristiana, sembra che anche i parrocci di provata fede si stiano chiedendo dove sia andato a finire Dio. Forse sta giocando a briscola con papa Nazinger.
LA LINGUACCIA
Rubrica satirica di Taco
trovi a passare davanti a casa sua a pisciargli sul portone. Dalla questione rom, dicevamo, è partita una proposta legislativa, il “pacchetto sicurezza” approntato dal leghista Maroni. Peccato che il pacchetto, oltre ad essere molto probabilmente incostituzionale sotto certi aspetti, non piaccia per nulla anche all’Unione Europea perchè violerebbe alcune normative comunitarie. Insomma, non è che sto decreto legge sia stato pensato molto bene: forse che il Ministro degli Interni al posto della testa c’ha i maroni? Comunque tra lui e La Russa è una bella sfida. Riguardo la supposta emergenza sicurezza – visto che i reati, in realtà, negli ultimi anni sono sempre diminuiti - Il Ministro della Difesa ha detto che si sta studiando “un disegno di legge per un pattugliamento dalle 18 alle 2 di notte, partendo da 6-7 città: si tratterebbe di prevedere in ognimcittà 100 gruppi composti da 5 persone, ad esempio poliziotto, carabiniere,
soldato, vigile urbano". Ma sì dai, chi più ne ha più ne metta: aggiungiamoci puttane, saltimbanchi, mangiafuochi, scimmie, deputati e senatori e facciamo delle allegre combriccole sfilanti per le città, almeno ci divertiamo pure un po’.
Di allegria ne avrebbero bisogno gli amici campani, che vivono immersi nella munnezza. Ma ci penserà il Consiglio dei Ministri, fissato a Napoli, a portare un po’ di allegria. Odino Silvio alloggerà in una suite di 350 metri quadri, con piscina in camera, palestra privata, giardino pensile e due bagni, di cui uno con vasca idromassaggio extralusso e marmi pregiati. Il tutto per la modica cifra di 4200 euro a notte. Stesso discorso per i componenti della squadra di governo, che tuttavia dovranno accontentarsi delle rimanenti suite, con un prezzo oscillante fra i 750 e i 4000 euro a notte. Non siete contenti? Non vi mette allegria? Chissà chi paga...
Comunque il problema munnezza sarà risolto: partiranno verso la Germania 3.500 tonnellate di rifiuti. Dal letame nasceranno pure i fiori, ma grazie agli italiani i tedeschi (visto che lo smaltimento dei rifiuti in terra crucca non è affatto gratis) hanno capito come far nascere euro dall’immondizia. Per quanto riguarda la quantità sempre maggiore di topi che scorrazzano nelle vie cittadine, invece, si sta pensando di radunare a Napoli tutti i cinesi presenti nel nostro Paese. Boccone dopo boccone, ci penseranno loro a farli fuori. A proposito di Cina, la fiaccola olimpica porta una sfiga della madonna: a causa del terremoto siamo a quota 71 mila tra morti e dispersi. Intanto nella vicina Birmania, devastata dal ciclone, il regime militare
continua a negare l’accesso alle organizzazioni straniere di aiuto. Appelliamoci a Bush: lui, che porta la democrazia in giro per il mondo, sicuramente libererà il popolo birmano dal regime. Spostandoci ad ovest del pianeta arriviamo in Sudafrica, dove i cittadini neri sudafricani, organizzati in ronde, stanno picchiando ed ammazzando gli immigrati neri che fuggono dai Paesi vicini, in particolare dallo Zimbabwe guidato da un feroce regime dittatoriale. Oooh, i leghisti di casa nostra saranno contenti: se si ammazzano tra di loro, sti negri, non verranno a importunarci nella nostra terra. Ma torniamo in Italia. Il 16 maggio Domenico Noviello, che aveva denunciato sette anni fa cinque affiliati camorristi per tentata estorsione,
è stato ammazzato con venti colpi in generale, e poi uno preciso alla nuca: un’esecuzione. Se gli studenti avessero la memoria delle varie mafie sarebbero tutti 30 e lode. Nel civile Nord Italia, invece, le persone si ammazzano da sole. A Torino Riccardo La Mantia, 20 anni, si è dato fuoco per paura di perdere il lavoro. Ora è in coma, gravissimo. E insomma, per morire ustionati mica c’è bisogno dei roghi della ThyssenKrupp. In tutto ciò, ci chiediamo cosa stia succedendo alla vita di questo mondo. Da un sondaggio pubblicato su Famigghia Cristiana, sembra che anche i parrocci di provata fede si stiano chiedendo dove sia andato a finire Dio. Forse sta giocando a briscola con papa Nazinger.
LA LINGUACCIA
Rubrica satirica di Taco
5/31/2008
Pomezia Scienze della Comunicazione Roma

C’è un Consorzio, le aziende sono vicine, gli assessori anche, non trovi il Preside, il Rettore neanche a dirlo, la biblioteca non c’è. Che cosa è? La realtà universitaria di Pomezia. Strano per chi ci giunge da Piazzale Aldo Moro o da Via Salaria; mi piacerebbe fare un riassunto rappresentativo; e il termine non è casuale per chi da tre anni è presso il consiglio di Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza, rappresentante degli studenti.
È dalla triennale che mi ripromettevo che sarei andata almeno in visita presso la mia sede distaccata, al Campus Selva dei Pini.
In zona Cesarini, ce l’ho fatta. Questo articolo nasce perché mi sento in colpa. Ho sfruttato la "trasferta" di Radio Sapienza per non mancare, ma ce ne ho messo di tempo, oltretutto è lasciato alla spontaneità invece dovrebbe essere un appuntamento istituzionalizzato quello con rappresentanti e presidenza. Era un venerdì e a maggior ragione desolante da trascorrere nel cortile della nostra sede romana, poco affollata perché la maggior parte degli iscritti tra fuorisede e pendolari erano già in partenza per mete extra-universitarie. Non escludo che il processo che vorremmo avviare, "La Comunicazione degli studenti", non ci porti invece presto a trascorrere la domenica insieme alternando film, dibattiti, reading, tornei, sport, finalmente sport per noi della città, finalmente i grandi eventi culturali firmati Sapienza anche da voi,… altrimenti sede distaccata sa di difetto affettivo.
Io credo che Pomezia meriti Rappresentanza nei cdf! Invito a pensare alle vostre candidature per il rinnovo che avverrà a Novembre 2008. Lascio una mail per contattarci: comfusi@gmail.com, seppur con un ritardo vergognoso oggi sono consapevole di avere colleghi "legittimi", quasi userei la metafora della fiction del momento, per rendere l’idea che dobbiamo fare i conti con una famiglia allargata, quella che la Sapienza ormai è. Prometto di realizzare alcune delle iniziative approvate col
Prof Mario Morcellini, proprio la mattina di quel venerdì, anziché nelle solite strutture, presso la vostra pineta, se non intorno alla piscina nonostante il buon periodo, certamente di fronte il campo da tennis; e anche la letteratura ci viene incontro, penso ai Giardini dei Finzi Contini. A quel connubio esercitato dai suoi protagonisti. Magari festeggiamo anche le lauree lì, come nelle atmosfere de "Il ballo di fine anno", che ricorda i college, ma se il polo pontino ha un quid in più certamente è questa atmosfera. Mettiamo su un palinsesto, per vederci a Pomezia.
È dalla triennale che mi ripromettevo che sarei andata almeno in visita presso la mia sede distaccata, al Campus Selva dei Pini.
In zona Cesarini, ce l’ho fatta. Questo articolo nasce perché mi sento in colpa. Ho sfruttato la "trasferta" di Radio Sapienza per non mancare, ma ce ne ho messo di tempo, oltretutto è lasciato alla spontaneità invece dovrebbe essere un appuntamento istituzionalizzato quello con rappresentanti e presidenza. Era un venerdì e a maggior ragione desolante da trascorrere nel cortile della nostra sede romana, poco affollata perché la maggior parte degli iscritti tra fuorisede e pendolari erano già in partenza per mete extra-universitarie. Non escludo che il processo che vorremmo avviare, "La Comunicazione degli studenti", non ci porti invece presto a trascorrere la domenica insieme alternando film, dibattiti, reading, tornei, sport, finalmente sport per noi della città, finalmente i grandi eventi culturali firmati Sapienza anche da voi,… altrimenti sede distaccata sa di difetto affettivo.
Io credo che Pomezia meriti Rappresentanza nei cdf! Invito a pensare alle vostre candidature per il rinnovo che avverrà a Novembre 2008. Lascio una mail per contattarci: comfusi@gmail.com, seppur con un ritardo vergognoso oggi sono consapevole di avere colleghi "legittimi", quasi userei la metafora della fiction del momento, per rendere l’idea che dobbiamo fare i conti con una famiglia allargata, quella che la Sapienza ormai è. Prometto di realizzare alcune delle iniziative approvate col
Prof Mario Morcellini, proprio la mattina di quel venerdì, anziché nelle solite strutture, presso la vostra pineta, se non intorno alla piscina nonostante il buon periodo, certamente di fronte il campo da tennis; e anche la letteratura ci viene incontro, penso ai Giardini dei Finzi Contini. A quel connubio esercitato dai suoi protagonisti. Magari festeggiamo anche le lauree lì, come nelle atmosfere de "Il ballo di fine anno", che ricorda i college, ma se il polo pontino ha un quid in più certamente è questa atmosfera. Mettiamo su un palinsesto, per vederci a Pomezia.
5/13/2008
Anche Roma mettela freccia a destra

Se la vittoria di Berlusconi alle elezioni politiche era decisamente prevedibile, molto meno lo era quella di Gianni Alemanno nella corsa al Campidoglio. Il candidato di An è il nuovo sindaco di Roma, con un distacco di circa il 7% su Rutelli al secondo turno. Sul successo di Alemanno ha influito sicuramente la “svolta a destra” dell’Italia, accentuata nel ballottaggio dalla voglia di salire sul carro del Pdl da parte di molti e dalla delusione di una parte dell’elettorato di centro-sinistra.
Ma la vittoria dell’ex ministro dell’Agricoltura trova alcune spiegazioni anche nella capitale. Innanzitutto va detto che Alemanno, ex Fronte della Gioventù e Msi, incarna una destra sociale che a Roma gode di un certo seguito. Ma oltre alle motivazioni ideologiche c’è dell’altro: se si pensa che due anni fa Veltroni aveva battuto Alemanno al primo turno, si capisce come la politica dell’attuale leader del Pd abbia lasciato parecchio malcontento. Per molti Veltroni si è preoccupato troppo dell’immagine mediatica della città (Notte bianca, Festa del Cinema, ecc.) e troppo poco dei problemi quotidiani dei romani, soprattutto nelle periferie, dove il successo del centro-destra è stato ancora più netto. Anche la scelta di candidare Rutelli, già sindaco due volte, forse non è piaciuta a tanti: non si può infatti trascurare il voto disgiunto di 60mila elettori che hanno scelto il candidato
del Pd Zingaretti alla Provincia e Alemanno al Comune. Ma l’elemento che probabilmente ha spianato la strada al trionfo elettorale del Pdl anche nella città eterna è rappresentato dai recenti dibattiti sulla sicurezza. Hanno fatto breccia nei cittadini della capitale i proclami xenofobi e razzisti della destra, proprio mentre i media hanno amplificato a dismisura l’”emergenza sicurezza”. Cero è che quando uno schieramento politico possiede e gestisce i mezzi d’informazione è più facile per questo alimentare nelle persone bisogni su cui poi basare la campagna elettorale. Questo non significa che la sicurezza è un problema inesistente o esclusivamente calato dall’alto. E’ vero infatti che una consistente percentuale di alcuni tipi di reati è commessa da immigrati irregolari, ma è anche vero che l’immigrazione è accettata, e sfruttata, da quel mondo imprenditoriale così vicino al centrodestra che prima richiede manodopera a basso costo e poi si scaglia contro gli extracomunitari per ottenere consensi. E stavolta di consensi ne ha ottenuti molti.
Andrea Pranovi
andrea.pranovi@underpress.it
Ma la vittoria dell’ex ministro dell’Agricoltura trova alcune spiegazioni anche nella capitale. Innanzitutto va detto che Alemanno, ex Fronte della Gioventù e Msi, incarna una destra sociale che a Roma gode di un certo seguito. Ma oltre alle motivazioni ideologiche c’è dell’altro: se si pensa che due anni fa Veltroni aveva battuto Alemanno al primo turno, si capisce come la politica dell’attuale leader del Pd abbia lasciato parecchio malcontento. Per molti Veltroni si è preoccupato troppo dell’immagine mediatica della città (Notte bianca, Festa del Cinema, ecc.) e troppo poco dei problemi quotidiani dei romani, soprattutto nelle periferie, dove il successo del centro-destra è stato ancora più netto. Anche la scelta di candidare Rutelli, già sindaco due volte, forse non è piaciuta a tanti: non si può infatti trascurare il voto disgiunto di 60mila elettori che hanno scelto il candidato
del Pd Zingaretti alla Provincia e Alemanno al Comune. Ma l’elemento che probabilmente ha spianato la strada al trionfo elettorale del Pdl anche nella città eterna è rappresentato dai recenti dibattiti sulla sicurezza. Hanno fatto breccia nei cittadini della capitale i proclami xenofobi e razzisti della destra, proprio mentre i media hanno amplificato a dismisura l’”emergenza sicurezza”. Cero è che quando uno schieramento politico possiede e gestisce i mezzi d’informazione è più facile per questo alimentare nelle persone bisogni su cui poi basare la campagna elettorale. Questo non significa che la sicurezza è un problema inesistente o esclusivamente calato dall’alto. E’ vero infatti che una consistente percentuale di alcuni tipi di reati è commessa da immigrati irregolari, ma è anche vero che l’immigrazione è accettata, e sfruttata, da quel mondo imprenditoriale così vicino al centrodestra che prima richiede manodopera a basso costo e poi si scaglia contro gli extracomunitari per ottenere consensi. E stavolta di consensi ne ha ottenuti molti.
Andrea Pranovi
andrea.pranovi@underpress.it
Una festa zoppa

Venerdì 25 aprile io ed Antonio Nesci eravamo in manifestazione: insieme ad altre quarantamila persone abbiamo camminato da Porta San Paolo a Piazza Vittorio Emanuele, e ne abbiamo approfittato per guardarci attorno, raccogliere qualche intervista e capire quali fossero le opinioni ed i sentimenti dei cittadini lì presenti.
La prima impressione si è poi rivelata essere la compagna della manifestazione: troppe bandiere di partito, troppe falci e martello o simboli del Piddì. Sono troppo giovane per sapere con certezza cosa sia successo nella storia politica e culturale del nostro Paese perché la giornata della Liberazione divenisse una festa di parte. Lo posso immaginare: una scuola sempre più scandalosa col passare degli anni (alcune ragazze delle superiori ci hanno detto di non aver mai letto Fenoglio, Calvino o Pavese), una società di massa rincoglionita dalla televisione, politici rampanti che strumentalizzano la Storia a proprio consumo o che la ignorano indecentemente
- come il prossimo Presidente del Consiglio che non ha mai celebrato il 25.
Se lo ficchino bene in testa, coloro che pensano alla Liberazione come una cosa sorpassata: se siamo qui a parlare, a studiare, a discutere per differenti posizioni politiche, lo dobbiamo a quei liberali, a quei comunisti, a quei cattolici, a quegli anarchici, a quelle persone semplicemente libere che dall’8 settembre 1943 si ribellarono all’oppressione nazi-fascista. E invece no, ci si ritrova in manifestazione per il 25 Aprile immersi in un’atmosfera palesemente di sinistra, perché a questo punto,msiamo arrivati: dacché fu dell’intero popolo italiano, oggi la Liberazione è una festa di parte. E a me sta cosa fa schifo. Al sig.Malaguti, all’epoca il partigiano Biondino, abbiamo chiesto cosa rimane della Resistenza oggi. “Rimane la Costituzione”, ci ha risposto.
La Costituzione è di sinistra o della Repubblica democratica? Il cittadino di destra gode o no dei diritti sanciti nella nostra carta costituzionale? E allora perché la manifestazione del 25 è tinta di rosso? Attenzione, non dico che la colpa sia della destra: può essere che la sinistra abbia strumentalizzato la Liberazione, e quindi lo schieramento avverso - a torto - se n’è tirato fuori. Non lo so. Credo che il peccato originale risieda nella degenerazione della società e del valore della memoria a cui ci siamo abbandonati. A cui ci hanno abituati. Io non me la sentirei di dare del cretino ad un sedicenne che non sapesse spiccicarmi due parole in croce, profonde, sul senso della Liberazione. Se non ne fosse capace, sarebbe una vittima: è la scuola a non averglielo insegnato. O la famiglia. In manifestazione abbiamo intervistato un bambino che era lì coi genitori, avrà avuto otto anni. Sua madre ci aveva detto che il giorno di Pasquetta l’hanno portato a visitare le Fosse Ardeatine. “Tullio, che ricordo ne hai?”. La sua risposta semplice arriva dritta al cuore, e mi fa credere che le parole dell’innocenza andrebbero ascoltate molto più spesso, sempre: “Mi ha messo tristezza pensare a quella gente innocente che è stata presa ed uccisa senza motivo”. È stata la povera gente, innanzitutto, a subire l’oppressione. Quel bambino, inconsapevolmente, ha espresso uno stesso concetto di Piero Calamandrei: “Sono le lacrime e il sangue del popolo che hanno cementato i muri maestri della Costituzione italiana”. Le generazioni possono ancora parlarsi, senza bandiere e colori. Basterebbe che ogni giorno venisse rispettata una manciata divalori: quelli per cui sono morti i padri della nostra Repubblica.
Daniele Ferro
daniele.ferro@libero.it
La prima impressione si è poi rivelata essere la compagna della manifestazione: troppe bandiere di partito, troppe falci e martello o simboli del Piddì. Sono troppo giovane per sapere con certezza cosa sia successo nella storia politica e culturale del nostro Paese perché la giornata della Liberazione divenisse una festa di parte. Lo posso immaginare: una scuola sempre più scandalosa col passare degli anni (alcune ragazze delle superiori ci hanno detto di non aver mai letto Fenoglio, Calvino o Pavese), una società di massa rincoglionita dalla televisione, politici rampanti che strumentalizzano la Storia a proprio consumo o che la ignorano indecentemente
- come il prossimo Presidente del Consiglio che non ha mai celebrato il 25.
Se lo ficchino bene in testa, coloro che pensano alla Liberazione come una cosa sorpassata: se siamo qui a parlare, a studiare, a discutere per differenti posizioni politiche, lo dobbiamo a quei liberali, a quei comunisti, a quei cattolici, a quegli anarchici, a quelle persone semplicemente libere che dall’8 settembre 1943 si ribellarono all’oppressione nazi-fascista. E invece no, ci si ritrova in manifestazione per il 25 Aprile immersi in un’atmosfera palesemente di sinistra, perché a questo punto,msiamo arrivati: dacché fu dell’intero popolo italiano, oggi la Liberazione è una festa di parte. E a me sta cosa fa schifo. Al sig.Malaguti, all’epoca il partigiano Biondino, abbiamo chiesto cosa rimane della Resistenza oggi. “Rimane la Costituzione”, ci ha risposto.
La Costituzione è di sinistra o della Repubblica democratica? Il cittadino di destra gode o no dei diritti sanciti nella nostra carta costituzionale? E allora perché la manifestazione del 25 è tinta di rosso? Attenzione, non dico che la colpa sia della destra: può essere che la sinistra abbia strumentalizzato la Liberazione, e quindi lo schieramento avverso - a torto - se n’è tirato fuori. Non lo so. Credo che il peccato originale risieda nella degenerazione della società e del valore della memoria a cui ci siamo abbandonati. A cui ci hanno abituati. Io non me la sentirei di dare del cretino ad un sedicenne che non sapesse spiccicarmi due parole in croce, profonde, sul senso della Liberazione. Se non ne fosse capace, sarebbe una vittima: è la scuola a non averglielo insegnato. O la famiglia. In manifestazione abbiamo intervistato un bambino che era lì coi genitori, avrà avuto otto anni. Sua madre ci aveva detto che il giorno di Pasquetta l’hanno portato a visitare le Fosse Ardeatine. “Tullio, che ricordo ne hai?”. La sua risposta semplice arriva dritta al cuore, e mi fa credere che le parole dell’innocenza andrebbero ascoltate molto più spesso, sempre: “Mi ha messo tristezza pensare a quella gente innocente che è stata presa ed uccisa senza motivo”. È stata la povera gente, innanzitutto, a subire l’oppressione. Quel bambino, inconsapevolmente, ha espresso uno stesso concetto di Piero Calamandrei: “Sono le lacrime e il sangue del popolo che hanno cementato i muri maestri della Costituzione italiana”. Le generazioni possono ancora parlarsi, senza bandiere e colori. Basterebbe che ogni giorno venisse rispettata una manciata divalori: quelli per cui sono morti i padri della nostra Repubblica.
Daniele Ferro
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